Il presidente di Ais Lazio ha inaugurato la stagione sociale che offre un ricco programma di corsi, sulla scia dell’interesse di un pubblico sempre più giovane indirizzato alla professione di sommelier

I vini del Lazio stanno crescendo molto. Sempre più giovani produttori si affiancano a produttori più storici. Noi come Ais stiamo portando avanti la conoscenza dei vini laziali nei corsi e seminari che organizziamo nella nostra regione e anche in giro per l’Italia, il Lazio ha molto da offrire in tutti i termini”. A descrivere la realtà “emergente” dei vini laziali è il presidente di Ais-Associazione italiana sommelier Lazio, Francesco Guercilena, inaugurando l’anno sociale 2022/2023 con l’avvio dei nuovi corsi che, dopo un anno e mezzo di lezioni, rilasciano la qualifica di sommelier.

I corsi si articolano su tre livelli, le prime 15 lezioni sono dedicate alla tecnica di degustazione del vino con esame visivo, esame olfattivo ed esame gusto-olfattivo. Ci sono poi delle lezioni dedicate a capire la produzione del vino in vigna e in cantina. Inoltre, lezioni specifiche per gli spumanti, i passiti, i vini liquorosi, il mondo della birra, dei distillati e, ancora, lezioni che riguardano la legislazione del vino e la tecnica di servizio.

Un incontro viene svolto in cantina, poi si prosegue con il secondo livello, tutto incentrato sull’enografia nazionale e internazionale, per finire con il terzo livello dove si impara l’abbinamento cibo-vino.

La parola al presidente di Ais Lazio, Francesco Guercilena

Questa stagione parte con molta effervescenza – racconta a Gustoh24 il presidente Guercilena – perché abbiamo attivato molti corsi anche dove in precedenza non si era fatto nulla. Gli alunni sono sempre più giovani, siamo su una fascia di età compresa tra 25 e 45”.

Chi viene da voi è per abbracciare in futuro la professione di sommelier?

Si comincia per passione ma poi molti scoprono che può diventare una professione. Per i nostri neodiplomati non è difficile entrare nel mondo della ristorazione, sia in Italia che all’estero. C’è richiesta anche nei nuovi canali di distribuzione, per esempio nelle enoteche on line”.

Presidente, che programmi ha Ais Lazio per il futuro?

“I programmi sono molti, sicuramente una maggiore apertura verso l’esterno invitando a parlare di vino i grandi giornalisti e comunicatori anche al di fuori del circuito Ais. Inoltre vogliamo rafforzare l’orgoglio di appartenenza attraverso master, seminari e degustazioni, oltre che attraverso momenti di maggiore convivialità”.

Cosa può fare il settore vitivinicolo laziale per crescere ulteriormente?

Dobbiamo puntare di più sull’Enoturismo e far vivere esperienze al fine di far comprendere meglio le bellezze della nostra regione”.

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