Gli esperti Onu lanciano l’ennesimo allarme: a meno che non ci siano riduzioni immediate, rapide e su larga scala delle emissioni di gas serra, limitare il riscaldamento a circa 1,5°C o addirittura 2°C sarà un obiettivo fuori da ogni portata. Per l’Esecutivo nazionale di Vas “il tempo è già scaduto”

L’IPCC ha presentato in conferenza stampa la prima parte del sesto Assessment Report, elaborato dal Working Group I.

Si tratta della più solida e verificata informazione scientifica sul clima mondiale allo stato attuale, ottenuta analizzando oltre 14 000 articoli scientifici. L’ultima volta che l’IPCC aveva studiato e sintetizzato la letteratura riguardo la scienza del clima era il 2013.

I risultati principali

La temperatura media globale del pianeta nel decennio 2011-2020 è stata di 1,09°C superiore a quella del periodo 1850-1900; la concentrazione dei principali gas serra è oggi la più elevata degli ultimi 800 000 anni. Tra le conseguenze principali, una riduzione del ghiaccio artico che non ha uguali negli ultimi 2 000 anni, il livello del mare è cresciuto a una velocità mai osservata negli ultimi 3 000 anni e l’acidificazione delle acque dei mari sta procedendo a ritmi mai visti negli ultimi 26 000 anni. Alcuni degli effetti dei cambiamenti climatici in atto sono irreversibili e proseguiranno per centinaia di anni.

È necessario ridurre drasticamente le emissioni, almeno del 7% circa all’anno, per contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5°C – massimo 2°C.

L’ Esecutivo nazionale Verdi Ambiente e Società: Il tempo è già scaduto, lavorare tutte e tutti alla riuscita dello Sciopero Globale del Clima del 24 settembre

Stefano Zuppello, Presidente di Vas, mentre interviene all’ultima assemblea nazionale

Il peggio deve ancora venire e a pagarne il prezzo saranno i nostri figli e nipoti, più che noi stessi. Non usa mezzi termini l’ultimo Rapporto sul Clima del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) delle Nazioni Unite, redatto da 234 scienziati di 195 Paesi. L’anno prossimoafferma Vassaranno passati trent’anni dal Summit di Rio del 1992. Da allora ogni report dell’IPCC ha rilevato che un progressivo ed inesorabile peggioramento. Lo testimoniano in particolare tre dati significativi: l’energia da fonti fossili è pari all’81%, l’utilizzo di materia prima vergine è al 91% e le emissioni di CO2 crescono dalle 357,2 ppm del 1992 ai 419,5 ppm del 2021.

Una iniziativa del Circolo Vas di Rende, Cosenza

Nel nostro Paese e in tutto il bacino del Mediterraneo stiamo attraversando la settimana più calda dell’estate 2021, registrando picchi di temperature intorno ai 45 gradi nelle aree interne di Sicilia e Sardegna. Gli incendi divampano dalla Grecia alla Siberia, dal Canada all’Amazzonia e divorano per sempre i polmoni verdi del pianeta, viene da chiedersi cosa altro debba accadere per imporre un’inversione di rotta in maniera radicale nel giro di vent’anni. La politica, i governi e il capitalismo latitano colpevolmente e all’orizzonte non si intravede ancora una visione sistemica che dimezzi per davvero le emissioni di gas serra entro il 2030 per poi portarle a uno zero netto entro il 2050.

Il co-portavoce nazionale di Europa Verde Angelo Bonelli: “le misure attuate dall’attuale governo Draghi “sono inadeguate e violano gli obiettivi dell’UE”

Angelo Bonelli

Il tempo per salvare il pianeta sta finendo e i cambiamenti climatici sono diffusi, rapidi e si stanno intensificando lo dice l’ultimo rapporto (AR6) dell’Ipcc, il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici diffuso stamane dell’Onu”. Lo dichiara in una nota il co-portavoce nazionale di Europa Verde Angelo Bonelli, che ritiene che i dati siano “angoscianti” perché inchiodano “l’inadeguatezza delle politiche sul clima dei governi del pianeta”. Tesi avvalorata dall’esito del G20 di Napoli dove non si è raggiunta l’intesa su due “punti cruciali: dimezzare emissioni CO2 entro il 2030 e l’uscita dal carbone”.

In questo modo – continua l’esponente verde – l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura del pianeta entro i 1,5°C è già sostanzialmente saltato perché per rispettare quel limite è necessario dimezzare le emissioni globali di CO2 entro il 2030 per azzerarle nel 2050 e tutto ciò avviene mentre la crisi climatica colpisce con eventi estremi in diversi Paesi, dalla Germania al Canada, dalla Cina all’India e anche l’Italia che al Nord è travolta dalle alluvioni e al Sud devastata dagli incendi con temperature oltre i 45 gradi C che stanno portando alla desertificazione”. Secondo Bonelli le misure attuate dall’attuale governo Draghi “sono inadeguate e violano gli obiettivi dell’UE come nel caso del Pnrr che prevede un riduzione della CO2 di solo il 50% nel 2030 contro il 55% previsto dall’Europa”.  

“Almeno il 55%”, legge d’iniziativa popolare per il clima

L’obiettivo è quello di far assumere al Governo italiano almeno il 55% di riduzione dei gas serra entro il 2030. Tutti i firmatari dell’appello nazionale (febbraio 2020 su Informacibo)

https://www.informacibo.it/almeno-il-55-legge-diniziativa-popolare-per-il-clima/