Giuseppe Caprotti, primogenito di Bernardo scomparso nel 2016, apre le porte agli archivi di famiglia e scrive un libro

“Bernardo Caprotti non è stato l’artefice della nascita di Esselunga. L’azienda è stata fondata da un gruppo di manager americani capitanati da Nelson Rockefeller, consigliato a sua volta dalla Cia. Bernardo contribuisce in modo determinante alla crescita di Esselunga, ma solo in un secondo momento. E con il tempo, metterà in ombra tutti coloro che l’hanno resa grande con lui: soci, figli e altri famigliari”.

Per la prima volta Giuseppe Caprotti, primogenito di Bernardo, allontanato dall’azienda nel 2004, dopo molti anni di silenzio si espone e dice la sua verità nel libro ‘Le ossa dei Caprotti’. Così scrive l’agenzia AdnKronos.

Lo scritto di Giuseppe Caprotti apparso su X già Twitter

Edito da Feltrinelli, il testo offre un ritratto inedito del padre di Giuseppe, un uomo verso il quale, da un lato, l’autore è molto riconoscente per il bene ricevuto in termini di educazione, orizzonti e benessere economico. Ma al quale, al tempo stesso, imputa non solo la perdita di una parte della propria vita, ma anche di un pezzo di identità, sia come uomo che come manager, capace di dare un importante contributo allo sviluppo del colosso della grande distribuzione.

Il volume, tuttavia, non è solo questo. È anche la storia di una grande famiglia che dalla Brianza crea un impero imprenditoriale. Non un libro di attualità, né un pamphlet o tantomeno un romanzo, bensì un saggio storico sui Caprotti, ricco e ben documentato. L’autore lo fa usando la forza dei fatti, attraverso i quali ripercorre le vicende familiari e imprenditoriali dei suoi antenati che hanno inizio oltre 300 anni fa.

Le ossa dei Caprotti’ deve il suo titolo alla passione-ossessione di Bernardo per ossa e cimiteri, al punto che spesso la domenica portava i figli nella chiesa di San Bernardino alle Ossa a Milano, il cui santuario è decorato con ossa e teschi di molti secoli, dal Duecento in poi. Il libro si snoda in un racconto brillante, denso di visioni imprenditoriali, documenti storici, ricordi personali e conflitti laceranti. Con notizie e informazioni inedite. Non mancano neppure storie surreali, come i pranzi di Natale durante i quali Bernardo preferiva ai cori natalizi i discorsi del Duce, e non certo per una vena nostalgica, quanto per stupire e provocare. O come la richiesta, avanzata da Bernardo, di una perizia psichiatrica per il figlio Giuseppe.

Protagonisti della prima rivoluzione industriale, i Caprotti passano dall’essere proprietari agricoli a diventare mercanti- imprenditori, con la produzione dei tessuti filati nelle case dei mezzadri e dei braccianti che lavorano sui loro terreni. Nel 1840 nasce la ditta Bernardo Caprotti di Giuseppe, che dispone di macchinari per la preparazione di filato di cotone. L’espansione è tale che nel 1866 conterà 1500 operai a Carate, Albiate, Giussano, Verano, Paina, Seveso e Cabiate. Nel corso dell’800 si arriva poi alla fabbrica accentrata, ad Albiate, ma anche a Macherio. Così i Caprotti sono diventati degli industriali.

Un secolo dopo è il nonno Giuseppe Caprotti, detto Peppino, che, forte dei finanziamenti americani del piano Marshall e delle sue capacità, fa la fortuna della famiglia.

Giuseppe Caprotti firma il libro durante la presentazione a Milano 
Giuseppe Caprotti dedica il libro a Valeria e Xinema (Foto Gustoh24)

Esselunga di Caprotti è una sola….

uno scritto di Mario Sassi

Le ossa dei Caprotti” (Una storia italiana di Giuseppe Caprotti) è un libro sicuramente da leggere. È la storia di una grande impresa familiare e dei suoi protagonisti raccontata per quello che è stata. Leggendola tutta di un fiato mi è venuto in mente Fabrizio De André. “Cominciò con la luna sul posto e finì con un fiume di inchiostro è una storia un poco scontata, una storia sbagliata”…  Continua a leggere QUI

Gli appuntamenti: lunedì prossimo in Feltrinelli Firenze per la presentazione del libro. 

Oggi su Repubblica Firenze QUI

Gli scheletri nell’armardio della famiglia Esselunga

Esce il libro di Caprotti jr (sul Gambero Rosso)

Un libro che ha fatto e farà parlare, quello scritto da Giuseppe Caprotti, figlio del fondatore di Esselunga, allontanato dall’azienda di famiglia nel 2004. Il titolo è un programma: “Le ossa dei Caprotti. Una storia italiana”

Per 20 anni, da quando sono uscito malamente dalla mia azienda, sono stato bersagliato da notizie create ad arte e quindi ho deciso di rispondere con un saggio documentato – ha dichiarato Giuseppe Caprotti durante la presentazione del libroLe ossa dei Caprotti. Una storia italiana” edito da Feltrinelli – l’ho fatto sicuramente per i miei figli perché non hanno assolutamente idea di cosa mi sia successo, come non la hanno tantissime persone e amici, ma anche perché sono stato accusato di malagestione: dal libro si evince che così non è stato. Ci ho messo tanto tempo perché purtroppo ero anche impegnato in una disputa legale che non ho voluto nel modo più assoluto”. Disputa che è terminata nel 2020 e ha dato vita a questo libro, nel quale Giuseppe racconta la sua verità.

Le accuse di Caprotti jr al padre

Con tanto di accuse pesanti rivolte al padre Bernardo Caprotti, mancato nel 2016, sia nel campo sentimentale – “Mai un abbraccio o una carezza. Non pronuncia mai parole di apprezzamento: l’ironia che è il suo punto forte si trasforma spesso in sarcasmo” – sia in quello imprenditoriale: secondo la versione di Giuseppe, Esselunga sarebbe stata fondata da un gruppo di manager americani. Una riscrittura della storia aziendale avallata da Marco Brunelli, uno dei primi soci di Esselunga e in seguito patron di Finiper, che aveva messo in contatto Bernardo con Nelson Rockefeller, secondo questa versione il vero ideatore della catena di supermercati inizialmente chiamata “Supermarkets Italiani”.

Esselunga, The Succession italiana

In tutta questa storia emerge pure il ruolo di Guido Caprotti, fratello minore di Bernardo nonché grande amico di Brunelli, che per cercare di salvare l’azienda tessile fondata dal padre ha venduto tutte le quote di Esselunga, rimanendo fregato. Nel libro, pieno zeppo di aneddoti, si vuole di fatto smontare il mito del “self-made man” che ha sempre costellato lo storytelling del fondatore (o presunto tale) di Esselunga con l’ossessione per ossa e cimiteri, al punto che spesso la domenica portava i figli nella chiesa di San Bernardino alle ossa a Milano. Da qui il titolo del libro, purtroppo andato in stampa prima del chiacchieratissimo spot della pesca. È proprio vero che le famiglie perfette non esistono, verrebbe da dire.

Le ossa dei Caprotti. Una storia italiana – ed. Feltrinelli – 400 pp – 19,00