“Una svolta epocale” la definisce il governo. Opposizione delle associazioni ambientaliste
Gli Ogm cambiano nome e arrivano anche in Italia. L’Italia apre all’utilizzo in agricoltura delle Tecniche di evoluzione assistita (Tea), in inglese New genomic techniques (Ngt), definite in gergo nuovi ogm. La sperimentazione in campo aperto da parte degli scienziati ha avuto il via libera nelle commissioni congiunte Agricoltura e Ambiente del Senato con l’approvazione all’unanimità di un emendamento al decreto siccità (?!).
In questo modo si invalida la sentenza esecutiva della Corte di Giustizia Europea del 2018 che equipara le “New genomic techniques (Ngt)” ai vecchi Ogm e spuntare così l’autorizzazione a coltivarle in campo aperto per fini scientifici.
Mentre i favorevoli alle nuove tecniche genomiche parlano di “svolta epocale” e “fine di un periodo di oscurantismo tecnologico” dura la presa di posizione, di Aiab, AssoBio e FederBio che parlano di “una deregulation pericolosa per i consumatori e per i prodotti biologici” si è scelta la strada di scavalcare la normativa in vigore e tagliare le gambe al settore.
La Coalizione Italia libera da Ogm chiede il ritiro dell’emendamento
Secondo le associazioni della coalizione, i nuovi ogm, come i vecchi, metterebbero a rischio la biodiversità e il ruolo degli agricoltori. Assurdo colpo di mano nella discussione del Decreto siccità con un emendamento che apre alla sperimentazione in campo dei nuovi OGM
ROMA, 31 maggio 2023 – Ieri le Commissioni Agricoltura e Ambiente del Senato hanno approvato all’unanimità un emendamento al Decreto Siccità che apre alla sperimentazione in campo dei nuovi OGM. Si tratta di varietà vegetali ottenute con biotecnologie di nuova generazione denominate NGT (New Genomic Techniques), in Italia rinominate TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita), che la Corte di Giustizia UE, in una sentenza del 2018, ha equiparato a tutti gli effetti agli organismi geneticamente modificati.
Per le Associazioni della Coalizione Italia libera da OGM il voto di questo emendamento è un vero autogol, con il pretesto dell’adattamento dell’agricoltura agli effetti del cambiamento climatico. Questo voto non fa altro che rafforzare un modello produttivo intensivo – ben lontano dalla tanto decantata sovranità alimentare – basato sull’illusione che la sola tecnologia possa risolvere i problemi causati dalle crisi ambientali di origine antropica. In realtà i nuovi OGM non sono altro che l’ennesimo strumento per rafforzare il potere di controllo e gestione delle filiere agroalimentari da parte delle multinazionali e delle potenti corporazioni agricole a danno degli agricoltori che, inconsapevolmente, sono oramai ridotti a bassa manovalanza funzionale agli ingenti profitti di pochi.
“Il voto unanime del Parlamento italiano mette in evidenza un “pensiero unico” autolesionista dei nostri decisori politici su cosa dovrebbe essere la transizione ecologica dei sistemi agroalimentari, dimenticando le potenzialità ed opportunità offerte dall’agroecologia, che ha il ‘difetto’ di non garantire la concentrazione dei profitti nelle mani di pochi soggetti e di offrire agli agricoltori soluzioni economiche efficaci – spiegano le associazioni – Con questo voto l’Italia fa un passo verso l’abbandono della sua ventennale linea rigorosamente contraria agli OGM, aprendo ad una sperimentazione in campo che rappresenta la premessa per portare sulle tavole degli italiani cibo geneticamente modificato”.
Il voto non prende in considerazione la sentenza della Corte di Giustizia europea che ha equiparato le nuove biotecnologie agli OGM, imponendo anche per queste tecniche la tracciabilità, l’etichettatura e la valutazione del rischio, ma ignora anche la recente presa di posizione di oltre 300 organizzazioni di tutto il mondo che hanno chiesto al commissario europeo Timmermans di non tentare alcuna accelerazione antidemocratica su un tema scientificamente e politicamente tanto controverso.
Questo emendamento al Decreto siccità condizionerà inevitabilmente la discussione delle proposte di Legge che alcuni Parlamentari avevano depositato sullo stesso tema ed anticipa qualsiasi pronunciamento della Commissione europea. La prospettiva di avere presto cibo OGM “MADE IN ITALY” sulle nostre tavole non è accettabile: la Coalizione Italia Libera da OGM chiede lo stralcio dell’emendamento approvato dalle Commissioni dal testo finale, per un vero rispetto del principio di precauzione, dei diritti degli agricoltori e della sicurezza alimentare dei consumatori. La richiesta è rivolta a tutti i parlamentari, ma anche ai presidenti di Regione. Su questo tema, che riguarda i sistemi agrari di ogni Regione, gli Enti locali hanno il diritto di difendere il dettame costituzionale relativo ai loro poteri sulla politica agricola.
Per conto della Coalizione Italia Libera da OGM:
Acu, Agorà, Aiab, AltragricolturaBio, Ari, Asci, AssoBio, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Centro Internazionale Crocevia, Civiltà Contadina, Coltivare Condividendo, Coordinamento Zero OGM, Cub, Deafal, European Consumers, Egalité, Equivita, FairWatch, Federbio, Firab, Fondazione Seminare il Futuro,Greenpeace, Isde, Legambiente, Lipu, Pro Natura, Ries – Rete Italiana Economia Solidale, Ress, Terra!, TerraNuova Onlus, Transform! Italia, Navdanya International, Seed Vicious, Slow Food, Usb, Vas, WWF.
Commento finale. Cosa c’entra la liberalizzazione delle nuove biotecnologie vegetali con il decreto siccità? L’inserimento della clausola sulle Tea si pone in netta discontinuità con decenni di norme rigorose adottate in Italia per limitare la sperimentazione in campo aperto e l’uso degli Ogm, una strategia che in passato è stata condivisa da tutti proprio in virtù della speciale qualità e tradizione delle filiere del cibo made in Italy.