Le aziende del food contro la legge “salva carne”
Unionfood ha chiesto alla Commissione europea di bloccare il divieto di utilizzare nomi che evocano immagini associate alla carne per le preparazioni plant based, come “bistecca di legumi” o “salsicce vegane”
Unione Italiana Food, associazione aderente a Confindustria che riunisce 550 aziende dell’industria agroalimentare, ha inviato un parere sulla legge contro la produzione e commercializzazione della carne coltivata alla Commissione Ue. Ne sottolinea alcune storture e richiede l’eliminazione di una sua parte: quella che vieta il meat sounding, ovvero l’impiego dei nomi tipicamente associati al mondo della carne per i prodotti vegetali. Secondo l’associazione, non c’è alcun rischio che i prodotti alimentari a base vegetale, etichettati secondo la regolamentazione europea, confondano i consumatori.
Al parere di Unione Italiana Food si aggiunge quello dell’Associazione Luca Coscioni (associazione di promozione sociale), che ha fatto delle analisi dal punto di vista giuridico: l’Italia avrebbe violato il diritto dell’Unione Europea, in quanto ha approvato una legge prima di sottoporla al vaglio della Commissione Ue.
Sonia Malaspina, presidente del Gruppo prodotti a base vegetale di Unionfood, alcune settimane fa aveva dichiarato che «una scelta simile rischia soltanto di disorientare il consumatore» che invece oggi ha chiaro quali prodotti scegliere grazie alle etichette.
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha risposto affermato che il divieto di meat sounding “non incide sull’intera legge, ma sul singolo articolo e quindi discuteremo anche di questo. Se da questo punto di vista fosse un problema, potremmo fare una valutazione”. Il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio ha commentato: “Spero che il divieto resti, serve un po’ di fantasia, Unionfood cominci a pensare a dei nomi alternativi”.
Da Confagricoltura e Unionfood nasce “Mediterranea” per la competitività delle filiere
Unione Italiana Food e Confagricoltura siglano un’alleanza che unisce mondo della trasformazione industriale e settore primario, mettendo al centro il modello mediterraneo e le sue filiere.
Nasce così l’associazione Mediterranea, una compagine che esprime un valore di 106 miliardi di euro (56 miliardi per l’industria e 49,2 miliardi per la parte agricola, incluso il valore aggiunto) e offre lavoro a oltre 650mila addetti, coinvolgendo 2/3 delle imprese agricole italiane. I commenti del presidente Massimiliano Giansanti e del vicepresidente Paolo Barilla. Continua su Gustoh24