100 milioni di ricavi per la boutique del fondente: in Italia viene realizzato il 70% del fatturato, con un migliaio di dipendenti a livello globale
In un mercato che negli ultimi 3 anni si è ristretto, Venchi continua a crescere a doppia cifra: 63 milioni di fatturato nel 2016, 80 milioni quest’anno e un obiettivo di 100 milioni nel 2018, quando lo storico marchio del cioccolato piemontese festeggerà 140 anni. Dopo il fallimento del 1978, la rinascita comincia con l’arrivo di 5 nuovi investitori, che a fine ‘97 rilevano il marchio torinese e il ricettario storico.
Tra questi c’è Daniele Ferrero, primo azionista con il 27%, che assume il ruolo di amministratore delegato; Pietro Boroli (De Agostini) con il 12%; e Gian Battista Mantelli, con un altro 12%, nipote del fondatore della Cuba, una piccola azienda dolciaria di Cuneo famosa per i cioccolatini ripieni di rum, che serve da veicolo per acquisire il marchio Venchi.
«Fino al 2007 abbiamo lavorato per creare una media azienda, fatturavamo 30 milioni, di cui il 95% realizzato in Italia. Poi abbiamo capito che per crescere in un mercato maturo dovevamo cambiare modello di business e creare un nostro canale di vendite», afferma Ferrero, 47 anni, a novembre premiato come imprenditore dell’anno da Ey. La scommessa vincente? Pensare come fanno i marchi del lusso e aprire boutique monomarca, che fossero «la quintessenza del Made in Italy. Con un’idea in più: oltre al cioccolato, offrire anche il gelato artigianale, per allungare la stagionalità dei prodotti e aggiungere un altro forte connotato di italianità, riconoscibile soprattutto all’estero». Oggi i negozi monomarca sono 88, di cui 47 in Italia, dove viene ancora realizzato il 70% del fatturato, con un migliaio di dipendenti a livello globale, di cui circa 110 (il 97% sono donne) nello stabilimento di Castelletto Stura, in provincia di Cuneo.
Venchi a FICO di Bologna
La prima Cioccogelateria Venchi a bordo della Msc Seaside
«Negli ultimi due anni siamo cresciuti moltissimo in Italia, ma nel nostro Paese continuiamo a investire con l’obiettivo di aprire 4 o 5 negozi nel 2018», racconta Ferrero.
La nuova accelerazione alla crescita però passerà soprattutto dall’estero, con l’apertura di due punti vendita in Gran Bretagna, una dozzina in Asia, due in Medio Oriente, a Dubai e Abu Dhabi, e altri negli Usa. Proprio ieri è stata inaugurata una boutique Venchi a Miami, e da qui il 21 dicembre è salpata la Msc Seaside, la più grande nave da crociera del mondo, costruita da Fincantieri, che ospita la prima Cioccogelateria Venchi a bordo. Ma lo sviluppo passa anche dall’innovazione. Se Venchi ha anticipato il trend del cioccolato fondente e il marketing del «senza» (senza glutine, grassi idrogenati, additivi, aromi artificiali), ora l’azienda collabora con le università di Roma, Piacenza e Perugia per studiare ciccolatini che riescono a gestire meglio i tassi di glicemia, con una digeribilità più veloce, ma che mantengano più anti-ossidanti.
“Stiamo sviluppando i cioccolati del futuro a ridotto contenuto di zucchero, ma senza rinunciare alla golosità e alla genuinità”, spiega GB Mantelli, 48 anni, anima creativa e direttore commerciale di Venchi. «Noi adoriamo i prodotti che hanno una storia da raccontare. Nelle ricette usiamo solo ingredienti rigorosamente italiani, ad eccezione dei semi di cacao: le nocciole del Piemonte, i pistacchi siciliani, le mandorle pugliesi, l’olio extravergine. E se c’è la qualità, la quantità non serve». di Giuliana Ferraino (Corriere della Sera 29 dicembre 2017)
Gian Battista Mantelli a Bologna alla Fabbrica italiana contadina (Foto INformaCIBO)
FICO La Fabbrica italiana contadina: Venchi una parete di cioccolato mangiabile
Per il dolce una visita da non perdere è lo spazio del cioccolato Venchi.
Una parete di 30.000 praline realizzato da uno studio internazionale che ha progettato per Venchi un padiglione hitech introdotto da “una parete mangiabile” costituita interamente proprio di praline.