Nel IV trimestre del 2020 la ristorazione italiana ha perso 11,1 miliardi di euro, chiudendo così con un -44,3% di fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019.
A certificarlo è l’Ufficio studi di Fipe-Confcommercio che ha elaborato i dati Istat diffusi stamani. Un risultato determinato da quello che è stato, a tutti gli effetti, un secondo lockdown autunnale per il comparto della ristorazione che, complessivamente, lo scorso anno ha perso 34,6 miliardi di euro, il 36,2% rispetto al periodo pre Covid.
“Siamo davanti a un abisso apparentemente senza fine – commenta la Federazione italiana dei Pubblici esercizi -. Con la fine di marzo si chiuderà, con ogni probabilità il quinto trimestre consecutivo con segno negativo per un settore che rappresenta, più di ogni altro, l’italianità. Un settore che, oltre a dare lavoro direttamente a 1,3 milioni di persone, rappresenta il terminale essenziale della filiera agroalimentare. Numeri che richiedono almeno una graduale riapertura per evitare che l’intero settore vada in default“.
Chiusure fino a Pasqua, sei regioni a rischio: l’arancione è in agguato
Ultimissime. Il nuovo dpcm su cui sta lavorando in queste ore il governo sarà sicuramente in vigore dal 6 marzo al 6 aprile. Le vacanze di Pasqua saranno comprese quindi.
Pertanto oltre alla proroga dello stop degli spostamenti tra Regioni, già in vigore fino al prossimo 27 marzo (ma sarà probabilmente prolungato ulteriormente) e limite di due persone per le visite a parenti e amici – tranne in zona rossa, dove con il nuovo provvedimento non è infatti consentito andare a trovare amici o parenti in un’altra abitazione – ci sarà ancora il coprifuoco dalle 22 alle 5, e la chiusura di bar e ristoranti di sera.
Ma è attesa anche una stretta per le scuole nelle zone rosse. Solo dopo la prima settimana di aprile si potrà valutare una riapertura dei locali anche dopo le 18 del pomeriggio, ma solo nelle zone dove il virus circola di meno.