E’ il messaggio emerso dalla tavola rotonda all’Università di Roma Tor Vergata organizzata del Consorzio Tutela Vini Roma Doc per sviluppare il binomio vino-Urbe

Roma caput mundi ma anche caput vini, una città da proporre ai turisti e valorizzare come wine destination. E’ questo l’invito, con proposte annesse, emerso dalla tavola rotonda “Le città nuove wine destination – Roma Caput Vini”, incontro organizzato presso l’Università di Roma Tor Vergata dal Consorzio di Tutela Vini Roma Doc.

Tra le proposte di valorizzazione del binomio vino-Urbe, quella del professore universitario Ernesto Di Renzo di puntare maggiormente sui vigneti urbani, un fenomeno che riscuote sempre più appeal a livello internazionale, come testimonia la nascita dell’Urban Vineyards Association, un circuito che riunisce grandi città come New York, Parigi, Milano e Venezia con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio rurale dei vigneti metropolitani sotto il profilo culturale e turistico.

Quello tra Roma e il vino è un legame indissolubile per la sua storicità – ha affermato Ernesto Di Renzo – e ad oggi si pone come un potenziale strumento di rilancio per l’economia delle aziende del territorio, per la riqualificazione del paesaggio, nonché per la differenziazione del turismo nella Capitale. Per immaginare e sviluppare il futuro a cui Roma ambisce e merita è necessaria una riprogrammazione dell’offerta turistica che integri i vigneti urbani ai luoghi di degustazione e a tutte le innumerevoli risorse storico-culturali-paesaggistiche che ha da offrire. Roma non può e non deve perdere questa opportunità, che altre grandi città nel mondo stanno già sfruttando, come un nuovo modo di fare turismo all’insegna dell’originalità e della memorabilità dell’esperienza, al fine di rendere la capitale una meta desiderabile ma soprattutto godibile al momento del soggiorno.”

Un progetto che va al di là dei vigneti urbani ma coinvolge tutte le realtà produttive, ristorative e ricettive e integra il vasto e variegato patrimonio di risorse del territorio attraverso l’esperienza enoturistica, che si pone come link tra rurale e urbano e come una chiave nuova quanto affascinante di scoperta territoriale. Nel corso dell’incontro, moderato da Stefano Carboni, docente del Corso Sociologia dei Comportamenti e dei Consumi Alimentari, sono intervenuti Claudio di Giovannantonio, presidente Arsial Regione Lazio; Fabio Bonanno, referente food policy dell’Assessorato all’Agricoltura Roma Capitale e Tullio Galassini, presidente Consorzio Tutela Vini Roma Doc.

I commenti

Il vino è una risorsa molto importante – ha affermato Fabio Bonanno, referente della food policy Assessorato Agricoltura Roma Capitale – per differenziare l’esperienza di soggiorno a Roma, spesso troppo breve e approssimativa. Inoltre, secondo recenti studi, l’enoturismo è una delle tipologie più ricercate, per questo motivo crediamo che il futuro della Capitale risieda nella valorizzazione dei vigneti urbani, dei terreni agricoli dentro la città e più in generale di tutte le aree verdi che costituiscono i 2/3 della Capitale. Un percorso che portiamo avanti anche grazie al Consorzio Roma Doc, non solo per il suo costante impegno nel valorizzare il vino di Roma di qualità, ma nell’intenzione di offrire un’esperienza enoturistica che unisce la campagna al centro storico”.

Nel Lazio sta crescendo sempre più il desiderio di puntare sull’enogastronomia come volano di scoperta del territorio– ha sottolineato Claudio di Giovannantonio, presidente Arsial Regione Lazio– sia osservando l’ampliamento delle aree agricole, la nascita di agriturismi, oleifici e nuove cantine con un’attenzione sempre più rivolta a una produzione di qualità. Un’aria di cambiamento che presuppone un piano di lavoro organizzato e condiviso con tutti gli attori del territorio, per trovare un effettivo sviluppo”.