Nonostante la crisi e i costi delle materie prime, 1 azienda alimentare su 3 è ottimista

Il costo delle materie prime (per 8 aziende su 10) e il crescente lievitare dei costi della componente energetica (75,7%) sono i due elementi che figurano in cima alle preoccupazioni del settore del food. Malgrado questo, per 2 aziende su 3 (67,6%) l’export resterà al centro delle loro strategie e 1 azienda su 3 punta sull’ottimismo vedendo un rientro progressivo delle ragioni che oggi creano tensioni sui mercati per i prodotti alimentari. E’ quanto emerge dalla prima indagine realizzata su un campione di oltre 100 aziende di Unione Italiana Food, la più grande associazione di categorie alimentari in Europa che rappresenta 550 aziende italiane e presentata a Milano in occasione dell’assemblea annuale.

Il commento del presidente di UnionFood, Marco Lavazza

 

Nonostante uno scenario internazionale estremamente complesso, il sistema alimentare è determinato a resistere e getta lo sguardo al futuro con ottimismo, tanto che per 7 aziende su 10, le difficoltà attuali non fermeranno gli investimenti in corso oramai da anni in sostenibilità e per l’84,5% delle aziende, la crisi darà una spinta al nostro sistema, diventando una vera e propria opportunità: “Il sistema economico globale –spiega il presidente di UnionFood, Marco Lavazza– è messo a dura prova dalle sfide che stiamo affrontando. Dopo la pandemia di Covid-19 e il conseguente blocco nella logistica dei trasporti, speravamo di essere all’alba di un periodo di ripresa, ma la guerra in Ucraina e gli aumenti dei costi dell’energia ci hanno portato a nuove e inaspettate difficoltà”.

Per il comparto alimentare “la scarsità di materie prime è un problema complesso capace di creare danni significativi”, ma “nonostante lo scenario possa scoraggiare, vogliamo mantenere uno sguardo ottimista; gli imprenditori italiani sono un esempio di bravura, inventiva e, per quanto oggi come termine molto inflazionato, resilienza”.

Il futuro del cibo “passa anche attraverso il futuro dell’industria alimentare e la sua innata capacità di fare innovazione“, evidenzia Lavazza. E “i prossimi anni potranno essere comunque caratterizzati da una forte spinta verso la crescita” .

L’industria alimentare “non si ferma mai e negli anni si è confrontata con sfide sempre nuove che ne confermano il forte ruolo sociale, oltre che economico –sottolinea Paolo Barilla vicepresidente di UnionFood. Nel secondo Dopoguerra dovevamo sfamare una popolazione che non aveva cibo, poi abbiamo vinto le sfide della qualità e della sicurezza alimentare, portando nel mondo la bandiera del mangiare italiano. La responsabilità della nostra generazione è di garantire al Pianeta l’accesso a cibo di qualità, sano, sicuro e sostenibile”.

È, in pratica, “l’identikit del Made in Italy: da sempre il nostro cibo è sinonimo di eccellenza per gusto, qualità e sicurezza, ma anche di gioia e convivialità” .