Prima della partenza per la Sardegna io e Paolo (a questo proposito sarebbe opportuno leggere il testo ‘Chi trova Paolo, che parla di cibo, trova un tesoro’) abbiamo accompagnato con i mezzi CR i nostri amici siriani all’hub vaccinale di Treviglio, avrei potuto dire centro vaccinale o zona Fiera, ma ‘hub’ fa più ‘cool’.

Mentre i siriani sono entrati con la loro interprete io e Paolo siamo rimasti fuori a chiacchierare e per evitare che cominciasse a parlare di cibo trascinandomi nei suoi abissi mangerecci ho cercato di spostare il fuoco della discussione sui  sempreverdi

Pfizer e Astrazeneca, ma, é proprio il caso di dirlo, avevo fatto i conti senza l’oste.

Era appena tornato dalla Toscana, il che, per uno come lui, vuol dire massicci rinforzi di quegli ingredienti e argomenti che sono il sale della sua vita e come un fiume in piena ha iniziato a elencare luoghi e cibi: la focaccia toscana del panettiere di Tavernelle Val di Pesa, il panino con lampredotto al chioschetto sulla strada che va da Poggibonsi a San Gimignano (lampredotto???!!! mai sentito prima), la porchetta stratosferica di Giulio che ha degli allevamenti di maiale di cinta senese in Maremma, i pici con ragù di cinghiale e ovviamente il fritto di pollo e coniglio con carciofi e fiori di zucca.

Nel momento della tracimazione mi dice che é il fratello dei Cipressi…..

Ora é veramente poco credibile che un tipo così godereccio possa avere aspetti  sepolcrali, ma neanche crepuscolari e ancor meno desideroso di toni elegiaci in cimiteri campestri; senza nessuno sforzo da parte mia, solo dopo pochi secondi di perplessità mi dice che Cipressi é il nome dell’azienda di suo fratello a Poggibonsi.

Si, proprio così ‘Cipressi’ é il logo composto da testo e immagine che identifica l’attivitá di suo fratello: c’é una ‘C’ maiuscola molto sottile, il resto della parola in caratteri corsivi minuscoli e accanto la stilizzazione di tre cipressi di altezze differenti, l’effetto complessivo é di grande eleganza e raffinatezza che sono quasi sempre il risultato della scelta di mostrare l’essenziale.

L’impatto visivo é comunque forte e immediata l’associazione con la Toscana perché la Torre Pendente a Pisa, il Campanile di Giotto a Firenze, Piazza del Campo a Siena sono simboli delle città toscane, ma i cipressi sono il vero landmark di tutta la regione. Chi non ricorda l’ode carducciana ‘Davanti San Guido‘ dove questi alberi vengono addirittura personificati e intrattengono un profonda conversazione con il poeta? 

Il fratello di Paolo, Angelo, ha raccolto il testimone dell’antica attività della famiglia iniziata con il nonno e lo zio del loro papà che dopo la fine della Prima Guerra Mondiale partivano da Caltabellotta con il carretto siciliano pieno di olio e andavano a venderlo fino a Palermo, fra andata e ritorno il viaggio richiedeva una settimana.

Quando la famiglia di Paolo si é trasferita in Toscana il padre ha continuato a commerciare in oli e formaggi e più tardi Angelo é stato l’artefice di una svolta importante. Nei casi come questo in cui la tradizione é forte e radicata e ha saputo consolidare esperienza e competenza garantendo alti standard di qualità si comincia a pensare di ampliare l’offerta e soprattutto di curare l’immagine perché l’idea di impreziosire i propri prodotti con una veste raffinata é legittima.

Ed é quello che ha fatto Angelo.

Da una parte, accanto agli oli monocultivar di tutte le regioni italiane che danno al consumatore la possibilità di scegliere il prodotto che più soddisfa le sue papille gustative vi é la creazione di una serie di oli aromatizzati che richiedono molta tecnica per poter trovare la giusta combinazione fra olio e aroma che non deve mai sovrapporsi alla delicatezza dell’olio.

Ma ci sono anche aceti, spezie, sughi e pasta trafilata al bronzo ottenuta con i migliori grani duri italiani.

Io ho assaggiato i pici con ragù di chianina, buonissimi, il sugo era setoso e saporito, Paolo dice che questi condimenti, come pure il ragù di cinghiale, vengono preparati seguendo ricette dello stesso Angelo.

Dall’altra, l’estro e la voglia di rinnovarsi hanno portato il fratello a elaborare packaging sempre più raffinati e bottiglie dalle forme e dalle etichette ricercate; l’apice della gamma sia per qualità del contenuto sia per l’eleganza del contenitore é la linea Diamond.

L’ampia raccolta dei prodotti é visibile nel catalogo dei ‘Cipressi’  dove chi acquista può davvero trovare qualche difficoltà dovuta all’imbarazzo della scelta. In fondo il sangue non é acqua, entrambi i fratelli hanno l’obiettivo di trascinare la gente negli ‘abissi’ del loro mondo fatto di gusto e sapori.