VAS: “Gli ultimi avvenimenti non possono che farci esprimere una profonda preoccupazione e ci auguriamo che ci sia una attenta selezione dei futuri candidati per le prossime votazioni al Parlamento Europeo”

Nel giugno scorso ben 34 associazioni ambientaliste e della società civile italiane, tra queste VAS Verdi Ambiente e Società, Greenpeace, Medici per l’Ambiente, Italia Nostra, Lav, Legambiente, Touring Club Italiano, Transparency International Italia, VAS Verdi Ambiente e Società,  Wwf – avevano inviato una lettera al Commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni nella quale si poteva leggere che «Le Strategie europee per la natura sono sotto attacco. L’Europa dia un segnale forte fornendo pieno sostegno a questo decisivo passo verso l’arresto del declino della biodiversità, la lotta ai cambiamenti climatici, un’agricoltura sana e una seria tutela dell’ambiente europeo».

Un voto del Parlamento Eu sui pesticidi respinge la proposta della Commissione

Ora, sono passati alcuni mesi e l’allarme è doppio perchè si blocca la Strategia Europea per la biodiversità e la Strategia Farm to Fork, formalmente approvate sia in seno al Parlamento europeo che nel Consiglio dell’Unione europea.

E’ stata infatti bocciata dal Parlamento europeo (299 i no, contro 207 sì e 121 astenuti) la proposta di regolamento, avanzata dalla Commissione UE, di imporre entro il 2030 un taglio del 62% dell’uso di agrofarmaci e del 50% delle sostanze attive sostitutive in agricoltura. Il testo deve quindi tornare all’esame della commissione Ambiente.

Si abbandona in questo modo una strada fondamentale del Green Deal e delle strategie Farm to Farm e sulla biodiversità su cui l’Ruropa ha lavorato in questi mesi. Ora non ci sono più i tempi per chiudere l’iter – compreso il negoziato finale con il Consiglio – prima delle prossime elezioni europee e l’insediamento del nuovo esecutivo UE.

E proprio su questo aspetto punta la dichiarazione allarmata del presidente nazionale dell’associazione ambientalista VAS Verdi Ambiente & Società Stefano Zuppello: “Questa votazione, che ha visto il Parlamento opporsi alla proposta della Commissione per ridurre drasticamente l’uso di pesticidi chimici entro il 2030, rappresenta un chiaro segnale di allarme per il futuro delle politiche ambientali in Europa. La decisione è stata fortemente influenzata dagli interessi di una parte dell’agroindustria, mettendo a rischio la transizione ecologica dell’agricoltura. Altra apprensione l’abbiamo per una possibile scelta dell’Europa di reintrodurre i nuovi OGM in agricoltura. Questi ultimi avvenimenti non possono che farci esprimere una profonda preoccupazione e ci auguriamo che ci sia una attenta selezione dei futuri candidati per le prossime votazioni al Parlamento Europeo”.

Le reazioni a favore e contro l’uso sostenibile dei pesticidi

“Non potevo immaginare che l’intero progetto di legge sarebbe stato calpestato in questo modo, è un’amara delusione, per la biodiversità, per la nostra salute e per quella dei nostri figli”, ha detto in conferenza stampa la relatrice del provvedimento Sarah Wiener, dei Verdi. Diametralmente opposta, e dai toni molto accesi, la lettura che ne dà il partito popolare europeo in una nota: “Oggi il Parlamento europeo ha respinto l’approccio estremista dei Verdi e dei Socialisti volto a imporre sempre più divieti e regolamentazioni eccessive che ridurrebbero la produzione alimentare in Europa”. Una lettura che riflette le stesse parole d’ordine delle grandi lobby dell’agribusiness, contrarie alle nuove norme sull’uso sostenibile dei pesticidi così come, in precedenza, lo erano state verso una riforma realmente migliorativa della politica agricola comune e della Legge sul Ripristino della Natura.

Soddisfatte le associazioni del settore

“Ha prevalso il buon senso oggi al Parlamento Ue, con la bocciatura del regolamento fitosanitari che avrebbe avuto forti ripercussioni sul mondo produttivo”, è il commento di Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani. “Non si era tenuto conto delle esigenze del mondo agricolo sin da principio  mentre oggi a Bruxelles sono state accolte le nostre ragioni. Gli agricoltori sono i primi a voler contribuire alla sostenibilità, ma chiediamo nuovi strumenti e pragmatismo”.

Secondo Cia  “agli sforzi già compiuti dal mondo agricolo non era stato dato il pieno riconoscimento – dichiara Fini -, speriamo ora che il Parlamento e il Consiglio facciano, invece, passi in avanti sull’approvazione della legislazione sulle tecniche di evoluzione assistita (TEA), che rendono le colture più resistenti e meno necessari i fertilizzanti, contribuendo ai piani di Bruxelles per un sistema agroalimentare più sostenibile”.

Sulla stessa linea Tommaso Battista, presidente di Copagri, che aggiunge: “Indipendentemente dalle sorti della proposta di regolamento comunitario, si andrà comunque verso una progressiva diminuzione nel consumo di prodotti fitosanitari; e tutto questo si potrà e si dovrà farlo attraverso la genetica, ma anche grazie allo sviluppo di biostimolanti, senza contare il sempre maggiore ricorso all’agricoltura di precisione e a metodi di lotta integrata basati su antagonisti naturali”. “Proprio il miglioramento genetico, infatti, sarà una delle principali chiavi di volta per raggiungere la tanto decantata rivoluzione green – aggiunge -, arrivando al contempo a produrre utilizzando sempre minori quantità di carburanti, fertilizzanti e agrofarmaci, e andando così a coniugare concretamente la sostenibilità ambientale con quella economica”.

Se fosse stata approvata nella sua formulazione originaria, con gli obiettivi fissati di riduzione dei fitofarmaci per le varie colture, la riforma avrebbe comportato tra le altre cose un aumento delle importazioni di prodotti alimentari di paesi extra Ue, che non vengono sottoposti ai controlli rigidi già oggi obbligatori in Europa. Lo scrive Confcooperative Fedagripesca, sottolineando che “gli agricoltori non possono continuare ad essere considerati nemici dell’ambiente”, dice il presidente Carlo Piccinini. “È infatti sotto gli occhi di tutti  il grande impegno profuso negli ultimi anni dalle aziende agricole e dalle imprese agroalimentari, che hanno fatto grandi sforzi per ridurre il loro impatto sull’ambiente, sia nelle fasi di coltivazione che in quelle di trasformazione industriale”.

WWF, “A rischio gli obiettivi fondamentali del Green Deal”

Per il  WWF, si tratta di un “voto pesantemente condizionato dagli interessi privatistici di una parte dell’agroindustria”. “La bocciatura del Regolamento SUR è una sconfitta non solo per l’ambiente ma soprattutto per la salute delle persone e degli agricoltori – continua il WWF -. Un segnale preoccupante in vista della fase conclusiva della legislatura europea che prevede l’adozione di importanti provvedimenti a sostegno della transizione ecologica dell’agricoltura e della tutela della biodiversità, a partire dall’accordo provvisorio sulla Nature Restore Law, oggi approvato dai Rappresentanti Permanenti degli Stati membri e che passerà al vaglio della Commissione ENVI a fine novembre”.

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