Venerdi 16 settembre 2022 alle ore 17,30, all’Academia Barilla di Parma

Gabriele D’Annunzio si materializza in un volume di 140 pagine che racconta il suo percorso storico ed enogastronomico scritto da un abruzzese, Enrico Di Carlo, e un emiliano romagnolo, Luca Bonacini, con la postfazione del parmigiano Andrea Grignaffini.

Il libro Il brindisi del Poeta astemio [Verdone editore, Castelli -Teramo- 2022], dedicato a Gabriele d’Annunzio, verrà presentato venerdì 16 settembre 2022, alle ore 17,30, presso l’Academia Barilla in Largo Calamandrei 3/a a Parma alla presenza degli autori che saranno introdotti da Giancarlo Gonizzi, Curatore della Biblioteca Gastronomica di Academia Barilla. coordinatore dei Musei del Cibo della provincia di Parma e storico della cultura gastronomica parmense.

D’Annunzio non fu astemio come invece volle sempre far credere pur di rimanere coerente alla sua immagine di esteta. Il poeta fu, al contrario, un raffinato conoscitore di vini e di liquori come raccontano i due autori nel libro.

La ricerca ha dato i suoi frutti anche in terra parmigiana, dove si produce la celeberrima e vivace Malvasia di Candia, uno dei vitigni che meglio sposano le luculliane specialità della terra di Giuseppe Verdi e Giovannino Guareschi, amato anche da Gabriele D’Annunzio. Un vino che ritroviamo In Solus ad solam, intimo diario pubblicato postumo, che narra il drammatico epilogo di una storia d’amore, d’Annunzio ricorda una visita a Langhirano sui colli di Parma, per incontrare l’amico, politico e viticoltore Cornelio Guerci, che poi ringrazierà in un telegramma per la qualità della “chiarissima ambra”. Vivace, profumata, sincera, la Malvasia di Candia aromatica, tipica delle colline parmensi, particolarmente della Val Parma e della Val Baganza. Un vino che piacque anche a Giuseppe Garibaldi che dopo averlo assaggiato a Maiatico (Parma) nel 1861, ne riceverà in dono alcuni tralci dalla marchesa Teresa Trecchi-Araldi, per poi impiantarli nel terreno prospiciente alla sua residenza sull’isola di Caprera.

La pubblicazione si fregia anche della riproduzione di una vera e propria rarità gentilmente messa a disposizione dalla Biblioteca di Academia Barilla. Si tratta di un pregevole menu di una colazione in onore di d’Annunzio, che si tenne a Venezia, il 26 aprile 1908.

Il lavoro mette in luce un rapporto quanto mai contraddittorio tra lo scrittore e l’alcol. Bevitore di acqua purissima (prediligeva quella minerale) in banchetti ufficiali, mostrava familiarità con vini e champagne in occasioni mondane e private, magari in compagnia di qualche donna. I vini li decanta, li storicizza, li contestualizza, li rende protagonisti di vicende personali e di famose pagine letterarie. I vini italiani raccontati e forse bevuti da d’Annunzio, comprendono dodici regioni, sicuramente il meglio della produzione enologica del tempo.

Si va dal Barolo al Moscato, dal Chianti al Soave, dal Nepente d’Oliena al Capri Bianco, passando naturalmente per il Montepulciano del suo Abruzzo.

Per la prima volta vengono studiate le marche conservate nella cantina del Vittoriale, poco prima della morte avvenuta il primo marzo del 1938. Sono 295 bottiglie di qualità elevatissima e con costi che anche allora erano proibitivi; un vero e proprio tesoretto a conferma dell’elevato tenore di vita dell’anziano scrittore. Tra le altre curiosità del libro, si segnalano la denominazione acquarzente, in sostituzione del francese cognac, la scelta di chiamare molovin un liquore da lui inventato, e i carteggi con celebri produttori e ristoratori dai quali si faceva inviare casse di vino pregiato, magari in cambio di una sua fotografia con dedica.

Il menù del banchetto offerto a d’Annunzio la sera del 23 giugno 1904 in occasione della prima de “La figlia di Iorio”. Tipografia C. Marchionne 

Enrico Di Carlo (nella foto) giornalista, scrittore ed autore “dannunziano”, laureato in “Lingua e Letteratura delle Regioni d’Italia” presso l’Università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti e bibliotecario all’Università degli studi di Teramo. 

E’ nato a Chieti nel 1960 e i suoi studi vertono prevalentemente sulla cultura abruzzese dell’Ottocento e del Novecento, e su Gabriele d’Annunzio.

Luca Bonacini è nato a Modena nel 1966.

Scrive di travel, wellness, food, wine, per QN Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno, James Magazine, Gambero Rosso, Liveln Golf & Style, Scatti di Gusto, ADV, esplorando le possibili connessioni tra enogastronomia, letteratura e cinema. È collaboratore per le Guide del Gambero Rosso e docente di eno-food.