Inizio la collaborazione con Gustoh24 con una premessa: da un periodo drammatico e particolarmente difficile è necessario uscire, riassaporare il Gusto di  ripartire.

Cominciare o ricominciare dall’amore del proprio territorio, dalla ricchezza e varietà dei suoi prodotti, dalla cultura della qualità e della identità, nel rispetto della natura, mi sembra il modo migliore. Così come mi sembra giusto dare un contributo, seppure modesto, a chi  con  coraggio ed intraprendenza lancia la sfida anche in momenti di crisi e non si arrende. Sostenere poi soprattutto i giovani che con slancio e competenza fanno impresa, mi rende particolarmente motivata.

Siamo tutti un po’ gualciti, arrugginiti, imprigionati in questa lunga e deprimente attesa. Ci sentiamo tutti un po’ soli, fragili, vulnerabili in questo lungo anno di diffusa epidemia. Ma dopo un lungo letargo siamo oltremodo desiderosi di tempi più favorevoli in cui poter tornare a spostarci con più agio  e a ritrovare un più “normale e lineare “ scorrere del tempo e della vita!

Quanto tempo prezioso è stato rubato alla vita piena dal pericoloso Coronavirus!

Tutto è stato rallentato o sospeso dalla pandemia.

Quanti appuntamenti saltati, desideri infranti, economia bloccata, vita sociale ed eventi cancellati! Quante difficoltà, dolore e sofferenze in tutti i campi  –  in tutto il  mondo!

Il nostro Paese è in una china difficile. I settori della produzione, delle imprese, dell’enogastronomia e del turismo forse sono i più colpiti nel Bel Paese delle eccellenze !

Costretti nelle case, abbiamo forse riscoperto il cibo come valore anche affettivo e consolatorio. Il gusto di ritrovarsi a giocare in cucina, a pasticciare e sperimentare nuove ed antiche ricette, la soddisfazione di fare il pane per la prima volta, il piacere di confrontarsi, di scambiarsi ricette e foto,  e farsi compagnia anche a distanza, grazie ad internet, è stato sicuramente di grande sollievo.

Uniti intorno al cibo  abbiamo mantenuto e riallacciato relazioni,  legato passato e presente, abitato anche luoghi lontani, senza viaggiare. Abbiamo compreso ancora di più che mangiare sano e buono è gioia  che unisce anche quando alla tavola possono sedere pochi commensali e la condivisione è solo virtuale. E se ci è costato qualche chilo in più, pazienza!!!

Forse in questo tempo sospeso e dopo questa triste esperienza collettiva  avremo una comprensione più dilatata, forse saremo più attenti tutti, alla qualità della nostra vita, a quella degli altri e del Pianeta che ci ospita. Lo voglio sperare! Ma sicuramente ci è mancata e continua a mancarci la libertà di frequentare Bar e Ristoranti, la piacevolezza di scoprire prodotti di nicchia, di vedere alla ribalta bravi produttori e tanto altro.

Intanto tornare a raccontare il bello e il buono che ci circonda con rinnovata consapevolezza,  far conoscere, sostenere e valorizzare le realtà virtuose del proprio territorio  è come togliersi di dosso un po’ il peso di questi lunghi, assurdi mesi di “esilio”; è un modo per dare un piccolo contributo alla ripresa; è una forma di catarsi solidale che allarga lo sguardo sul futuro che non ha occhi se non per guardare avanti.

E allora gusto, territorialità, impresa giovanile ci sembrano gli elementi giusti e decisivi per ripartire. Il gusto, soprattutto,  nel senso più estensivo del termine, può farsi testimone e volano di nuove sfide e voglia di lanciare lo sguardo, la mente e il cuore oltre il limite e l’ostacolo di una pandemia che da troppo tempo frena gli entusiasmi, spegne le speranze, sacrifica i sogni.

Il Miele

In Abruzzo, nella provincia di Chieti, a Canosa Sannita, Diego Alfideo, classe 1974, produce ottimo miele.

Da quando l’Azienda Farmaceutica presso cui lavorava si è trasferita a Francoforte, Diego Alfideo ha scelto di restare nella sua terra e ha deciso di voltare pagina. Ha saputo osare con coraggio e il suo antico desiderio di diventare agricoltore, anzi apicoltore, ha avuto il sopravvento ed oggi la sua Azienda di ApicolturaLe Api di Papà” con 400 alveari rappresenta una bella realtà.

Ho dovuto reinventarmi lavorativamente e l’ho fatto partendo da ciò che mi ha sempre appassionato. La storia milionaria delle api, presenti sul nostro pianeta ben prima di noi, è affascinante. Per regalarci 1 chilo di questa salutare dolcezza, le preziose infaticabili api devono visitare circa 1 milione di fiori, percorrere 100.000 km di volo e compiere 60.000 volte andata e ritorno fiori/arnia!!!”  – Ci racconta non senza emozione Diego.

Ci incuriosisce anche il nome che ha dato al suo miele!  “ E’ stato mio figlio Tiziano a suggerirmelo a furia di parlare a tutti con entusiasmo del miele e delle api del suo papà. Mi ha sempre seguito con passione, è il mio migliore aiutante insieme alla figlia più piccola, Vittoria, golosissima di questo nettare degli Dei!”

Le api di papà Diego, non sono stanziali, “viaggiano” insieme a lui che pratica una Apicoltura di Transumanza per seguire gli andamenti climatici stagionali e le fioritura. Queste sacre messaggere delle Muse raggiungono luoghi sapientemente scelti dal maestro apicoltore che le sposta con attenzione nei diversi territori del Centro e Sud d’Italia.

Anche per questo – sottolinea Diego – la biodiversità della nostra Penisola è un bene inestimabile da preservare, come lo sono le api che, come indicatori biologici della qualità dell’ambiente, rappresentano delle vere sentinelle della Natura e della Vita sulla Terra” –

Diceva Albert Einstein “ Se le api si estinguessero, all’uomo resterebbero quattro anni di vita!”

La scelta di praticare un’apicoltura così antica è stata ardua, ma – continua l’apicoltore – è quella che mi arricchisce quotidianamente e mi insegna tanto. Che mi dà più soddisfazione e mi permette di fare più varietà di miele e di qualità superiore”.

L’Apicoltura Transumante di Diego è strettamente legata a quella civiltà agropastorale che è l’emblema della più antica tradizione abruzzese e che ha visto per millenni le greggi attraversare l’intero territorio lungo i Tratturi per arrivare fino in Puglia.

In ogni vasetto di miele c’è la storia del luogo e del lavoro paziente del bravo apicoltore, aspetti che vengono raccontati anche dalle speciali etichette. Moltissime le varietà, tutte 100% di produzione propria che vede a fianco ai classici mieli in purezza, una linea di prodotti arricchiti con spezie selezionate, prestando particolare attenzione al metodo di estrazione a freddo per preservarne tutte le proprietà.

Proprio nello scorso anno il miele di agrumi di questa Azienda è stato pluripremiato nei due importanti Concorsi Nazionali: Tre Gocce D’Oro e L’Ape d’Oro edizioni 2020, ricevendo rispettivamente 1 goccia d’oro e il primato come migliore miele di agrumi.

Lo racconta con orgoglio, Diego. E’ fiero del suo lavoro impegnativo e faticoso, fatto di sacrifici ed incognite, ma ripagato dalla soddisfazione di dar vita a prodotti eccellenti.

Ogni miele racchiude i colori, gli odori i sapori di un territorio, ma anche la storia e l’amore del suo produttore! Un apicoltore che seguendo i flussi nettiferi costruisce “case” accoglienti, cerca ambienti favorevoli per le sue api che in cambio regalano questo divino toccasana per la salute e per il palato.

– Come e quanto ha inciso la pandemia sulla vendita dei suoi prodotti ? –

Le incertezze politiche ed economiche di questo periodo hanno inciso e continuano ad incidere negativamente. Il mercato è pressoché fermo, ma la sfida continua. Bisogna andare avanti con coraggio e fiducia, sperando che presto si possa tornare ad una situazione più favorevole” – confessa Diego, senza nascondere la sua preoccupazione. Se volete andarlo a trovare, appena possibile, scoprirete la bellezza dei luoghi e la bontà di prodotti eccellenti, gustosi e genuini, frutti di un lavoro antico, complesso e impegnativo. www.leapidipapa.com

Ricetta della Cicirchiata

Un dolce abruzzese tipico di Carnevale che ha nel miele l’ingrediente fondamentale.

La Cicirchiata mutua il nome dalla cicerchia, un legume ormai raro , ma molto presente nella cucina abruzzese del passato. E costituita da minuscoli dadini di pasta all’uovo che vengono prima fritti nell’olio bollente e poi “ stretti” dal miele e composti a forma di ciambella con l’aggiunta di mandorle e “guarniti” di confettini colorati benauguranti.

La ricetta è semplice: occorrono per l’impasto: 2 uova – 200 gr di farina 0 – 4 cucchiai di olio EVO – 4 cucchiai di zucchero – la buccia grattugiata di un limone.

Per friggere olio di arachidi q.b.

Per comporre 200 gr di miele + 2 cucchiai di zucchero e 50 gr di mandorle

Per guarnire 30 gr di confettini colorati

Procedimento: su una spianatoia versare a fontana la farina, inserire al centro le uova, lo zucchero e l’olio. Aggiungere infine la buccia grattugiata del limone. Amalgamare bene ed impastare per qualche minuto fino ad avere un panetto liscio e compatto. Coprire e lasciare riposare per circa 30 minuti. Ricavare dei cilindri di 1 centimetro di diametro e tagliarli a dadini di circa 1 centimetro. Friggere un po’ alla volte le palline, scolarle quando hanno preso un colore appena dorato e lasciare asciugare su carta assorbente. Intanto si fa sciogliere in una pentola capiente il miele e lo zucchero e si fa “cuocere” per qualche minuto. Si aggiungono le mandorle e dopo un paio di minuti le palline fritte. Mescolare bene con cura e quando il miele ha “rivestito” il tutto, versare su una superficie di marmo bagnata o su un largo piatto di portata, avendo cura di bagnarlo e di bagnare anche le mani per modellare la cicirchiata. Completare con i confettini colorati.

La “Gustosa” biografia fotografica di Alba Simigliani