Nel testo ‘TRA MUCCHE E CASTELLI‘ mi ero riproposta di dedicare tempo e spazio a quelle attività che ci aiutano a vivere con più gioia, che ci procurano un piacere che se non é proprio GustoH24 é per lo meno GustoH2/4.
E mi é venuto in mente Guido Gozzano dal quale ho preso in prestito un suo famosissimo verso che ho leggermente cambiato e mi é parso che descrivesse perfettamente quello che voglio dire. ‘Le Buone Cose Di Ottimo Gusto’.
A Treviglio aspettiamo con ansia i primi sabati di ogni mese e, come si sa, nell’attesa c’é già una bella porzione di piacere, poi il giorno arriva e siamo impazienti di rivedere gente e prodotti già conosciuti e curiosi di incontrare quelli nuovi che non mancano mai.
Sono i mercatini di Slow Food che puntualmente, con la pioggia o con il sole, ci attendono fin dal primo mattino nelle vicinanze di Piazza Setti.
Il tragitto nel corridoio di bancarelle non é lungo, una breve passeggiata tra amici: le verdure di Simona a sinistra, i polli speciali sotto vuoto a destra, i pani di Tilde, i vini bergamaschi, i prodotti dei ragazzi della cooperativa agricola Vegeta, gli arrotolati di coniglio e di pollo ripieni, le salamelle, le erbe provenienti da prati incontaminati per tisane corroboranti, qualche settimana fa c’era anche una giovane ceramista con il tornio e le sue belle tazzine colorate. L’ultima ad aggiungersi una piccola azienda a conduzione familiare ‘Caffè Stramoka’ che da oltre vent’anni seleziona direttamente i migliori fornitori in Sud America e Africa nel rispetto delle condizioni lavorative etiche; i chicchi vengono poi sottoposti a tostatura e macinatura nella torrefazione di Treviglio.
Cose diverse, ma ‘Solo prodotti locali e di stagione, presentati da chi produce ciò che vende, garantiti e raccontati in prima persona‘. (dal decalogo di Slow Food)
Il banchetto preferito da tutti, immagino, é quello gestito dagli studenti della sede di Treviglio dell’ABF, Azienda Bergamasca Formazione , che viziano i visitatori con delizie in ogni mese differenti: frittelle, risotti, pasticcini, panini, salame, vino; una piccola offerta e il mercatino diventa il salotto dove incontrarsi, fare qualche chiacchiera, un semplice piacere che, sempre rispettando le regole anti- covid, ha aiutato tanto nei mesi della pandemia: con mascherina e distanziati, ma lì, in presenza, a guardarsi negli occhi, degustando prodotti che sembravano ancora più speciali perché condivisi.
Poi, qualche settimana fa, era un sabato, ma non il primo del mese, il mercatino si é trasferito nel cortile della sede ABF, in via Caravaggio.
Il primo stand a sinistra é stato motivo di grande curiosità perché non aveva verdure, nè frutta, nè carni, nè salumi, nè formaggi, si leggeva una sigla E.L.O. Epilessia Lombardia Onlus, un’associazione costituita nel 1974 come Associazione Lombarda per la lotta contro l’epilessia. I tre ragazzi al banchetto hanno fornito molte informazioni tra cui lo scopo primario dell’associazione che é quello di informare sulle problematiche dell’epilessia per tutelare e difendere l’interesse della persona malata contro i vecchi pregiudizi e la connotazione sociale negativa associata alla malattia. Un loro opuscolo mostra in copertina 4 pinguini e in alto il titolo ‘Epilessia: Noi Come Gli Altri ‘.
Un volantino tra i materiali sul banco offre l’immagine di accoglienti casette colorate realizzate interamente a mano dai ragazzi della ELO che hanno scelto questo simbolo perché una casa dà immediatamente l’idea di protezione, famiglia, futuro, un futuro dove é lecito immaginare ‘la nascita di una possibilità di vita nuova, quella che per le persone affette da epilessia spesso si coniuga con il trovare lavoro, amici, relazioni sociali ‘. É un’idea regalo per il prossimo Natale: acquistando le casettine alla Cascina Pelesa di Castel Cerreto vuote o con barattoli di marmellata prodotta esclusivamente con frutta, limone e la minima quantità di zucchero necessaria alla conservazione, si contribuisce a donare ai ragazzi della ELO un futuro e a sostenere il progetto di inserimento lavorativo ‘Conviviamo’ che vede protagonisti sei persone disoccupate affette da epilessia.
Accanto a questo banchetto vi era quello di OIKOS che, neanche a farlo apposta, in greco significa ‘famiglia, casa, unità di base della società‘ , ancora quindi un luogo di accoglienza e di lavoro anche per i più deboli. Una Cooperativa Sociale onlus che nasce nell’anno 2000 ‘con la finalità di favorire l’integrazione sociale di persone a maggior fragilità offrendo loro spazi di inserimento attraverso il lavoro della terra e la valorizzazione produttiva dei territori del Parco dei Colli’. Il risultato sono i vini Oikos di ottima qualità perché la coltivazione é BIO, l’uva é sana, la raccolta avviene al giusto grado di maturazione, la vendemmia é manuale e tutto é condito con la passione delle persone impegnate nel vigneto.
Che bella e interessante questa trama di iniziative che ha come scopo principale la promozione del benessere delle persone!
Ma c’é stata una cosa che ha lasciato letteralmente senza parole per la sorpresa e per il risultato sorprendente; non era per caso che fosse stata scelta la sede dell’ABF come luogo del mercato.
Le persone che come genitori e come insegnanti hanno avuto e hanno rapporti con il mondo della scuola sanno che ad alcuni alunni alla fine della terza media viene consigliato l’inserimento nel mondo del lavoro o di proseguire gli studi in un istituto professionale.
Il Centro di formazione professionale di Treviglio, presente sul territorio dal 2013 offre corsi per il conseguimento della qualifica e del diploma professionale nei settori della ristorazione (cucina e sala bar) e dell’agroalimentare (pasticceria e panificazione).
Con l’aiuto di alcuni insegnanti gli studenti si sono esibiti in un vero e proprio show culinario: hanno preparato squisiti pasticcini da accompagnamento a caffè, cappuccini e succhi per i visitatori più mattinieri, più tardi, all’aperto, grazie alla giornata ancora tiepida e assolata, sfiziosi aperativi sono diventati protagonisti della scena e dulcis in fundo, agli ospiti é stato offerto anche il pranzo ed é quì che la tessitura della trama di idee, proposte, relazioni, é diventata ancora più chiara: il primo piatto é stato un risotto molto particolare, il posto del riso é stato preso da un grano antico, il monococco che é stato risottato con zucca, amaretti e mantecato con taleggio bergamasco DOP.
Questo stesso grano, insieme al sorgo, erano esposti in confezioni sigillate su un banchetto del mercato; una famiglia di Calvenzano, che probabilmente non sarà più famosa solo per i meloni, ha investito nel lancio di questi prodotti che, come gli altri si spera potranno essere usati all’ABF, ma anche in posti dove la provenienza e la sanità degli alimenti saranno indiscutibilmente al primo posto.
Come insegnante, ancora una volta sono stati gli studenti a emozionarmi, li guardavo: erano sicuri, disinvolti, professionali, belli, il comportamento di chi ha capito che direzione deve prendere la propria vita; sulla cartolina che pubblicizza l’ Openday della loro scuola si legge ‘….da grandi faremo il lavoro che ci piace’ dove le due ultime parole sono in rosso.