Ecco le scadenze 2023

come calcolare i contributi spettanti dopo la riforma di fine 2022

La nuova Pac 2023-2027 è entrata in vigore il primo di gennaio 2023: sul tavolo ci sono 35 miliardi di euro per cinque anni e ai nastri ci sono centinaia di migliaia di agricoltori italiani pronti a presentare le loro richieste.

Quanti sono? Secondo la Coldiretti nel 2105 i percettori di Pac sono stati 1,1 milioni, l’anno scorso circa 730mila.

Meno chiaro, ad oggi, è quanto ciascuno di loro percepirà con il nuovo sistema di ricalcolo dei contributi: qualcuno infatti rischia di perderci anche mille euro all’ettaro. E non è nemmeno certo che tutte le risorse arriveranno nelle tasche degli agricoltori già ad ottobre: con la vecchia Pac, in autunno i contadini percepivano l’85% del totale delle somme loro dovute, ora con la nuova si rischia di prenderne subito solo il 48%. Ma andiamo con ordine.

I tempi delle domande

Le domande, come sempre, andranno presentate ogni anno entro il 15 di maggio, salvo possibili proroghe di un mese. Vanno consegnate agli organismi pagatori: alla Regione, se è dotata di uno sportello apposito, oppure direttamente ad Agea. Le pratiche possono essere presentate anche attraverso un Caa, cioè un Centro di assistenza agricola. La cosa buona è che con la stessa domanda si possono richiedere sia i contributi base, sia i finanziamenti per i capitoli specifici, come quelli che la nuova Pac riserva ai giovani (1 miliardo), alla digitalizzazione (2,2 miliardi) o al biologico (2 miliardi). La seconda buona notizia è che tutto il sistema è informatizzato e le piattaforme, quella nazionale e quelle regionali, si parlano tra loro. Molto, però, resta ancora da capire nelle 70 pagine del regolamento che in Conferenza Stato Regioni è approdato solo dopo Natale.

«Non tutti gli agricoltori possono presentare la domanda -ha spiegato al Sole 24 Ore Alessandro Apolito, capo del servizio tecnico della Coldiretti chi prenderebbe meno di 300 euro di contributi per ettaro, per esempio, non ha diritto di richiederli». Il primo passo, insomma, è quello di farsi calcolare la cifra a cui si avrebbe diritto”.

La redistribuzione dei contributi

Rispetto alle precedenti gestioni, la più grande novità di questa Pac è la modalità con cui verranno distribuiti i contributi al reddito degli imprenditori agricoli: non saranno più legati alla produzione, ma verranno quantificati in base ai comportamenti sostenibili messi in campo. Entro il 2027 ogni agricoltore dovrà percepire aiuti non inferiori all’80% della media nazionale e per questo dovrà avvenire una redistribuzione delle somme: oggi, infatti, la Lombardia ha una media di 600 euro di contributi per ettaro, mentre la Sardegna solo 120.

Come si traduce, nella pratica, questa redistribuzione? «Fino al 2022 – spiega Apolito – i contributi diretti prevedevano un pagamento di base fisso, calcolato sulla base dei titoli personali, più una componente ambientale, il greening, che era uguale per tutti. Con la nuova Pac, invece, i contributi di base richiederanno delle condizioni minime di sostenibilità per essere presi, mentre la parte greening non c’è più perchè è stata sostituita dagli ecoschemi». Questi ultimi prevedono una serie di impegni ambientali da parte degli agricoltori: solo chi dimostra di rispettarli, potrà ricevere i contributi.

Il risultato di questo nuovo ricalcolo è complesso: «Chi finora prendeva più di 2mila euro per ettaro vedrà i contributi in automatico ridursi a 2mila – dice Apolito – invece più del 50% degli agricoltori, poiché si trovavano al di sotto il livello di convergenza, da ora in poi avranno qualcosa in più: parliamo però di cifre molto basse, 10 o 20 euro all’ettaro. Somme che non cambiato certo la vita. Chi invece vedrà tagliati i contributi, subirà una diminuzione sdignificativa, anche di un migliaio di euro all’ettaro. E questo sì, che farà la differenza». Qualcuno, insomma, potrebbe rischiare di finire fuori mercato.

I tempi per l’incasso

E veniamo ai mesi necessari per ritrovarsi concretamente in mano i contributi. «Con la vecchia gestione – spiega Apolito – entro maggio si presentavano le domande ed entro ottobre si prendeva l’85% delle somme spettanti per quell’anno: il 55% come contributo di base e il 30% come contributo greening. Ora il sostegno di base è sceso al 48%, e questo sembra di capire che verrà ancora distribuito entro ottobre. Ma la parte di sostegno che deriva dagli ecoschemi, e che pesa per il 25% del totale, potrà essere ottenuta solo dopo aver dimostrato di aver messo in campo le attività sostenibili richieste». Il che potrebbe voler dire tempi più lunghi.