Il racconto di un press Tour alla scoperta dei vini del Consorzio di Tutela Vini DOP Salice Salentino 

Dietro ogni bottiglia c’è una storia da raccontare” persone, territori e storie.

Il food & wine, assieme a paesaggio e beni culturali, è uno dei tre pilastri principali su cui si fonda l’attrattività e l’immagine turistica dell’Italia, tanto sui mercati esteri quanto su quello interno. Il turismo enogastronomico nostrano sta dimostrando come il cibo ed il vino siano elementi fondanti della cultura e dell’identità italiana, insistendo su quelle che sono la dimensione ambientale e sociale dell’enogastronomia, capace di preservare il territorio e ridare vita alle comunità rurali.

Il vino è percepito dagli Italiani non più come una commodity, ma come un prodotto ad alto valore immateriale e nel suo consumo conta la valenza simbolica, il suo incarnare cultura e valori tradizionali ed essere espressione di italianità.

Nel panorama enoico italiano, il ruolo giocato dai Consorzi di tutela nella promozione e nel sostengo dell’enoturismo, sta dando risultati di grande valore avviando attività, strategie e opportunità in chiave moderna e prospettica di narrazione.

In questo contesto il Consorzio di Tutela Vini DOP Salice Salentino ha attivato una moltitudine di iniziative, coinvolgendo attrattori e stakeholder del territorio italiano, per promuovere e rilanciare il turismo vinicolo attraverso incoming per accogliere giornalisti e wine blogger, condurre seminari con scuole, università oltre a masterclass dedicate al settore HORECA, partecipazione a fiere di settore e tanto altro ancora; attività create per far conoscere sempre più la denominazione del Salice Salentino.

Il panorama enoico della denominazione Salice Salentino, un’area di grande bellezza e di antica tradizione vitivinicola, si estende in 1.200 ettari coltivati a vigneto dislocati tra i comuni di Salice Salentino, Guagnano, Veglie e Campi Salentina per la provincia di Lecce, Cellino San Marco, San Pancrazio Salentino e San Donaci per la provincia di Brindisi. Il Consorzio fu fondato nel 2003 da un gruppo di produttori decisi a dare voce all’omonimo Disciplinare Tecnico di Produzione datato 1976.

Terra rossa, pietre primitive, palazzi imbiancati e mare blu

Il Salento custodisce l’intensità e la bellezza dei suoi elementi in ogni frutto della terra. Qui la vite prospera da più di 4.000 anni con un susseguirsi di civiltà che hanno lasciato le loro tracce, dai Greci e Romani, ai Longobardi e Bizantini, ai Normanni, Angioini e Aragonesi, fino ai giorni nostri. È questo il territorio d’origine del Salice Salentino, dal clima prettamente mediterraneo, contraddistinto da estati lunghe e calde e costanti brezze marine che concorrono a proteggere lo stato di salute delle uve con una naturale azione antiparassitaria. Il suolo, caratterizzato da terreni profondi, le cosiddette terre rosse, di natura calcareo-argillosa in agro di Salice Salentino, acquisiscono composizione limoso-sabbiosa e argilloso di medio impasto verso Guagnano. Distese interminabili di vigneti inframezzati da uliveti è l’affascinate scenario della piana del Salice Salentino DOC, a questo habitat si aggiunge la vicinanza del mare, in grado di mitigare la potenza del clima e di conferire interessanti sfumature di carattere ai vini.

Salice Salentino, una DOC alla cui scoperta è dedicato il press tour promosso dal Consorzio di Tutela Vini DOC Salice Salentino che mi ha visto coinvolta in una giornata ricca di approfondimenti, visite in cantine, degustazioni e alla partecipazione di un evento enogastronomico nel cuore e nella culla del Negroamaro, vitigno principe del Salento e della DOC.

La giornata inizia con un viaggio esperienziale partendo da Lecce diretti alla storica cantina Cosimo Taurino, situata in agro di Guagnano, la cui DOC Salice Salentino rivendica una produzione di quasi diciotto milioni di bottiglie all’anno, principalmente di vini rosati e rossi, collocandola al PRIMO posto fra le DOC del Salento.

Cosimo Taurino, Mister Salice, così chiamato dagli americani, negli anni ’70 pose le basi per la nascita di una vera e propria attività imprenditoriale di trasformazione, affinamento e imbottigliamento della propria produzione vinicola, iniziata quaranta anni prima da suo padre Francesco, con i vini da taglio spediti nelle cisterne al nord Italia per rafforzare i vini meno potenti in alcool e colore. Cosimo Taurino, indimenticato protagonista della viticoltura pugliese, contribuì a scrivere la storia del Negroamaro è con il suo Salice Salentino Rosso Riserva annata 2015 rispecchia fortemente il legame con il territorio. Nasce dall’abbraccio voluttuoso e magico di due varietà che sembrano fatte l’una per l’altra, Negroamaro e da un piccolo saldo di Malvasia Nera. Un vino esuberante dai sentori fruttati inebrianti mora, prugna, arancia rossa e cuoio, al palato, le sensazioni olfattive, ritornano con una nota amaricante tipica del vitigno Negroamaro.

Il Negroamaro si esprime magistralmente nei vini delle cantine Cosimo Taurino, dalla limpidezza cromatica alla nitidezza, dalla complessità alla finezza, intrecciandosi perfettamente nell’equilibrio, nell’eleganza e nella longevità, elementi caratterizzanti di un’identità territoriale e autenticità.

L’itinerario prosegue in agro di Cellino San Marco, approdando in un’area di antica vocazione vitivinicola che risale ai tempi della Magna Grecia, Vigneti Reale. Essa sorge su una superficie totale di 180 ettari, di cui circa 100 vitati; si ammira un paesaggio di uliveti e di viti che fanno da sfondo alla tenuta di famiglia Reale dal 1921. Accoglienza, cura e attenzione sono i tratti distintivi dei due fratelli Amedeo e Damiano che conducono dagli anni 2000 l’azienda, aggiungendo la parte commerciale alla tradizione agricola di famiglia. Damiano Reale è anche il presidente del Consorzio Tutela Vini DOP Salice Salentino che ha sostenuto e portato avanti il progetto di rilancio del consorzio. Un aperitivo in grande stile e un winetasting dei vini aziendali hanno catturato i nostri sensi, raccontati dalla viva voce di Damiano Reale di concerto con Valentina Benfatto in una suggestione di grande valore, dove la storia, il carattere dei vignaioli di questa denominazione sono attrattori di rivincite e di successi conquistati nel tempo. In questo panorama esuberante di degustazione spicca Santa Croce Salice Salentino DOP Vigneti Reale che conquista al primo sorso: frutta polposa e spezie, tannini levigati e gusto vellutato si uniscono in un passo di danza. Le uve Negroamaro e Malvasia Nera, il blend del vino in questione esaltate dal passaggio in legno e dall’ulteriore affinamento in bottiglia propagano emozioni liquide nel calice che sottolineano il carattere di una denominazione così importante e precisa.

Il viaggio del Consorzio Salice Salentino DOP continua e, per coronare la giornata in una sosta – pranzo, eccoci in uno dei ristoranti più rinomati del Salento. Osteria degli Spiriti racconta i veri sapori della tradizione leccese e salentina, piatti tradizionali ma anche una cucina elegante, ricercata e raffinata. I proprietari di Osteria Degli Spiriti Tiziana Parlangeli lady chef e Piero Merazzi sommelier ed esperto di vino conquistano anche i palati dei gastronauti più esigenti. Tradizione e innovazione in un susseguirsi di pietanze straordinarie che hanno fatto palpitare le papille gustative degli ospiti, in abbinamento ad alcuni vini rosati del Consorzio, zona vocata per i vini declinati in rosa che hanno fatto la storia con straordinarie etichette, per di più magistralmente valorizzate e proposte. Hanno raccontato in giro per il mondo la cultura e il fascino di un territorio da sempre fortemente legato alla produzione del vino rosato, solo recentemente giunto all’attenzione avvalorata di chi ha maturato la piena consapevolezza che la Puglia e il Salento è “Terra di Rosa”. 

La tradizione del Rosato nel territorio di Salice Salentino, come dicevamo, ha origini antiche, infatti durante la seconda guerra mondiale, nel 1943 il generale americano Charles Poletti, commissario per gli approvvigionamenti delle Forze Alleate in Italia, venne a conoscenza del vino rosa prodotto da oltre un decennio dalla storica azienda della famiglia Leone de Castris, che possedeva estesi e bellissimi vigneti di Negroamaro in una contrada di Salice Salentino chiamata Cinque Rose, in onore della tradizione della famiglia di avere cinque figli per ogni generazione. Lo assaggiò e se ne innamorò! Per esportarlo in America, il nome del vino venne convertito in lingua inglese – Five Roses – e il nettare divino venne imbottigliato in bottiglie di birra riciclate con tappo a corona, dal momento che in quel periodo bellico le vetrerie al Sud Italia non erano più produttive. Fu così che nacque il primo vino rosato etichettato ed imbottigliato d’Italia, quella fortunata etichetta non ha smesso da allora di essere prodotta ed ha aperto la strada del successo a numerosi produttori della denominazione Salice Salentino DOP. La produzione dei vini rosa nel territorio di Salice Salentino avveniva in passato con il metodo storico del salasso: all’alzata del cappello (che avveniva in genere 18-24 ore dopo la pigiatura delle uve e l’ammostamento) si asportava il 30-40% di liquido lasciando la totalità delle bucce a contatto con la rimanente parte: questo mosto già colorato di rosa terminava la fermentazione in un altro vaso vinario. Oggi invece viene adottata con sempre maggiore frequenza la pratica della vinificazione attraverso macerazione pellicolare più o meno lunga dell’intera massa di mosto con le bucce, da uve pregiate e selezionate ed una vinificazione accurata. Per molto tempo, vi è stata un’alterata percezione del rosato, considerato un vino privo di identità, mediocre e senza pretese, incapace di suscitare autentiche emozioni e di trasmettere la quintessenza del territorio. Sanno sorprendere per la sfolgorante bellezza, il corpo deciso e la grande eleganza, ammaliante è il colore di questi vini, bello come quello dell’alba e dei tramonti infuocati che si ammirano dalle mie parti. Un’altra credenza da sfatare riguardante i vini rosati è quella che devono essere bevuti entro due anni dalla loro produzione, invece quasi sempre il tempo regala colori, profumi e aromi diversi, rendendoli ancora più accattivanti e strutturati.

Oggi il rosato fa tendenza, si è ricreata quell’atmosfera adatta per riscoprire la personalità unica e originale di questi vini così attraenti e accattivanti nella bellezza dei colori, nella fragranza dei profumi e nella fresca e rotonda eleganza del gusto ma ricordiamoci della sua storicità e antichità. I rosati, pur uniti dalla stessa anima mediterranea, si diversificano in tipologie varie e distinte da non avere forse uguali nel mondo per sfumature di colori, profumi e aromi, in un’orchestra straordinaria di etichette e quelle provenienti dalle cantine associate Salice Salentino DOP, valorizzano maggiormente il brand dei rosati di Puglia. La denominazione stabilisce che il Negroamaro Rosato ma anche Rosso devono essere ottenuti con almeno il 90% di uve del vitigno Negroamaro di cui portano il nome e raggiungere un titolo alcolometrico minimo rispettivamente di 11,5% e 12%.

Il viaggio esperienziale prosegue nella culla del Negroamaro e così in serata si raggiunge Guagnano, cittadina dell’entroterra salentino dove si svolge la rassegna ARE Terra del Negroamaro Fest. Le luminarie che illuminano le vie del Centro Storico, l’odore del vino che avvolge e riscalda, i sapori e la cultura salentina animano il palato e l’animo di tutti i partecipanti. Valorizzare l’unicità e la bellezza di questa terra ricca di vini pregiati, il suo passato e la ricca tradizione trova la giusta collocazione in questa storica manifestazione.

L’ospitalità prosegue con Sentori e sapori in corte titolo di uno degli appuntamenti in programma della kermesse, Are Terra del Negroamaro, “incontri qualificati con il vino e il cibo”, cibo di qualità e selezione di vini delle aziende dell’areale Salice Salentino DOP con la degustazione guidata dal Miglior Sommelier del Negroamaro 2023 Carmine Galasso per poi continuare il press tour in La piazza dei vignaioli e le strade del gusto. 

Dialogare con i vignaioli delle cantine dell’areale del Consorzio di Tutela è stato un momento di grande pregio e confronto, di cultura e storia. Un viaggio contraddistinto dalla bellezza del paesaggio, dall’assaporare la cultura del territorio attraverso gli attori locali e alla scoperta dei luoghi più significativi, dall’architettura e dalle tradizioni popolari, un percorso nella denominazione che rappresenta un’opportuna unica di conoscenza e di approfondimento di un’areale importante, ricco di storia e di storie. 

Un ringraziamento particolare, per la straordinaria ospitalità, va alle aziende dell’areale che in quella giornata ci hanno ospitato, Cosimo Taurino e Vigneti Reale; all’Osteria degli Spiriti di Lecce per l’accoglienza e la dedizione ed infine al Comune di Guagnano nella manifestazione Terre del Negroamaro.  

Grazie di cuore al Consorzio di Tutela Vini DOP Salice Salentino nella figura del suo Presidente Damiano Reale, del Vice Presidente Eugenio Manieri e di Federico Chimenti Marketing e Comunicazione, i quali con grande orgoglio, abnegazione e amore, portano avanti la tutela e la promozione del territorio e del Consorzio.   

Attività realizzata con il contributo del MASAF, ai sensi del decreto direttoriale n. 553922 del 28 ottobre 2022 (cfr. par. 3.3 dell’allegato D al d.d. 302355 del 7 luglio 2022)