ROMA (ITALPRESS) – “La pandemia ha reso evidente che in un mondo interconnesso non esistono soluzioni locali a sfide globali come quelle delle emergenze sanitarie, dei cambiamenti climatici, della povertà estrema, dell’insicurezza alimentare. Una riflessione sulle strategie presenti e future del nostro Paese nel campo della Cooperazione allo sviluppo deve esserne consapevole”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento a Co-Opera 2022, la seconda Conferenza Nazionale della Cooperazione allo Sviluppo.“Non è risolutiva l’attesa che un’iniziativa basata sulla destinazione verso i Paesi più fragili soltanto delle risorse considerate eccedenti dalle economie dei Paesi più sviluppati permetta di vincere le sfide – ha aggiunto -. La comunità internazionale deve saper assumere obiettivi condivisi e, intorno a essi, promuovere la tutela e l’affermazione dei beni globali. Li abbiamo già richiamati: la vita, la salute, il clima, la prosperità contro la povertà. I risultati della recente presidenza italiana del G20 ci possono aiutare. In quell’ambito abbiamo dedicato attenzione particolare alle priorità di sviluppo del continente africano e ad aspetti quali la sicurezza alimentare”.“Un tema, quest’ultimo, che resta drammaticamente attuale, come dimostrano le cronache di questi mesi di guerra. Viviamo una contraddizione patente. Le grandi crisi internazionali, dalla pandemia all’aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa, stanno drammaticamente riducendo, se non azzerando, risorse destinabili ad affrontare le grandi questioni dalla cui soluzione dipende la sopravvivenza dell’umanità. L’azione per gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite ne esce indebolita – ha sottolineato il capo dello Stato -. Si riaprono scenari che apparivano definitivamente superati o in via di superamento. La guerra genera effetti gravissimi: si acuiscono le tensioni, si obbligano – a parte le vittime – milioni di donne e minori ad abbandonare le loro abitazioni per cercare rifugio altrove, si rende più difficile la collaborazione internazionale in materia climatica e ambientale, si creano squilibri insostenibili nei prezzi di alcune fondamentali derrate alimentari con conseguenze destabilizzanti per intere regioni del mondo, anche a noi prossime, come l’area del Mediterraneo e il continente africano. Si accentua la crisi della gestione del debito estero per molti Paesi”.
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