Buone notizie per le Indicazioni protette e geografiche della Sicilia.

Il Pistacchio di Raffadali è stato iscritto nel Registro europeo delle Denominazioni di origine protette e delle Indicazioni geografiche protette.

Il commento dell’ assessore regionale all’Agricoltura Toni Scilla

«Accolgo con soddisfazione la notizia che un’altra eccellenza dell’agroalimentare siciliano risulta da oggi iscritta nel Registro europeo delle Dop e Igp. Il Pistacchio di Raffadali si conferma così prodotto di prestigio e di importante valore economico per un territorio che, con 500 ettari di pistacchieti, interessa le province di Agrigento e Caltanissetta”, commenta l’assessore regionale all’Agricoltura, allo Sviluppo Rurale e alla Pesca mediterranea, Toni Scilla. «Non mancheranno adesso le opportunità per intercettare ed esplorare nuovi mercati e puntare quindi su una maggiore valorizzazione del brand Sicilia. Il Governo Musumeci continua a sottolineare l’importanza dell’agroalimentare quale fattore di sviluppo, promozione e valorizzazione del territorio».

Il portale del Pistacchio Raffadali

Il pistacchio (Pistacia vera L.) è originario delle zone aride dell’Asia centrale, in Sicilia venne introdotta da Lucio Vitellio nel 30 d.c., Secondo il celebre botanico Minà Palumbo, furono gli arabi ad intraprenderne la coltivazione nel IX-XI secolo, diffondendola nei terreni poco profondi e calcarei piuttosto frequenti nelle aree interne collinari.
Considerato che non si ha alcuna notizia storica della presenza del pistacchio nel territorio etneo fino al XVIII secolo (Spina 1982), si può ritenere che la prima diffusione in Sicilia sia avvenuta nei territori di Agrigento e Caltanissetta, territori peraltro caratterizzati dai quei substrati calcarei a cui si riferiva Minà Palumbo, a differenza di quelli etnei tipicamente di origine vulcanica.

In Sicilia due sono i principali poli di produzione del Pistacchio: Raffadali nell’agrigentino e Bronte nel catanese.

I numerosi terreni agricoli censiti nei comuni limitrofi, sono coltivati da agricoltori di Raffadali, ragion per cui i loro prodotti vengono assimilati come prodotti raffadalesi.
Anche il pistacchio, pertanto, coltivato in queste condizioni nelle contrade degli agri di Joppolo, Santa Elisabetta, San Biagio Platani, Sant’Angelo Muxaro, Cianciana, Cattolica Eraclea, Agrigento, Favara, Casteltermini, Racalmuto, Aragona e Santo Stefano Quisquina, si inserisce in questo contesto, andando a rappresentare quello che tipicamente viene identificato come pistacchio di Raffadali. (ecco il portale del pistacchio di Raffadali).