Fino al 30 aprile sarà attiva una petizione su Change.org del Comitato Promotore di Torino-Piemonte World Food Capital: assegnare 10% fondi Ue a questo progetto

Creare una cabina di regia che metta a sistema tutti gli attori della filiera del cibo e che promuova il Piemonte come Capitale Mondiale del Food: è questo il progetto presentato, nelle scorse settimane, dal Comitato Promotore Torino-Piemonte World Food Capital, nato con l’obiettivo di valorizzare le potenzialità del territorio piemontese e trasformare il Piemonte in una Food Valley. 

Si apre una competizione con l’Emilia Romagna e in particolare con Parma, da molti ritenuta la food Valley italiana con il primo riconoscimento di Città creativa della Gastronomia Unesco e con Alma, la prima Scuola internazionale di cucina italiana?

Staremo a vedere intanto ecco le prime notizie che arrivano da Torino.

I commenti 

Trasformeremo il Piemonte nella Capitale Mondiale del Food, per garantire alla regione un nuovo sviluppo e assicurare alle generazioni future nuovi stimoli, benessere e prospettive – ha detto durante la conferenza stampa in streaming Federico Francesco Ferrero, presidente Torino-Piemonte World Food Capital – Vogliamo creare una Food Valley capace di raccogliere investimenti, trattenere i giovani, attrarre viaggiatori, richiamare lavoratori e nuovi cittadini verso un territorio già ricco di esperienze ed eccellenze, che vanno integrate tra loro e comunicate con coerenza”.

«Sostengo questo progetto perché sono certa che potrà garantire ai giovani della mia regione un futuro di soddisfazioni e successi internazionali – racconta Marta Bassino, campionessa mondiale nello slalom parallelo e nello slalom gigante 2021 e Ambasciatrice di Torino-Piemonte World Food Capital -. Come Ambasciatrice di Torino-Piemonte World Food Capital spero di infondere in tutti i piemontesi la fiducia che, con la determinazione, nessun traguardo è troppo ambizioso, neppure quello di diventare la Capitale Mondiale del Cibo».

Nato da un percorso durato oltre sette anni il Comitato Promotore si è strutturato nel 2021 sotto forma di associazione senza fini di lucro ad opera di quattro soci fondatori, tra cui il presidente Federico Francesco Ferrero e il vicepresidente Mauro Sironi, che rappresentano le oltre cento persone che in questi anni si sono confrontate periodicamente sul tema. Ambasciatrice del progetto è la sciatrice cuneese Marta Bassino, Campionessa Mondiale nello slalom parallelo e vincitrice della Coppa del Mondo di slalom gigante 2021.

Fino al 30 aprile sarà attiva una petizione su Change.org con la quale il Comitato Promotore di Torino-Piemonte World Food Capital intende chiedere alle istituzioni locali e nazionali che almeno il 10% dei fondi europei assegnati alla Regione Piemonte – Recovery Fund, PSR-programma settennale di sviluppo rurale, PNRR-piano nazionale ripresa e resilienza, programmi europei React e Next Generation Eu – sia destinato a finanziare questo progetto.

Il progetto potrà inoltre essere sostenuto dalle donazioni effettuate da tutti i soggetti interessati, in particolare aziende e attori del mondo food coinvolti direttamente nell’iniziativa, e da ogni singolo cittadino che voglia contribuire al cambiamento del territorio in cui vive.

In Piemonte è nata la prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo, il primo Festival del giornalismo alimentare e il Salone del Gusto

Il festival del giornalismo alimentare che nel 2021 si terrà dal 23 al 25 settembre

In Piemonte l’economia del cibo genera ogni anno 8 miliardi di euro. Nella regione sono attive 50.600 aziende agricole che coltivano 900.000 ettari, di cui 49.000 a biologico. Quasi 4.390 imprese, pari al 7% del totale nazionale, operano su questo territorio, insieme a 11.618 negozi alimentari e 28.028 bar e ristoranti. Complessivamente il comparto food piemontese impiega 242.000 addetti. Professionisti dell’ambito che si sono formati in larga misura nei 55 istituti professionali e alberghieri dedicati ad agricoltura ed enogastronomia o grazie ai 30 corsi di laurea, 3 di dottorato e 5 master dedicati a questo mondo, capaci di produrre più di 5.500 pubblicazioni scientifiche internazionali. Qui, dove sono state fondate la prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo, il primo Festival del giornalismo alimentare e il Salone del Gusto, sono ospitate 345 fiere del cibo, di cui 8 internazionali, e 6 musei tematici.

La roadmap prevede in una prima fase la mappatura dell’esistente attraverso un’indagine qualitativa e quantitativa sul Piemonte focalizzata su 8 ambiti (formazione e ricerca, cultura, industria, agricoltura, artigianato, ristorazione, commercio e ospitalità). Successivamente si procederà con l’aggregazione dei rappresentanti di tutte le varie spinte che riguardano il cibo piemontese e la progettazione partecipata attraverso tavoli di lavoro che traccino una visione a lungo termine coinvolgendo più attori della filiera, trasversalmente o a gruppi. Un passaggio fondamentale sarà poi la certificazione delle realtà e dei prodotti che seguono le linee guida del progetto World Food Capital e che sono quindi meritevoli di essere inserite tra le eccellenze della Capitale Mondiale del Cibo.

Infine si procederà con la promozione dell’iniziativa, favorendo il contatto tra domanda e offerta, interna ed esterna, e la pubblicizzazione dell’auto-candidatura del Piemonte come Capitale Mondiale del Cibo e delle opportunità al grande pubblico nazionale e internazionale. La frammentazione delle esperienze territoriali è, infatti, il primo nodo che si intende superare mettendo in campo una campagna di comunicazione rivolta in prima battuta soprattutto al territorio piemontese, consapevole solo in parte del reale valore delle proprie eccellenze. Il Comitato Promotore si propone quindi con un ruolo di facilitatore di questo processo, che punta a portare un riconoscimento globale all’intera regione del Piemonte come World Food Capital.

I dieci motivi per rendere il Piemonte una food valley

LA REGIONE PIEMONTE ADERISCE ALLA PETIZIONE PROMOSSA DA WORLD FOOD CAPITAL

La Regione ha individuato una lista di dieci motivi per sostenere l’iniziativa.

1) Langhe Roero e Monferrato patrimoni dell’UnescoLa Regione aderisce alla petizione per rendere il Piemonte una Food valley

I Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, patrimonio Unesco dal 2014, sono sei aree di eccellenza, che si estendono per 10.789 ettari lungo dolci colline coperte da vigneti a perdita d’occhio, inframmezzati da piccoli villaggi di altura e castelli medievali. All’interno dei confini delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo, da secoli la viticoltura costituisce il fulcro della vita economica e sociale.

2) 58 vini dop e 25 prodotti alimentari dop, igp e stg

Il Piemonte conta 25 prodotti a marchio controllato, di cui 14 dop, 9 igp e 2 stg, e 58 vini dop ai quali si è aggiunto, nel 2019, il Nizza dop. L’impatto economico dei prodotti dop, igp e stg è di grande rilievo per l’intera regione: nel 2019 sono valsi all’economia locale 1,31 miliardi di euro, con un aumento di 90 milioni rispetto all’anno precedente. Di particolare rilievo il formaggio, su cui il Piemonte vanta 10 certificazioni (di cui 7 esclusive regionali), la frutta (33) e le carni (3)

3) I mercati alimentari di Torino

I mercati dei contadini e quelli di alimenti freschi sono presenti in ogni provincia del Piemonte. In particolare, a Torino sono 42 quelli organizzati quotidianamente. Di questi, 38 ospitano i banchi di vendita diretta di agricoltori e allevatori.

4) Enoteche regionali e botteghe del vino

Il Piemonte, con la legge regionale n. 37 del 1980, ha istituito 14 enoteche regionali e 34 tra botteghe del vino e cantine comunali, ospitate presso castelli e dimore storiche nei principali territori viticoli piemontesi.

5) Il riso di Vercelli

Nel vercellese vengono coltivate più di cento varietà di riso, tra cui il Baraggia Biellese e Vercellese, l’unica Dop italiana dal 2007. Presente nella zona di Vercelli a partire dal Rinascimento, la coltivazione  ha contribuito alla bonifica del territorio. Nel 2019 le esportazioni del riso di Vercelli sono aumentate del 7,8 per cento, che ha portato il distretto a conseguire un nuovo traguardo massimo di esportazioni pari a 243 milioni di euro.

6) Aziende agrituristiche

In Piemonte sono presenti 1.316 aziende agrituristiche autorizzate, di cui due terzi localizzate in zone collinari, poco meno di un quinto in montagna e la restante parte in pianura. Oltre la metà si occupano anche di somministrazione di alimenti e ristorazione. Cuneo è la provincia che conta il maggior numero di agriturismo coprendo circa un terzo del totale.

7) 25 ecomusei e 6 musei dedicati al cibo

Il territorio piemontese presenta una ricca rete di musei, che contribuisce alla valorizzazione e diffusione della conoscenza legata alla cultura del cibo. Tra questi, sono 6 i musei tematici e 25 gli ecomusei. Nel 2019, gli ecomusei della Regione Piemonte sono stati visitati da 29.239 persone.

8) Quasi mille sagre e fiere agroalimentari nazionali e internazionali

Degna di nota sul suolo piemontese è anche la rete di sagre e fiere agroalimentari promosse dalla Regione. Queste costituiscono un’importante vetrina di promozione del territorio e delle sue risorse: prodotti, territori e paesaggi, enogastronomia, agricoltura, storia, tradizione e cultura. Nel 2019 nella Regione Piemonte si sono svolte otto manifestazioni fieristiche internazionali, 34 nazionali, 57 regionali e 246 locali, a testimoniare la vivacità di un comparto che occupa un significativo ruolo nel mantenimento e nello sviluppo del sistema economico regionale. A questi numeri si aggiungono i 512 appuntamenti delle sagre e fiere-mercato regionali, che tradizionalmente offrono diversificate occasioni di svago e di turismo e che, tutte, vivono di un nucleo centrale legato ad agricoltura o enogastronomia.

9) 36 presidi Slow food in Piemonte

Sono 36 i presidi Slow Food, ovvero tutti quei prodotti, lavorazioni tradizionali, razze autoctone che rischiano di scomparire in Piemonte. Attorno ai sapori che rischiano di estinguersi, quindi, Slow Food ha creato una comunità di contadini, artigiani, pastori, pescatori, ristoratori, che si prendono cura delle tradizioni alimentari del proprio territorio, preservando la biodiversità, tramandando tecniche di produzione e mestieri in via di estinzione.

10) Istruzione e formazione: dalle scuole superiori a università e master

Gli studenti piemontesi che intendono dedicarsi al settore alimentare hanno una vastissima possibilità di scelta: nella regione si contano, infatti, 55 istituti professionali e alberghieri, dedicati ad agricoltura ed enogastronomia, e un Liceo Linguistico con curvatura artistica ed enogastronomica, nato dalla collaborazione tra il liceo Madre Mazzarello, Fondazione Torino musei e Slow food. L’Università degli studi di Torino offre 24 corsi di laurea. Ha, inoltre, 3 corsi di dottorato e 5 Master con focus su tematiche agrarie, biologiche, veterinarie e alimentari. Il Piemonte ospita poi l’Università di Scienze gastronomiche, nata nel 2004 da Slow food in collaborazione con Regione Piemonte e Regione Emilia Romagna, che intende formare la nuova figura professionale del gastronomo.