Tra gli ospiti, assieme a Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, sono arrivati il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, l’ex ministro dell’Agricoltura e dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, ora presidente della Fondazione Univerde, il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il sindaco di Bari Antonio Decaro

Si è concluso sul lungomare Imperatore Augusto di Bari la ‘Festa dell’educazione alimentare’, il Villaggio contadino di Coldiretti.

La manifestazione ha visto la partecipazione di migliaia di bambini, ospiti della ‘maxi fattoria’ allestita per l’occasione, per “riconoscere i ritmi della natura, la vita del mondo animale e il percorso che porta i cibi dai campi alla tavola“. Nella foto di copertina Fabrizio Capaccioli, Alfonso Pecoraro Scanio ed Ettore Prandini.

Il “Villaggio” premiato dalla Medaglia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e pensato, spiegano gli organizzatori, “per far conoscere il lavoro fatto durante l’anno con le scuole per la formazione alimentare ed ambientale delle nuove generazioni ma anche le opportunità in fattoria per i bambini nell’estate 2023 lungo tutto la Penisola”.

Gli agricoltori e gli allevatori della Coldiretti hanno allestito gli spazi per permettere ai piccoli ospiti di mungere le mucche, curare gli animali nella stalla della biodiversità, imparare a cucinare nella tenda dei cuochi contadini, giocare a fare la spesa come i grandi, andare alla scoperta del mondo delle api, fare l’orto sensoriale e montare in sella agli asini della pet therapy.

Pecoraro Scanio: ”Cucina italiana Unesco è sfida a lobby del cibo fake”

Da Villaggio Coldiretti di Bari “chiaro no a glifosato cancerogeno e cibi artificiali”

La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale è candidata a patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco e Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della fondazione Univerde, già ministro dell’agricoltura e sostenitore dei riconoscimenti Unesco dell’ arte del Pizzaiuolo napoletano e della dieta mediterranea rilancia dopo il Villaggio Coldiretti di Bari la sfida alle lobby del “fake food”.

La cucina italiana Unesco è la sfida alle multinazionali e alle lobby del cibo anonimo e artificiale. La candidatura punta su sostenibilità e diversità bioculturale proprio perché i cibi naturale cucinati in modo tradizionale evitano lo spreco alimentare e garantiscono le radici culturali dell’alimentazione e la convivialità. Proprio al villaggio Coldiretti di Bari negli incontri di campagna amica è stata rilanciata la campagna per i cibi naturali e sani, senza ogm e glifosato ,senza prodotti artificiali realizzati in laboratori. L’Italia con l’agricoltura identitaria e multifunzionale costituisce un modello alternativo preso ad esempio anche dalle agricolture familiari e territoriali di molti paesi del mondo. Il riconoscimento Unesco alla cucina italiana può rafforzare la rete mondiale dei mercati contadini e  la difesa delle tradizioni locali”.

Parla Ettore Prandini, presidente nazionale Coldiretti: «Da Bari crociata per il cibo di qualità. Ma serve raddoppiare i fondi del Pnrr»

Le domande de La Gazzetta del Mezzogiorno

Ettore Prandini, presidente nazionale Coldiretti: il Villaggio contadino della Coldiretti torna a Bari, con quale messaggio?

«La nostra è la migliore agricoltura, un modello capace di fare scuola, ma che ha bisogno di essere raccontato. Il Villaggio Coldiretti, che si apre a Bari, è il modo più efficace per avvicinare i nostri agricoltori ai cittadini consumatori. Nei numerosissimi stand potranno non solo vedere le eccellenze del made in Italy, l’ unicità e distintività delle produzioni, ma capire anche come vengono realizzate, quanto impegno e direi amore sono profusi dai nostri produttori e verificare, assaggiando i piatti realizzati dai nostri cuochi contadini, quanto sia importante utilizzare prodotti agricoli di qualità e di certa provenienza».

Ci sarà spazio per la battaglia della Coldiretti sul cibo a base cellulare ottenuto in laboratorio?

«Il Villaggio sarà davvero un’occasione unica per alzare una vera e propria barriera tra il cibo vero, che arriva dai nostri territori che ne racconta sapori, ma anche cultura e arte, e il cibo realizzato in laboratorio che si sta tentando di sdoganare. Con l’alibi della sostenibilità. Coldiretti è stata la prima ad accendere i riflettori su questo business miliardario su cui stanno investendo i big dell’hi tech e della farmaceutica. E diciamo che siamo riusciti a rovinare la festa. La battaglia, ne siamo consapevoli, sarà lunga e durissima. Ma qualche risultato lo abbiamo già incassato. Abbiamo raccolto oltre 500mila firme contro questi nuovi prodotti realizzati in bioreattori e dalla nostra parte si sono schierati Comuni e regioni e moltissimi rappresentanti del Parlamento indipendentemente dalla connotazione politica. Ma anche associazioni e opinion leader. Il Governo ha varato un disegno di legge che vieta produzione, commercializzazione e import di questi prodotti nel rispetto del principio di precauzione. Ora la parola passa al Parlamento. Intanto però uno studio realizzato da Fao e Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) ha indicato 53 potenziali rischi per la salute, dalle allergie al cancro. Anche per quanto riguarda la sostenibilità come si può ritenere che prodotti realizzati in un impianto industriale producano meno inquinamento di quelli che arrivano dalle nostre aziende e dai nostri allevamenti che sono i più green della Ue?»

Il ministro Fitto con il sindaco di Bari Decaro

 La visita del ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Raffaele Fitto

«L’agricoltura ha un programma di circa cinque miliardi di euro, è evidente però che noi oggi siamoin fase di revisione del Pnrr. Non sono accaduti eventi marginali, il Piano nazionale di ripresa di residenza è stato immaginato e definito prima dello scoppio della guerra in Ucraina». Lo ha detto il ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Raffaele Fitto, visitando il Villaggio contadino di Coldiretti allestito a Bari. «È intenzione del governo, nella rimodulazione del Pnrr, guardare con la massima attenzione al comparto agricolo – ha aggiunto -. Abbiamo avuto già in sede di cabina di regia con le organizzazioni di categoria un confronto utile sulla possibilità di poter implementare alcuni interventi che nel campo agricolo hanno dimostrato di avere un numero di domande nettamente superiore alle disponibilità finanziarie. Lo faremo – ha concluso Fitto – tenendo conto di un quadro complessivo, in sintonia con le organizzazioni di categoria, ma sicuramente la sensibilità e la volontà del governo vanno in questa direzione».
Siamo a fine aprile del 2023, come è noto il Piano nazionale di ripresa resilienza deve completare tutti gli interventi in via definitiva a giugno del 2026. Sono poco più di tre anni, mi sembra un tempo ragionevole sul quale, visto che oggisiamo impegnati in fase di rimodulazione,è opportuno fare una attenta analisi e verifica per capire, non chi penalizzare e chi premiare, ma per capire quali settori e quali situazioni sono in grado di spendere queste risorse entro giugno 2026 con assoluta certezza». A proposito dei settori che potrebbero essere penalizzati, Fitto ha precisato che «questa è una fase che stiamo sviluppando in questi giorni, con un confronto molto positivo con tutti i misteri interessati, cercando di comprendere quali sono le criticità. Quando emergerà un quadro chiaro, avremo la possibilità di avviare una rimodulazione. Questo – ha concluso – accadrà non prima della conclusione prevista per l’attuazione del Pnrr e delle sue modifiche». 
All’Europa dobbiamo chiedere di rispettare con forza quella che è una delle filiere più importanti della nostra economia e che rappresenta per il nostro Paese un grande vanto: la filiera alimentare. Il nostro governo, con il ministro Lollobrigida – ha proseguito Fitto – è stato promotore, primo governo in assoluto fra tutti, a predisporre una risposta di sistema perché avere approvato un disegno di legge contro il cibo sintetico va in questa direzione». Secondo Fitto, bisogna «cercare di creare le condizioni per rafforzare lo sforzo che tanti imprenditori agricolistanno portando avanti sia sul terreno della capacità di innovarsi sia cercando di valorizzare la qualità della formazione, e la sensibilizzazione dei giovani. Questa iniziativa di Coldiretti – ha concluso il ministro – è una sintesi perfetta di un programma che deve essere portato avanti».

Video

https://youtu.be/v4SfzgoeBsI