Roma, 7 dic. (askanews) - A sei anni dall’iscrizione dell’elemento “L’arte del Pizzaiuolo Napoletano” nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità – UNESCO, sono aumentate a livello esponenziale le richieste, da ogni parte del mondo, di veri pizzaiuoli di scuola napoletana. Un segnale importante che gratifica quanti si sono impegnati per far iscrivere e, successivamente, valorizzare l’elemento ma che impone anche attente riflessioni e l’adozione di misure per la salvaguardia della sua integrità affinché venga tramandato un sapere tradizionale e culturale vivente e autentico. Una vera best practice quella del “pizzaiuolo napoletano” che si inserisce in un quadro più ampio, quello della “cultura del cibo” legata alla tradizione della cucina italiana che da sempre rende il nostro Paese crocevia di un Grand Tour enogastronomico unico. In effetti, un po’ come la pizza napoletana è per Napoli e per la Campania, la cucina italiana non è solo cibo genuino ma un viaggio nel Belpaese che rispecchia la nostra penisola, i suoi paesaggi, la cultura, le tradizioni, le produzioni regionali e locali. È promozione dei territori e turismo esperienziale, è cultura della qualità e delle tipicità. Spirito di festa ma anche di fattiva collaborazione è quanto è emerso a Napoli in occasione dell’evento “Dall’Arte del Pizzaiuolo Napoletano alla Cucina Italiana: Patrimonio culturale e Made in Italy certificato contro Agropirateria, Italian sounding e Fake food” promosso da Fondazione UniVerde, Coldiretti Campania e Associazione Pizzaiuoli Napoletani, in collaborazione con gli event partners: ITA0039 – 100% Italian Taste Certification by Asacert – Assessment & Certification, La Fiammante, Mulino Caputo, Bernardo – Legnami Certificati; e ospitato al Villaggio Coldiretti. Realtà che hanno sostenuto la campagna #PizzaUnesco e nuovi compagni di viaggio che intendono supportare la candidatura de “La Cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale” a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità e difendere lo straordinario patrimonio agroalimentare italiano. Media Partners: Askanews, Italpress, Canale 21, La Cucina Italiana, TeleAmbiente, Gusto H24. Queste le dichiarazioni dei protagonisti dell'evento: Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde): “Il sesto anniversario è occasione per valutare i risultati di grande rilancio dell’arte del pizzaiuolo di tradizione e scuola napoletana e ca va sans dire della pizza napoletana, ottenuti dopo la vittoriosa campagna internazionale #PizzaUnesco, ma anche per rafforzare la tutela di questo patrimonio culturale e rilanciare il nostro sostegno alla candidatura della cucina italiana nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Non dimentichiamo, inoltre, che il riconoscimento Unesco dell’arte del pizzaiuolo napoletano è stato di grande aiuto anche per l’agroalimentare italiano nella campagna contro l’agropirateria e il fake food che ho lanciato da ministro dell’Agricoltura perché il sapere tradizionale del pizzaiuolo è sì immateriale ma il suo eccellente prodotto, la pizza, si fa con i nostri prodotti agroalimentari e una pratica culturale così fortemente identitaria senza qualità e autenticità dei prodotti rischia di essere deteriorata o addirittura di scomparire. Anche per questi motivi sostengo convintamente la candidatura della cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale perché certo consentirà di tutelare l’agroalimentare made in Italy e tantissime tradizioni e ricette, tra le più amiche della natura e della salute, che si collegano alla Dieta mediterranea. Auspico che tutti coloro che ci hanno aiutato nella vittoriosa campagna #PizzaUnesco, che a tutt’oggi è rimasta la più popolare della storia dell’Unesco, facciano altrettanto. Ettore Bellelli (Presidente di Coldiretti Campania): “L’arte del Pizzaiuolo, fatta di rito e gestualità oltre che del savoir faire partenopeo, parla al mondo del grande patrimonio agroalimentare campano che ruota proprio intorno a questo disco di pasta. Parla dei nostri pomodori, dell’olio, della mozzarella di bufala campana DOP, del fiordilatte. Il sigillo UNESCO per questo patrimonio immateriale rappresenta perciò un grande elemento di fortificazione della nostra identità culturale. Siamo lieti che il sesto anniversario del riconoscimento dell’arte del Pizzaiuolo si festeggi al villaggio Coldiretti perché va nella stessa direzione che perseguiamo da sempre con il nostro impegno: la tutela della biodiversità e del Made in Naples che è poi, di fatto, il Made in Campania”. Sergio Miccù (Presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani): “Siamo giunti al sesto anniversario del riconoscimento dell’arte del pizzaiuolo napoletano quale patrimonio culturale immateriale dell’umanità – Unesco, un riconoscimento che ha dato grandissima visibilità alla figura professionale del pizzaiuolo, sempre più attento alla selezione di prodotti di qualità per offrire ai consumatori un prodotto d’eccellenza. Oltre alla continua divulgazione e internazionalizzazione dell’arte, stiamo ora puntando sulla formazione della nuova generazione. Riteniamo che la formazione debba iniziare già negli istituti di scuola alberghiera, con il rilascio di un diploma professionale di pizzaiuolo da parte del Ministero dell’Istruzione. Solo attraverso questo approccio possiamo garantire una maggiore tutela per la nostra arte”. Nicola Caputo (Assessore all’Agricoltura della Regione Campania): “A sei anni dall’iscrizione nella prestigiosa Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, si sono moltiplicate le iniziative e l’attenzione per l’arte del pizzaiuolo napoletano, un segnale importante per il made in Naples e il made in Italy che occorre continuare a tutelare e valorizzare nel miglior modo possibile, innanzitutto valorizzando gli ingredienti della pizza, dal pomodoro all’olio e la mozzarella. Quella del pizzaiolo napoletano è un’arte autentica che si basa su una competenza che permette di sfruttare appieno la qualità dei prodotti agroalimentari dei territori campani. Si tratta di un patrimonio capace di attivare una rinascita sociale ma anche economica dei territori e delle produzioni di qualità”. Giuseppe Ambrosio (Direttore Generale e Presidente GdL Unesco presso il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste) ha ricordato che “l’arte del pizzaiuolo napoletano rappresenta l’essenza stessa del Patrimonio Immateriale come declinata dalla Convenzione Unesco. In essa convivono tradizione, storicità, arte della manualità. Un patrimonio da preservare e diffondere, come la bontà della pizza, sempre più nel mondo intero”. Rosanna Romano (Direttore Generale per le Politiche Culturali e il Turismo della Regione Campania) “L’importante anniversario dell’iscrizione de L’arte del Pizzaiuolo Napoletano nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità – UNESCO è stato celebrato anche in occasione della Prima Rassegna del Patrimonio Immateriale della Campania, evento promosso di recente dalla Regione Campania in collaborazione con Scabec – Società Campana Beni Culturali. L’iniziativa, promossa per divulgare attraverso stand espositivi, dibattiti, incontri e performance il patrimonio culturale immateriale campano con le sue pratiche tradizionali connesse a saperi, celebrazioni, espressioni e cultura agro-alimentare, ha ospitato anche laboratori e degustazioni gratuite organizzate dall’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e dall’Associazione Verace Pizza Napoletana, a conferma dell’importanza strategica che quest’arte riveste all’interno del patrimonio culturale campano. La sicurezza alimentare è una priorità assoluta da garantire al consumatore. La necessità di assicurare prodotti sani e di alta qualità si collega al dovere di utilizzare materiale legnoso certificato nei procedimenti di cottura in forno di pietanze come, appunto, la pizza. Su questo tema è intervenuto il Gen. B. Ciro Lungo (Comandante Regione Carabinieri Forestale Campania) sottolineando che il “combustibile legnoso utilizzato per la cottura del cibo deve essere rigorosamente di provenienza legale e di origine naturale, ottenuto dalla lavorazione esclusivamente meccanica e senza subire alcun tipo di trattamenti chimici. Un approccio, conforme alla normativa vigente, a garanzia delle foreste e dei consumatori”. Antonio Pace (Presidente dell’Associazione Verace Pizza Napoletana): “All’alba del VI Anniversario del riconoscimento a Patrimonio Culturale Immateriale e soprattutto dei 40 anni del I° disciplinare sulla vera pizza napoletana, redatto nel 1984 dall’AVPN, primo esempio di tutela integrata del mestiere e del prodotto tradizionale, siamo lieti di aver visto affermarsi negli anni una tendenza che coinvolgendo operatori, associazioni e istituzioni, si è trasformata in Comunità. Una Comunità basata su di una regola condivisa, principio fondante per qualsiasi tutela e che potrebbe essere da esempio anche per la Cucina italiana”. Fabrizio Capaccioli (Amministratore Delegato di Asacert): “Oggi non celebriamo solo l’arte e la cultura che la pizza esprime, stiamo preservando un’icona indiscussa della cucina italiana amata in tutto il mondo. In un'epoca in cui la sicurezza alimentare è cruciale, ITA0039 by Asacert, si impegna a garantire che la pizza italiana, almeno quella presentata come originale, sia al riparo da contraffazioni. Asacert promuove una certificazione che è a garanzia di produzioni alimentari salubri perché 100% italiane, ritenendo che la cooperazione tra tutti gli attori sia essenziale per preservarne l'autenticità anche all’estero dove operiamo con il Protocollo ITA0039. Assicuriamo insieme a partners come Coldiretti, Euro-Toques e tanti altri, che pizzerie e ristoranti italiani siano ambasciatori certificati della qualità italiana, contrastando fenomeni come l'agropirateria e l'Italian sounding”. Era il 23 marzo 2023 quando il Ministero della Cultura e il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste hanno annunciato la candidatura de “La Cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale” nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità – UNESCO. A farsi fin da subito promotrice della candidatura è stata la rivista La Cucina Italiana, dal 1929 il mensile di cucina più autorevole e di lunga tradizione in Italia e nel mondo. Maddalena Fossati Dondero (Direttore ‘La Cucina Italiana’ e promotrice della candidatura Unesco ‘La Cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale’) ha ribadito che “dopo il riconoscimento dell’Arte del Pizzaiuolo Napoletano sarebbe bello veder dichiarata la Cucina italiana come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, in quanto valore massimo dell'identità del nostro Paese”. Vincenzo Santo (Presidente CNA Campania Nord): “L’Italian sounding è il nemico più grande della nostra enogastronomia. Il richiamo a prodotti campani e più in generale italiani sui mercati esteri è ricorrente con vere e proprie ‘trappole commerciali’ costruite ad arte per attirare l’utente-acquirente. La mozzarella è probabilmente quello che vanta il maggior numero di contraffazioni all’estero, fenomeno che è incrementato in maniera esponenziale anche con l’esplosione degli e-commerce. Prodotti marchiati come mozzarella di bufala campana dop negli ultimi anni sono stati sequestrati in Indonesia, in Cina e in Giappone. Accanto all’azione di controllo, ne va fatta una di ‘legittimazione’ delle nostre eccellenze. In questo quadro è preoccupante l’atteggiamento unilaterale di diverse istituzioni nei confronti degli allevatori bufalini impegnati da mesi in una battaglia a difesa del comparto. Come Cna Campania Nord abbiamo assunto una posizione chiara a loro sostegno: non è abbattendo in maniera indistinta i capi bufalini che si risolve il problema dell’eradicazione della brucellosi. Per poter ingaggiare una vera e propria lotta alla pirateria alimentare è necessario innanzitutto dare forza alle nostre eccellenze, evitando disastri come quello attuale con gli allevatori”. Hanno inoltre partecipato all’evento i rappresentanti delle realtà partners: Francesco Franzese (CEO La Fiammante), Antimo Caputo (Amministratore delegato di Mulino Caputo), Diego Bernardo (Amministratore di Bernardo legnami certificati). Dalla campagna #PizzaUnesco, il più imponente movimento d’opinione nella storia delle candidature Unesco, con oltre 2 milioni di sottoscrizioni da oltre 100 Paesi del mondo, a sostegno dell’iscrizione dell’elemento “L’arte del Pizzaiuolo Napoletano” nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, avvenuta nel 2017, al sostegno della candidatura “La Cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale” attraverso la nuova campagna mondiale #CucinaItalianaUnesco. In questo progetto crede la Fondazione UniVerde, organismo coinvolto nei processi di salvaguardia dell’elemento “L’arte del Pizzaiuolo Napoletano”, e i partners della nuova iniziativa: Federazione Italiana Cuochi – FIC, Euro-Toques Italia, Fondazione Campagna Amica, CNA – Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa. L'occasione del VI Anniversario dal riconoscimento Unesco dell'Arte del Pizzaiuolo Napoletano ha rappresentato un motivo in più per rilanciare anche il messaggio #NoFakeFood realizzata da Fondazione UniVerde, Opera2030 e SOS Terra Onlus, in collaborazione con molti content creators, per difendere i prodotti agroalimentari italiani da agropirateria, contraffazioni e Italian sounding. La pizza, il piatto che nelle sue diverse declinazioni e contraffazioni è il più consumato del pianeta e, più in generale, la cucina italiana possono diventare lo strumento di diffusione dell’autenticità degli ingredienti made in Italy. Occorre tuttavia vigilare per rafforzare ancora di più il legame tra la genuinità del nostro cibo e la qualità degli ingredienti che devono essere sempre 100% italiani.

A Napoli in piazza Municipio per la #CucinaItalianaUnesco” con Fondazione UniVerde

Gustoh24 tra i mediapartner

Si è aperto giovedì 7 dicembre il Villaggio contadino di Natale della Coldiretti a Napoli  in Piazza Municipio fino a sabato 9 dicembre alle ore 23,00 per toccare con mano, con ingresso libero, la centralità e i primati dell’agricoltura italiana e vivere un giorno da contadino tra le aziende agricole ed i loro prodotti, sui trattori, a tavola con le specialità 100% italiane, in sella ad asini e cavalli o nelle fattorie didattiche con i bambini che possono imparare a preparare la mozzarella, impastare il pane o fare l’orto. #stocoicontadini.

E’ stata un’occasione per acquistare nel ponte dell’Immacolata gustosi souvenir di Natale per se stessi o da regalare agli altri nel weekend che apre la corsa ai regali delle feste nel grande mercato a chilometri zero direttamente dagli agricoltori di Campagna Amica provenienti da tutta Italia per offrire le specialità dei diversi territori. Sarà anche possibile fare la Spesa sospesa, l’iniziativa di solidarietà lanciata da Campagna Amica per donare prodotti agroalimentari 100% italiani alle famiglie bisognose.

Dai buoi agli asinelli di Natale ci saranno anche tanti altri animali della fattoria Italia per salvare le stalle ed i pascoli a rischio di scomparsa, con un impatto devastante per la biodiversità, il paesaggio, l’ambiente e il lavoro. Si va dalla mucca Agerolese, tipica della penisola sorrentina, alla pecora Laticauda, dalla caratteristica coda grassa e larga, fino alla capra Napoletana che pascola alle falde del Vesuvio.

Focus sulle golosità regionali di Natale con i tutor dei dolci della nonna in azione, scoprire le curiosità della pizza nei diversi continenti, e i cuochi contadini che insegneranno le ricette tradizionali di tutte le cucine regionali ma sarà possibile anche conoscere i segreti dell’albero perfetto e ammirare il presepe della tradizione contadina.  

Nei tre giorni della manifestazione con il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo si alterneranno esponenti istituzionali, rappresentanti della società civile, studiosi, sportivi e artisti che discuteranno su esclusivi studi e ricerche elaborate per l’occasione dalla Coldiretti sui temi dell’alimentazione, del turismo dell’ambiente, della scuola e della salute, ma non mancheranno spettacoli di animazione e concerti.

#stocoicontadini è anche l’unico posto al mondo dove per l’intero week end tutti potranno vivere per una volta l’esperienza da gourmet con il miglior cibo italiano al 100% a soli 8 euro per tutti i menu preparati dai cuochi contadini. Ricette della tradizione campana, come gli ziti spezzati con ragù di maialino nero casertano alla napoletana, la carne ca’ pummarola, lagane e ceci di Cicerale, papaccelle, lardiata con pomodorino del piennolo, salsiccia e friarielli, frittata con cipolla ramata di Montoro, pasta fagioli e cozze o polpo alla Luciana.

Ma si potrà andare a lezione di olio extravergine italiano e degustare anche vini e birra agricola. E spazio anche agli orti didattici con i tutor del verde di Campagna Amica.

Al Villaggio si potranno anche seguire le lezioni di agricosmesi delle donne della Coldiretti con i trucchi di bellezza della nonna e le idee per realizzare decorazioni natalizie 100% green, oltre che scoprire le opportunità e i pacchetti vacanze offerti dagli agriturismi di Campagna Amica Terranostra con percorsi e consigli per fermarsi a mangiare e a dormire in vista delle feste di Natale nel rispetto dell’ambiente e della tradizione culinaria delle nostre campagne.

Focus sull’agricoltura giovane e green con la tenda Generazione Agricoltori con gli imprenditori agricoli under 33 che si confronteranno su progetti di sviluppo innovativi per la crescita dei territori e del Paese, ma anche sulle esperienze creative delle donne nelle campagne e sul ruolo svolto dagli anziani.

Alle ore 16,00 evento istituzionale dal palco centrale del Villaggio Coldiretti moderato da Anna Falchi e Massimiliano Ossini con, tra gli altri, Antonio Tajani, Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Vincenzo De Luca, Presidente Regione Campania, Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli, Clemente Mastella, Sindaco di Benevento,  Luca De Carlo, Presidente Commissione Agricoltura della Camera, Paolo De Castro, Parlamentare Europeo, Matteo Lorito, Rettore Università degli Studi di Napoli Federico II, Stefano Patuanelli, presidente del Movimento 5 Stelle, Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente Univerde, Paolo Russo, Azione, Ermete Realacci, Presidente della Fondazione Symbola, insieme a Ettore Prandini, Presidente Nazionale Coldiretti, Ettore Bellelli, Presidente Coldiretti Campania e al Segretario Generale Coldiretti, Vincenzo Gesmundo.

Dibattito: dall’Arte del Pizzaiuolo alla Cucina Italiana Unesco

7 dicembre a Napoli in piazza Municipio per la #CucinaItalianaUnesco”

Da #PizzaUnesco alla nuova campagna mondiale #CucinaItalianaUnesco”, promosso da Fondazione UniVerde in collaborazione con i Media Partners: AskanewsItalpressLa Cucina Italiana,  TeleAmbiente,  GustoH24.

“L’Arte del Pizzaiuolo Napoletano” Patrimonio Unesco compie 6 anni e continua l’impegno per la Cucina Italiana Unesco

La celebrazione a Napoli con GUSTOH24 media partner

A sei anni dall’iscrizione dell’elemento “L’arte del Pizzaiuolo Napoletano” nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità – UNESCO, sono aumentate a livello esponenziale le richieste, da ogni parte del mondo, di veri pizzaiuoli di scuola napoletana. Un segnale che gratifica quanti si sono impegnati per far iscrivere e, successivamente, valorizzare l’elemento pizza.

Ma ora inizia anche il processo di candidatura, lungo ancora due anni .per arrivare alla Cucina Italiana Unesco.

Un riconoscimento alla cultura agroalimentare italiana che si unisce alla Dieta Mediterranea, riconosciuta dall’Unesco nel 2010, alla “Vite ad Alberello di Pantelleria”, del 2014, ma anche, tra i patrimoni legati al settore, i “Paesaggi Vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato”, sempre del 2014, e le due “Città creativa Unesco per la Gastronomia”, Parma, nel 2015, ed infine Alba.

Ed ecco il resoconto del dibattito svolto a Napoli il 7 dicembre 2023…Leggere qui.

I partecipanti al  dibattito a Napoli

Cibi artificiali: sette italiani su dieci (70%) sono contrari alla messa in commercio

E’ quanto emerge dall’Indagine Coldiretti/Censis in riferimento alla promulgazione da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella del provvedimento che introduce il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare..continua a leggere su Gustoh24.