Il progetto, dal costo complessivo di 11,5 milioni, è quello di formare le nuove professionalità nell’ambito agroalimentare.

Il rettore Andrei: “L’ambizione è di essere sempre più un hub di riferimento nazionale e internazionale per la ricerca e la formazione nel settore

All’Università di Parma nasce la nuova casa del Food Project.

E’ stata posata il 29 aprile nel campus Scienze e tecnologie la prima pietra dell’edificio che costituisce il tassello iniziale del progetto.

I commenti del Rettore Paolo Andrei, Gabriele Costantino, Alessandro Chiesi

«Oggi – ha detto il Rettore Paolo Andrei – è un giorno molto significativo per l’Università di Parma e per tutta la nostra Comunità territoriale e regionale: questa nuova area, infatti, diventerà un luogo in cui la ricerca accademica e quella industriale si potranno incontrare per favorire lo sviluppo e la diffusione delle competenze in ambito “food”, con l’ambizione di essere sempre più un “hub” di riferimento nazionale e internazionale per la ricerca e la formazione in questo settore. Temi su cui Parma e la sua Università possiedono un know how costruito nel tempo che raccoglie rilevanti competenze scientifiche, tecnologiche, economiche e culturali, con la presenza di filiere produttive e di realtà industriali e istituzionali di rilievo mondiale. Mettere a sistema tutto questo, offrire adeguate soluzioni operative e logistiche per realizzare con sempre maggiore convinzione questo progetto sono passi decisivi che ci onorano e che rafforzano il nostro entusiasmo. Per questi motivi ringrazio davvero di cuore le Istituzioni e i partner privati che sono al nostro fianco in questo progetto, così come non posso non ricordare il Rettore che mi ha preceduto, Prof. Loris Borghi, e l’allora Direttore comunicazione e relazioni esterne del gruppo Barilla, Dott. Luca Virginio: due persone che ci hanno prematuramente lasciato ma che con passione e lungimiranza hanno dato il via a questo importante percorso».

«Il Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco saluta con grande soddisfazione la posa della prima pietra del nuovo edificio – ha spiegato il Direttore del Dipartimento Gabriele Costantino –che conclude una lunga fase preparatoria. Si aprirà a breve, quindi, una nuova fase dove colleghi, ricercatori e studenti troveranno finalmente un nuovo spazio comune per dar spazio all’interazione interdisciplinare che la ricerca scientifica e la didattica di eccellenza che producono merita. Il Direttore e il Dipartimento tutto non possono che ringraziare i vertici dell’Ateneo, le istituzioni e le aziende che hanno creduto nel progetto e lo hanno reso possibile».

«Siamo convinti – ha commentato il Presidente di “Parma, io ci sto!” Alessandro Chiesi – dell’importanza di mettere a sistema competenze, formazione, ricerca, innovazione e internazionalizzazione per dare valore al nostro territorio ed attrarre talenti. “Parma, io ci sto!” sin dall’inizio ha guardato al futuro con un grande progetto strategico a fianco dell’Ateneo di Parma: era il 2016 quando abbiamo scelto raccogliere la sfida ed essere parte attiva del “Food project” con l’obiettivo di rendere Parma e la Food Valley sempre più un punto di riferimento per il settore agroalimentare a livello nazionale ed internazionale. La posa della prima pietra ci rende orgogliosi e consapevoli dell’importanza di fare squadra per realizzare un sogno concreto. Per questo un sentito ringraziamento va alla rete di aziende e persone che siamo riusciti a coinvolgere e che si sono rese disponibili a sostenere, economicamente e non solo, questo ambizioso progetto. E un ricordo riconoscente va a Luca Virginio, che con professionalità e passione straordinarie ha contribuito in maniera decisiva a trasformare questo sogno in una realtà».

11 milioni e 500mila euro l’importo complessivo dei lavori, con finanziamenti pubblici dal Ministero dell’Università e della Ricerca e dalla Regione Emilia- Romagna e quasi 4 milioni in arrivo dal mondo imprenditoriale e associativo, che ha creduto fortemente nel progetto e nelle sue potenzialità per le importanti ricadute sull’intero territorio.

Main contributors Barilla, Chiesi Farmaceutici, Fondazione Cariparma, Unione Parmense degli Industriali, Mutti; contributors Parmalat Gruppo Lactalis, Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano, Consorzio del Prosciutto di Parma, Cft, Morris Profumi, Prosciuttificio F.lli Galloni, Istituto Parma Qualità, Consorzio Agrario di Parma. 

Fondamentale il ruolo dell’associazione  “Parma, io ci sto!” che ha affiancato l’Università fin dall’inizio sostenendo con forza la realizzazione della Food Area e l’intero Food Project, nato con l’obiettivo di mettere a sistema e rafforzare le elevate competenze multidisciplinari e complementari presenti nell’Ateneo nel campo della ricerca, della didattica e della terza missione nel settore Food e Food Industry e promuovere la loro interazione con imprese, centri di ricerca e realtà educative sul territorio locale e nazionale, puntando a fare di Parma sempre più un punto di riferimento nazionale ed europeo per il settore agroalimentare.

Il Food Project avrà dunque una nuova casa. La struttura, che costituirà la nuova sede comune per i ricercatori del settore Food dell’Ateneo, sarà un edificio all’avanguardia dal punto di vista logistico e dell’efficienza energetica e utile a favorire le interazioni, in modo che la capacità di generare ricerca avanzata e innovazione tecnologica divenga sempre più efficace.

Tecnologi alimentari, microbiologi, chimici degli alimenti, esperti di produzioni primarie, nutrizionisti, economisti e ispettori veterinari concentreranno i laboratori e i gruppi di ricerca nello stesso moderno edificio. Questa nuova sinergia rappresenterà un valore aggiunto per l’Ateneo e ambisce a divenire punto di riferimento internazionale per le imprese del settore.

La ricerca in ambito alimentare dell’Università di Parma si potrà davvero confrontare, anche dal punto di vista strutturale, con i più importanti centri di ricerca sugli alimenti nazionali e internazionali.  Questo avverrà anche alla luce del fatto che, nelle immediate prossimità del nuovo edificio, all’interno dell’Area Food, si collocheranno anche la sede operativa della Scuola di Studi Superiori in Alimenti e Nutrizione nella Cascina Campagna, e il Food Business Incubator, co-finanziato dalla Regione Emilia-Romagna con 1 milione di euro, che ospiterà, in qualità di acceleratore di impresa, numerose start-up a tematica Food che certo godranno della prossimità con i laboratori di ricerca.

La produzione di alimenti nel nostro pianeta incontra una domanda crescente in termini di quantità e qualità. La sfida del futuro sarà indicare modelli di sviluppo idonei per un sistema che, a livello mondiale, cresce velocemente ponendo in evidenza nuovi scenari globali al centro dei quali rimane il diritto a un’alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutti gli abitanti del pianeta e allo stesso tempo sostenibile. Il contributo offerto dalla scienza e dalla tecnologia e l’impiego delle nuove conoscenze sono fondamentali per pervenire alle soluzioni più opportune. In questo contesto il Food Project dell’Università di Parma può svolgere un ruolo di primo piano, in piena sinergia con tutti gli attori del Food a livello locale e internazionale.

L’intervento in dettaglio
L’Edificio 1 è il primo tassello dell’Area Food dell’Ateneo. Andrà a sostituire e ampliare un fabbricato preesistente, già assegnato al Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco, realizzato in struttura prefabbricata in cemento armato negli anni Ottanta, non più idoneo a soddisfare le sempre crescenti esigenze del Dipartimento, in particolar modo nell’ambito della ricerca.

Dopo la demolizione del fabbricato, di superficie di 1.200 mq su un unico livello, si procede alla costruzione di un nuovo fabbricato sul sedime del precedente. Il nuovo fabbricato sarà composto da un corpo basso sviluppato su due livelli prevalentemente destinati a laboratori, oltre a un locale tecnico in copertura, e da un corpo a torre in struttura metallica sviluppato su sei livelli, che ospiterà prevalentemente gli studi dei docenti e gli uffici del personale tecnico-amministrativo, per 3.000 mq complessivi.