Contro la proposta in sede Ue per abbassarne la gradazione alcolica

Nuovo pesante attacco a uno dei prodotti simbolo del made in Italy agroalimentare

La proposta è stata criticata da molti. E’ stata per prima la Coldiretti, che già a febbraio si era scagliata contro quella – contenuta nel piano d’azione per migliorare la salute dei cittadini europei – di introdurre etichette allarmistiche per scoraggiare il consumo di vino.

Il commento del responsabile vitivinicolo della Coldiretti, Domenico Bosco

La più grande associazione agricola italiana usa toni duri per contestare “un trattamento invasivo che interviene nel secolare processo di trasformazione dell’uva”.

«Il documento circolato tra i ministri agricoli Ue – spiega il responsabile vitivinicolo della Coldiretti, Domenico Bosco è pericoloso perché compie un vero e proprio “salto di qualità”. Finora infatti le bevande dealcolate erano considerate come una categoria a parte che in nessun caso potevano essere confuse col vino. Nel documento Ue invece si parla dell’ipotesi di ridurre l’alcol come di quella di aggiungere acqua come di una “pratica enologica”. Ovvero una tecnologia che una volta approvata diventa utilizzabile su tutto il territorio Ue bypassando i limiti previsti dai disciplinari di produzione che invece hanno sempre svolto la funzione di frenare derive qualitative».

«Se passasse questa impostazione – aggiunge Bosco – un soggetto potrebbe comprare ad esempio una partita di Chianti Docg certificato come di un altro vino a denominazione e poi annacquarlo nel proprio stabilimento per trasformarlo in ‘Chianti dealcolato’. Appare chiaro come un’ipotesi del genere aprirebbe vere e proprie praterie per frodi e contraffazioni».

Il presidente delle Città del Vino, Zambon: “Un attacco da respingere con forza”

Floriano Zambon con il coordinatore delle Città del vino della Val d’Aosta, Stefano Carletto e il presidente delle Città del vino portoghesi, Josè Calixto

Troviamo bizzarra e dannosa per il settore del vino, per il made in Italy e l’enoturismo la proposta che circola a Bruxelles di autorizzare l’aggiunta di acqua ai fini dell’abbassamento del grado alcolico – commenta il presidente di Città del Vino, Floriano Zambon –. Ci opporremo con forza a questa ipotesi che punta a snaturare un prodotto che vanta secoli di storia e di pratiche enologiche e che favorisce esclusivamente gli interessi di gruppi economici e multinazionali slegate dai nostri territori. Il vino è un prodotto fortemente identitario e culturale, prevederne l’aggiunta di acqua è un’idea da respingere senza esitazione”.

La proposta che circola al Consiglio dei ministri agricoli e che prevede l’eliminazione totale o parziale dell’alcol con la possibilità di aggiungere acqua si scontra anche con le rigide norme dei disciplinari di produzione delle Doc e Docg.

Qualche settimana fa aveva già fatto discutere la proposta dell’etichetta con gli alert negativi per scoraggiare il consumo di vino, presente nella comunicazione sul piano d’azione per migliorare la salute dei cittadini europei.