di Walter Galbiati

L’inserto economico di Repubblica festeggia il suo compleanno, rinnovando l’impegno in un racconto critico e analitico del mondo economico

Con Affari&Finanza volevamo esserci. Arrivammo noi e nacque un nuovo modo di raccontare l’economia”. Ripartiamo dalle parole di Eugenio Scalfari per affermare quanto oggi dopo 40 anni ci sia ancor più bisogno di quel modo di raccontare l’economia, capace di analizzare i fatti e spiegarne gli effetti. Nel 1984, Scalfari con Giuseppe Turani davano vita alle pagine economiche di Repubblica, chiamandole Affari&Finanza, il nocciolo di quello che diventerà due anni dopo nel 1986 un inserto indipendente, così come lo leggiamo ancora oggi.

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Io e Giuseppe Turani lanciammo un settimanale che rompeva gli schemi. Prima solo i professori discutevano di economia”, raccontava Scalfari a Fabio Bogo, in occasione delle celebrazioni dei 30 anni dell’inserto, ricordando il contesto economico in cui nasceva il giornale. “Siamo partiti dal fatto che il nostro Paese stava completando l’ennesima trasformazione. Avevamo fatto la prima industrializzazione e stavamo digerendo la seconda, quella del cosiddetto boom. Le campagne si svuotavano, i braccianti andavano al nord provenienti da Puglia, Calabria e Basilicata, e lavoravano nelle fabbriche della Lombardia e di Torino, raggiunti poi anche dall’emigrazione proveniente dal Veneto. Nascevano le periferie e le città satellite. E gli emigranti più intraprendenti e capaci si staccavano dalla catena di montaggio per aprire piccole officine e in qualche caso anche piccolissime aziende. Con questi operai-imprenditori il triangolo industriale si allarga dal perimetro Milano, Torino-Genova verso est, e diventa una specie di stella cometa, con una coda che raggiunge il varesotto e si allarga ancora al Veneto e all’Emilia. È così che nasce il secondo piccolo miracolo industriale, quello delle piccole imprese, quello del Nord-est”.

Oggi l’Italia è profondamente cambiata, siamo nell’era della digitalizzazione, si parla di intelligenza artificiale come nuova frontiera, ma il Paese è ancora alle prese con alcuni problemi strutturali. La grande industria, che popolava il triangolo industriale, deve ancora compiere – non tutta ovviamente – il salto globale, molti settori soffrono la concorrenza estera e il rischio di deindustrializzazione è più reale che mai. Le piccole e medie imprese resistono, ma non tutte trovano la forza di competere in un mondo sempre più competitivo. Il mercato dei capitali soffre di nanismo, la capitalizzazione di Borsa italiana in rapporto al Pil è tra le più basse in Europa e i volumi di scambio in 15 anni sono passati da 6 a 2 miliardi.

Affari&Finanza racconta tutto questo con uno sguardo critico, cercando di cogliere anche ciò che succede al di fuori dell’Italia. E lo fa in un modo nuovo, perché alla carta stampata, che esce ogni lunedì, si sono affiancati, il sito che incorpora la sezione di economia di Repubblica, le piattaforme social, il podcast “Soldi” in onda tutti i mercoledì su Onepodcast e infine gli eventi (A&F Live), dove quello che raccontiamo sul giornale diventa tema di dibattito con i principali protagonisti del mondo economico italiano e internazionale.