Oltre 280 scienziati e Ong scrivono alla presidente della Commissione europa Ursula von der Leyen per chiedere che la Ce emani entro la fine dell’anno una legge per i Sistemi alimentari sostenibili (Sustainable Food Systems – Sfs law). Unica via per raggiungere una reale transizione ecologica e i target del Green Deal

La crisi climatica e la perdita di biodiversità non si possono più negare. I cittadini e le istituzioni sono ben consapevoli che occorre, nei prossimi anni, premere sull’acceleratore per modificare i nostri modelli di consumo, a cominciare da quello alimentare per poter invertire la tendenza.

Per questo la Commissione europea, nell’ambito della Strategia Farm to Fork ha previsto l’adozione, entro il suo mandato (che ricordiamo scadrà nel 2024) di una legge europea sui Sistemi alimentari sostenibili.

Rivedere l’intero sistema alimentare, dal campo alla tavola, affrontando la produzione, la distribuzione, il consumo, lo spreco alimentare, va inevitabilmente a toccare l’interesse dei molti che vogliono mantenere lo status quo.

Ed è per questo che negli scorsi mesi le lobby dell’agroindustria, a iniziare dalle organizzazioni di categoria agricole, sostenute anche da molti esponenti politici, stanno attaccando i diversi provvedimenti che la Commissione europea sta promulgando – come la proposta del nuovo Regolamento per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari – e chiedendo di posticipare l’uscita della proposta di legge sui Sfs.

Rimandare l’uscita del provvedimento significherebbe di fatto affossare l’iniziativa, posticipando l’irrimandabile transizione agroecologica di cui l’Europa e l’intero pianeta ha bisogno.

Per questo 286 Associazioni e Scienziati, tra cui la Coalizione CambiamoAgricoltura, di cui Gustoh24 fa parte, hanno inviato lo scorso 10 febbraio, una lettera alla presidente Von der Leyen per chiedere che questo non accada e che la Commissione si impegni a pubblicare la proposta di legge.

È possibile leggere qui la versione integrale della lettera.

PRIMO FIRMATARIO GIORGIO CALABRESE

Appello al governo: «L’Efsa tuteli anche la qualità del cibo»

 

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