La procedura di valutazione dovrebbe concludersi entro dicembre 2025

La cucina italiana è la candidatura ufficiale del governo italiano quale patrimonio dell’umanità Unesco per il 2023.

Il governo ha infatti deciso, su proposta dei ministri dell’Agricoltura e sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e della Cultura Gennaro Sangiuliano, di candidare, per l’anno in corso, la pratica della cucina italiana nella Lista rappresentativa dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità dell’Unesco. E la Commissione nazionale ha approvato all’unanimità. Il dossier verrà ora trasmesso dal ministero degli Esteri all’Unesco e inizierà l’iter di valutazione che dovrebbe concludersi, al più tardi, a dicembre 2025. 

In Italia cucinare è un modo di prendersi cura della famiglia e degli amici (quando lo si fa in casa) o degli avventori (quando lo si fa al ristorante). È un mosaico di tanti saperi locali, un’espressione di creatività e conoscenza che si fa tradizione e si trasmette tra generazioni. È anche una forma di tutela della biodiversità, basata sul non sprecare nulla, sul riutilizzo del cibo avanzato e sui prodotti stagionali dei vari territori. La cucina italiana fa parte della nostra storia ed è un patrimonio per 60 milioni di italiani che vivono nel Paese, per 80 milioni di italiani e loro discendenti che vivono al di fuori del Paese e per tanti stranieri che amano e si ispirano allo stile di vita italiano.

“A promuovere la candidatura “La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale”, –afferma una nota stampa del ministero della Cultura– il Comitato scientifico presieduto dal professor Massimo Montanari e approvata dal Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana Unesco, sono tre comunità: l’Accademia italiana della Cucina, Istituzione culturale della Repubblica, fondata nel 1953 da Orio Vergani, che vanta oltre 80 sedi all’estero, 220 in Italia e più di 7.500 accademici associati; la Fondazione Casa Artusi, fondata nel 2007 con il fine di promuovere “la cucina di casa italiana” come declinata da Pellegrino Artusi sin dalla seconda metà dell’Ottocento. La Cucina Italiana, fondata nel 1929, la più antica rivista gastronomica al mondo ancora in edicola. Si segnalano, tra le varie comunità sostenitrici della candidatura, Slow Food, ALMA (Scuola Internazionale di Cucina Italiana), ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e UNPLI (Unione nazionale Pro Loco d’Italia)”.

Da ricordare anche la FIC – Federcuochi e leggere in basso le iniziative degli anni scorsi).

Il commento di Gian Marco Centinaio, Vice presidente del Senato

Gian Marco Centinaio su Twitter

🇮🇹 La cucina italiana merita di essere iscritta tra i patrimoni dell’umanità @UNESCO, sarebbe un giusto riconoscimento per la cultura gastronomica italiana.
👨‍🍳 I nostri chef e cuochi sono ambasciatori del #MadeInItaly, che esportano le eccellenze agroalimentari del nostro Paese.

Alfonso Pecoraro Scanio: “Cucina italiana Unesco è risposta a cibi artificiali e farine di insetti e rafforza la campagna #noFakefood

Alfonso Pecoraro Scanio presidente della Fondazione Univerde, già ministro dell’agricoltura e promotore di #pizzaUnesco e #noFakefood ha sostenuto fin dall’inizio la proposta della Federcuochi e delle Accademie della cucina per #cucinaItalianaUnesco e rilancia “La candidatura della cucina italiana è una sfida a chi vuole imporre una dieta alimentare unica e appiattita su cibi artificiali, farine di insetti, Ogm e poca biodiversità e varietà.

La cultura agroalimentare ed enogastronomica italiana è familiare e artigianale, l’opposto del cibo anonimo gestito da poche multinazionali. Dopo la Dieta mediterranea e l’arte del Pizzaiuolo napoletano questo riconoscimento rafforza la campagna #noFakefood per difendere tradizioni e vero Made in Italy. Dobbiamo ottenere questo riconoscimento e rilanciare poi con altri dossier importanti come il rito del caffè italiano da Venezia a Napoli che attende un impegno più deciso da parte delle istituzioni”.

La presentazione del dossier

La cucina italiana viene definita, nel dossier di candidatura ufficiale alla lista Unesco dei patrimoni culturali immateriali, come un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali che, senza gerarchie, la identificano e la connotano. Questo mosaico di tradizioni riflette la diversità bioculturale del paese e si basa sul comune denominatore di concepire il momento della preparazione e del consumo del pasto come occasione di condivisione e di confronto. Il dossier è stato scritto dal professore della Luiss, Pier Luigi Petrillo, che già in passato aveva curato le candidature all’Unesco di tanti elementi come la Dieta Mediterranea e i pizzaiuoli napoletani. 

Sangiuliano: valorizzato grande patrimonio 

«È una decisione che valorizza quello che noi consideriamo un grande patrimonio nazionale, che riguarda moltissimi italiani. Non soltanto gli italiani che vivono in Italia, che sono 60 milioni, ma anche 70 milioni che vivono al di fuori del nostro Paese, e anche tutti gli stranieri che amano lo stile italiano e a quello si ispirano», ha commentato Sangiuliano. Cucina italiana significa, secondo il ministro, «promuovere l’idea di qualità della vita e del vivere italiano che è fatto di arte, di cultura, di paesaggi, di monumenti, ma anche di esperienze come quelle delle eccellenze alimentari».

Lollobrigida: promuovere la complessità

«Senza nulla togliere alle cucine messicana, francese, giapponese e coreana – dice Lollobrigida, ringraziando caldamente Sangiuliano per il supporto – io credo che quella italiana non abbia rivali e che sia stato forse un problema il fatto che finora non si sia avuta la forza e la capacità di promuoverne la complessità. Complessità fatta di un sistema di valori che proprio nella nostra nazione nel tempo si sono andati consolidando. Ma per quanto riguarda la cucina italiana – spiega – bisogna anche guardarla nella sua prospettiva poliedrica: dal produttore all’allevatore fino ad arrivare al trasformatore, colui che ci fornisce gli elementi che finiscono in cucina, e i nostri cuochi che trasformano in un bene prezioso che deve essere raccontato in sala dal personale, da formare in una delle nostre ottime scuole alberghiere. Deve essere raccontato ai cittadini italiani e agli acquirenti di benessere di tutto il mondo».

La procedura di valutazione dovrebbe concludersi al massimo entro dicembre 2025.

La Cucina Italiana si candida all’Unesco: il Comitato scientifico che sosterrà e redigerà il dossier necessario alla presentazione della candidatura

Il mensile “La Cucina Italiana”, nato nel lontano 1929, con il numero del luglio 2020 ha lanciato un progetto di comunicazione volto a sostenere il valore universale della cultura gastronomica italiana: la candidatura all’Unesco della «cucina italiana» quale patrimonio immateriale dell’umanità. Leggere Gustoh24

Firma la petizione di Casa Artusi: “La cucina italiana patrimonio UNESCO”

Come poteva Casa Artusi, cuore della cucina domestica italiana non condividere con “La Cucina Italiana” questo cammino verso il riconoscimento dell’identità gastronomica italiana come Patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO. E così da quando La Cucina Italiana ha deciso di coinvolgere Casa Artusi, con la Presidente Laila Tentoni come rappresentante, abbiamo prontamente risposto: Sì. Così recitava un comunicato di Casa Artusi (gennaio 2021) ed ora mentre si avvicina il 2023 Casa Artusi rilancia l’impegno ed è in prima linea nel percorso di riconoscimento UNESCO della cucina italiana con una apposita Petizione popolare. Leggere su Gustoh24.

Ampliare le competenze dell’EFSA