Dopo il successo del volume “50 Vini di Romania incontrano 50 piatti italiani d’eccellenza”, l’autrice, Marinela Ardelean, propone un nuovo libro che introduce il pubblico a 50 vini rappresentativi provenienti da 50 cantine della Romania, abbinati alle creazioni di alcuni dei migliori chef del Paese. La maggior parte delle ricette è ispirata ai piatti tradizionali, rivisitati in chiave contemporanea. I vini sono stati selezionati per riflettere la ricchezza delle varietà autoctone romene, oltre al successo nell’adozione di varietà internazionali
Un viaggio attraverso una delle culture enogastronomiche più antiche e meno conosciute d’Europa, alla scoperta, figurativamente parlando, dei filari di vitigni arrampicati sulle pendici dei Carpazi, di prodotti tipici d’eccellenza nati e cresciuti all’ombra di antichi castelli e trasformati in specialità di grande tradizione.
La Romania a tavola e nel bicchiere è molto, molto di più di quanto i luoghi comuni possano suggerire e a raccontarcelo, ancora una volta, è Marinela Ardelean, scrittrice ed esperta di vini e distillati, che, dopo il successo del volume “50 Vini di Romania incontrano 50 piatti italiani d’eccellenza” presenta con orgoglio “50 Vini e Pietanze di Romania” (Antiga Edizioni).
Trecentocinquantadue pagine nelle quali cinquanta etichette vinicole di altrettante aziende romene selezionate tra le migliori vengono accostate a piatti realizzati dai principali chef del paese, in un piacevole confronto fra tradizione culinaria e la sua evoluzione in chiave contemporanea.
“Dieci anni fa – spiega Ardelean – pubblicavo il mio primo libro in Italia, un Paese che rappresenta per me l’essenza dell’enogastronomia mondiale. All’epoca, il mio obiettivo era quello di creare un dialogo unico tra i vini rumeni e la cucina italiana, un progetto che celebrava le relazioni culturali ed economiche attraverso le loro eccellenze. Oggi, con grande emozione, presento una nuova tappa di questo percorso: una raccolta che abbina vini rumeni a piatti della tradizione rumena. Questo progetto non è solo un omaggio ai vini della mia terra, ma anche un passo importante per promuovere la Romania attraverso l’enogastronomia e l’enoturismo”.
Nel suo nuovo libro Marinela Ardelean non solo ha selezionato i vini in modo da riflettere tanto la grande ricchezza delle varietà autoctone romene quanto i livelli di maestria raggiunti nel valorizzare le varietà internazionali, ma include anche un capitolo dedicato a dodici destinazioni prettamente enoturistiche in Romania; luoghi spesso sconosciuti al grande turismo, ma che celano preziose peculiarità, e nei quali si narrano la storia e la tradizione del vino romeno. Un percorso e uno sviluppo cui in questi anni hanno concorso, con successo, anche importanti enologi italiani.
“Siamo orgogliosi – spiega, ad esempio, Roberto Di Filippo, enologo e comproprietario dell’azienda vinicola romena Cantina La Sapata – di essere inclusi negli abbinamenti enogastronomici proposti da Marinela Ardelean; per noi rappresenta un importante riconoscimento al lavoro iniziato 15 anni fa, nella selvaggia quanto affascinante terra Dobrogeana. Abbiamo realizzato questo progetto nel rispetto etico ed ambientale di persone e territorio. Fin dall’inizio, la nostra agricoltura è stata certificata biologica e, nel tempo, abbiamo instaurato ottimi rapporti con gli abitanti di Somova e le amministrazioni locali che ci hanno supportato nel corso degli anni. Ringraziamo Marinela, l’Ambasciata Romena e l’Istituto di Cultura Romena per darci l’opportunità di presentare la nostra Băbeasca Rosè che, con la sua eleganza e mineralità, ben rappresenta il territorio da cui proviene”.
E Grafiche Antiga celebra così un nuovo successo consolidando, il proprio rapporto di collaborazione con il comparto vitivinicolo romeno. Un rapporto forte, anche in virtù della partecipazione di partner strategici come Wines of Romania, Aqua Carpatica, Carrefour Romania e TotalPR.
“Dopo dieci anni dalla precedente pubblicazione – sottolinea Andrea Simionato, direttore editoriale di Grafiche Antiga – che ha riscosso grande successo nel mondo librario, sono lieto di editare un nuovo libro. La nostra casa editrice ha messo a disposizione per questo progetto tutte le competenze e le migliori tecniche di stampa, per offrire un prodotto di alta qualità, come alta e qualitativa è la produzione di vini in Romania. Il nostro compito, ora, è quello di divulgarlo e distribuirlo adeguatamente per far conoscere la qualità del vino, unitamente alla bellezza del paesaggio. Vorrei dire quasi accomunare e tentare uno scambio culturale tra le colline del Prosecco, oggi patrimonio dell’umanità, dove si trova la nostra casa editrice, e il territorio rumeno. Due territori con la medesima vocazione, simili caratteristiche ed un’importante storia millenaria. Anche l’enogastronomia infatti è cultura ed espressione di un territorio”.
Un invito a scoprire la ricchezza e la diversità della Romania, un paese che attraverso il vino e la cucina può raccontare una storia straordinaria al mondo intero. Un vero e proprio tributo alla cultura enogastronomica romena, tributo che i lettori apprezzeranno anche per la completezza nel dare voce a realtà di grande interesse per appassionati e curiosi.
“Se dieci anni fa – conclude Ardelean – parlavamo di una rinascita del vino rumeno, oggi possiamo parlare di una sua maturazione: un settore in piena evoluzione, con produttori sempre più impegnati a prepararsi per affrontare le sfide dell’export. Sebbene oltre il 90% del vino imbottigliato in Romania sia ancora consumato localmente, questa realtà sta cambiando. Un numero crescente di produttori investe oggi con determinazione per portare i propri vini oltre i confini nazionali. Ho scelto di pubblicare questa nuova opera in Italia per diverse ragioni: l’Italia è la patria dell’enogastronomia mondiale, il miglior biglietto da visita che un Paese possa avere. Inoltre, qui vive la più grande comunità di rumeni al di fuori della Romania. Ma, soprattutto, l’Italia è il Paese in cui ho scoperto la passione per il vino, ho imparato ad apprezzare la gastronomia e ho compreso che il vino è, prima di tutto, cultura”.