Appello del Presidente di Coldiretti Emilia Romagna Nicola Bertinelli e del Direttore Marco Allaria Olivieri: “Salviamo le nostre campagne”
“Apriamo una raccolta fondi con l’intento di alleviare le sofferenze di chi si trova ad attraversare un momento difficilissimo. I campi sono ancora sott’acqua, le frane hanno devastato il territorio e migliaia di aziende hanno subito danni gravissimi, quando addirittura non sono del tutto sparite. In tutto questo tanti dei nostri soci e le loro famiglie temono ancora per la loro incolumità”. Lo ha detto il Presidente di Coldiretti Emilia Romagna Nicola Bertinelli.
“Sono sempre più numerose le telefonate di agricoltori e cittadini comuni da tutta Italia che chiedono di potersi rendere utili e sostenere chi ha perso tutto in questa circostanza catastrofica. Per questo motivo – ha aggiunto il Direttore di Coldiretti Emilia Romagna Marco Allaria Olivieri – la Federazione Regionale di Coldiretti ha provveduto ad aprire un conto corrente destinato a raccogliere donazioni in aiuto delle popolazioni colpite dalle alluvioni che hanno martoriato il territorio della regione.
Parte dunque l’iniziativa di solidarietà “Salviamo le nostre campagne” grazie alla quale sarà possibile sostenere le aziende agricole colpite con un versamento sull’IBAN IT 55 U 02008 02480 000106765286, intestato a Federazione Regionale Coldiretti Emilia Romagna con causale “Alluvione Emilia-Romagna 2023”.
In Romagna nell’arco di soli 2 giorni si sono abbattute ben 30 bombe d’acqua su un territorio reso fragile dalla prolungata siccità a causa della caduta al nord del 40% di precipitazioni in meno nel primo quadrimestre dell’anno.
E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sui dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) e di Isac Cnr in riferimento all’alluvione che ha colpito la Romagna con dispersi e vittime per le quali si esprime profondo cordoglio. La furia del maltempo – sottolinea la Coldiretti – si è scatenata su terreni secchi che non sono riusciti ad assorbire l’acqua che è caduta violentemente provocando allagamenti, frane e smottamenti nelle aree rurali dove molte aziende agricole risultano irraggiungibili con problemi per la consegna del latte munto ma anche per garantire acqua e alimentazione agli animali allevati.
Sono oltre 5mila secondo la Coldiretti le aziende agricole colpite dal maltempo per frane o allagamenti che mettono a rischio nell’intera filiera almeno 50mila posti di lavoro tra agricoltori e lavoratori dipendenti nelle campagne, nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione, con danni al momento incalcolabili in attesa del deflusso delle acque e del fango. Il settore più colpito – precisa la Coldiretti – è quello dell’ortofrutta con il lento deflusso dell’acqua rimasta nei frutteti che “soffoca” le radici degli alberi fino a farle marcire e il rischio di far scomparire intere piantagioni che impiegheranno 4 o 5 anni prima di tornare produttive.
A causa della cementificazione e dell’abbandono l’Italia ha perso quasi 1/3 (30%) dei terreni agricoli nell’ultimo mezzo secolo con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari ed effetti sulla tenuta idrogeologica del territorio e sul deficit produttivo del Paese e la dipendenza agroalimentare dall’estero. Il risultato – sottolinea la Coldiretti – è che in Italia oltre 9 comuni su 10 in Italia (il 93,9% del totale) secondo l’Ispra hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane ed alluvioni Ma la percentuale arriva al 100% in molte regioni come l’Emilia Romagna. Per effetto delle coperture artificiali il suolo non riesce a garantire l’infiltrazione di acqua piovana che scorre in superficie aumentando la pericolosità idraulica del territorio nazionale secondo l’Ispra.
Per questo – continua la Coldiretti – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne. Ma serve anche approvare la legge contro il consumo di suolo che giace in Parlamento da oltre 10 anni.
Siamo infatti di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che già lo scorso anno hanno raggiunto i 6 miliardi di euro.
“Serve garantire l’arrivo degli aiuti nel minor tempo possibile e dare a queste zone martoriate la possibilità di riparare i danni e ripartire con la nomina di un Commissario alla ricostruzione come fatto ai tempi del terremoto” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Ma sono anche necessario investire nei bacini di accumulo che diventano quindi fondamentali per la sicurezza di tutto il nostro Paese, conservando l’acqua in eccesso per ridistribuirla quando serve utilizzando al meglio le risorse del Pnrr, dei fondi di coesione e del REpowerEU. A fronte di questa situazione climatica – continua Prandini – è infatti strategico intervenire con progetti di lungo respiro che vadano oltre l’emergenza come il piano elaborato dalla Coldiretti con Anbi che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all’11%, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, aiutando anche la regimazione delle piogge in eccesso nei momenti di maggiori precipitazioni come quello attuale”.