Continuano le iniziative per rafforzare la  campagna mondiale #CucinaItalianaUnesco”.

Lo scorso 17 giugno a Napoli, nell’ambito del Napoli Pizza Village, si è svolto l’incontro-seminario “Cibo è cultura e turismo. Da #PizzaUnesco alla nuova campagna mondiale #CucinaItalianaUnesco”, promosso da Fondazione UniVerde, Caputo – Napoli Pizza Village e dai Corsi di Laurea in Hospitality Management e Scienze Gastronomiche Mediterranee dell’Università degli Studi di Napoli Federico II in collaborazione con i Media partners: AskanewsItalpress, La Cucina Italiana, GustoH24, Opera2030TeleAmbienteCanale21.

Tra i media partner GUSTOH24 

L’evento è inserito nel calendario ufficiale delle iniziative promosse per celebrare il 20° Anniversario (2003-2023) della Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale con l’obiettivo di stimolare la nascita di una rete che sappia avviare un percorso sinergico di iniziative ed eventi culturali, ma anche di degustazioni e incontri di sensibilizzazione, al fine di sostenere una candidatura che racconta l’Italia e che intende tutelare e tramandare tradizioni, abitudini e quella gestualità che dalle ricette e dalla preparazione di un pasto culmina con la convivialità e la condivisione del cibo.

L’incontro è stato aperto dal saluto di benvenuto di Claudio Sebillo (Ceo e Founder di Pizza Village Napoli). Proprio al “Caputo – Napoli Pizza Village” 2014 è stata inaugurata la corsa travolgente di #PizzaUnesco, per poi fare il giro dell’Italia e del mondo passando più volte per l’ONU a New York e l’UNESCO a Parigi.

Le parole di Pier Luigi Petrillo che ha scritto il dossier della candidatura di CucinaItalianaUnesco”  

Alfonso Pecoraro Scanio con Pier Luigi Petrillo

Pier Luigi Petrillo (Direttore della Cattedra Unesco in “Patrimoni Culturali Immateriali e Diritto Comparato” presso l’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza): “Dopo che il governo italiano ha trasmesso la candidatura della cucina italiana all’Unesco, le comunità promotrici, coordinate da Silvia Sassone, hanno lanciato una importante campagna mondiale di sostegno che, oggi, si arricchisce di un ulteriore supporto grazie a questa iniziativa. La cucina italiana è patrimonio di tutti, è un mosaico di culture diverse che nel corso dei secoli si sono confuse tra di loro, dando vita a quella biodiversità culturale che oggi è la cifra della nostra cucina. La candidatura non riguarda certo i nostri piatti tradizionali né ha a che fare con ricette o prodotti ma illustra cosa significa cucinare per gli italiani, spiega quanto il cucinare unisca, da nord a sud, le famiglie e gli amici e non è un caso se gli italiani parlano sempre di cibo. Occorre continuare in questa campagna mondiale per sostenere il dossier che ho avuto l’onore di scrivere seguendo le indicazioni delle 4 comunità emblematiche italiane: la rivista La Cucina Italiana, Casa Artusi, il Collegio Culinario, l’Accademia italiana della cucina”.

Il commento di Alfonso Pecoraro Scanio

Alfonso Pecoraro Scanio, (Presidente della Fondazione UniVerde, promotore della campagna mondiale #PizzaUnesco e docente in Turismo enogastronomico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II): “La Fondazione UniVerde ha avuto il grande merito di far dialogare tante realtà, anche molto diverse e rivali tra loro, per costruire il più imponente movimento d’opinione nella storia delle candidature al Patrimonio Culturale Immateriale, con oltre 2 milioni di sottoscrizioni da oltre 100 Paesi del mondo, a sostegno dell’iscrizione dell’elemento “Arte del Pizzaiuolo Napoletano. Come avvenuto nel 2017 per #PizzaUnesco, oggi anche quale referente di uno degli organismi preposti alla salvaguardia dell’elemento “Arte del pizzaiuolo napoletano”, mi auguro che la società civile si entusiasmi e colga la grandissima occasione di sostenere la “cultura del cibo” che da sempre contraddistingue l’Italia e rende il nostro Paese crocevia di un Grand Tour enogastronomico unico. Abbiamo il dovere di tutelarla, tramandarla alle future generazioni, difenderne i valori e farli conoscere in tutto il mondo. La best practice della petizione e della campagna mondiali #PizzaUnesco, il sostegno di partners virtuosi, esperti, mondo accademico e Istituzioni sono l’esempio che uniti e con armonia si può realizzare un sogno superando controproducenti antagonismi per amore della nostra cultura”. 

Indubbiamente, un po’ come la pizza napoletana per Napoli e per la Campania, la cucina italiana non è solo cibo genuino ma un viaggio che racconta l’Italia, i suoi paesaggi, tradizioni, produzioni tipiche regionali e locali. La cucina italiana fa parte della nostra storia ed è un patrimonio culturale inestimabile soprattutto per gli 80 milioni di italiani e loro discendenti che vivono ai quattro angoli del Pianeta così come per i tantissimi ammiratori che in tutto il mondo amano le nostre usanze culinarie. Era il 23 marzo 2023 quando il Ministero della Cultura e il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste hanno annunciato la candidatura de “La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale” come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità – UNESCO.

Ecco cosa scriveva lo scorso mese di marzo una nota del ministero della Cultura: “A promuovere la candidatura “La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale”, il Comitato scientifico presieduto dal professor Massimo Montanari e approvata dal Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana Unesco, sono tre comunità: l’Accademia italiana della Cucina, Istituzione culturale della Repubblica, fondata nel 1953 da Orio Vergani, che vanta oltre 80 sedi all’estero, 220 in Italia e più di 7.500 accademici associati; la Fondazione Casa Artusi, fondata nel 2007 con il fine di promuovere “la cucina di casa italiana” come declinata da Pellegrino Artusi sin dalla seconda metà dell’Ottocento. La Cucina Italiana, fondata nel 1929, la più antica rivista gastronomica al mondo ancora in edicola. Si segnalano, tra le varie comunità sostenitrici della candidatura, Slow Food, ALMA (Scuola Internazionale di Cucina Italiana), ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e UNPLI (Unione nazionale Pro Loco d’Italia)”.

Maddalena Fossati Dondero (Direttore della rivista “La Cucina Italiana” e promotrice della candidatura Unesco: “La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale”): “Con questa candidatura si vuole celebrare la cucina come cultura e come massima espressione dell’identità italiana e di un modo di vivere che ci appartiene da sempre e per cui siamo famosi nel mondo e che appartiene al mondo. Una candidatura importante per una cucina tra le più amate del pianeta e che seguirebbe quelle già ottenute di Francia, Messico, Corea del Sud e Giappone. L’avventura che nasce nella redazione de La Cucina Italiana durante la pandemia trova in un’iniziativa come questa un ulteriore e prezioso supporto dopo quello determinante e indispensabile del ministero della cultura e dell’agricoltura”.

19 giugno: a Parma il convegno “La cucina italiana patrimonio Unesco?”

Sarà dedicato alla candidatura della Cucina italiana a patrimonio culturale immateriale Unesco il convegno in programma per lunedì 19 giugno alle 10 nell’Aula Magna dell’Università di Parma.

La cucina italiana patrimonio Unesco? il titolo dell’appuntamento, organizzato dall’Università di Parma in collaborazione con la Fondazione “Parma, Città Creativa Unesco per la Gastronomia” e il Comune di Parma.

Dopo l’introduzione del Rettore Paolo Andrei e l’indirizzo di saluto del Sindaco di Parma Michele Guerra, interverranno Massimo Montanari, Professore emerito dell’Università di Bologna e Presidente del Comitato scientifico per la candidatura della Cucina italiana a patrimonio culturale immateriale Unesco, che spiegherà Le ragioni di una candidatura, e (con un videocontributo) Giovanna Frosini, docente di Storia della lingua italiana all’Università per Stranieri di Siena e componente del Comitato scientifico per la candidatura, che parlerà di L’italiano del cibo.

Seguirà una sessione di testimonianze delle tre comunità promotrici della candidatura, con interventi di Laila Tentoni di Fondazione Casa Artusi, della Direttrice de “La Cucina italiana” Maddalena Fossati e del Presidente onorario dell’Accademia italiana della cucina Giovanni Ballarini.