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Il Ministro alle politiche agricole Stefano Patuanelli ha partecipato, nella seconda giornata di Cibus, a due tavole rotonde. Molti dati sulle sui prodotti Dop e Igp sono arrivati dalla tavola rotonda “Made in Italy agroalimentare e le indicazioni geografiche: le strategie per spingere la crescita”. Ma partiamo dalle parole del ministro Patuanelli.

Sono contento di essere qui a Parma -ha detto il ministro Patuanelli. Ripartono finalmente le fiere e gli eventi in presenza, ed è una grande soddisfazione per me, ministro del settore più trainante dell’economia italiana.  Abbiamo risorse e abbiamo una condizione politica che ci consente di fare alcune cose che nella normalità non sarebbero possibili. Abbiamo avuto una stagione che mi auguro sia alle spalle, che ha messo in luce alcune fragilità dei nostri sistemi produttivi.  Aver inserito una parte significativa di risorse nel Fondo complementare per il sostegno alle filiere è stata un’azione giusta”.

Questo, ha precisato il ministro è “Il momento decisivo visti i fondi messi a disposizione non solo dal Pnrr, ma anche dal Pac (Politica agricola comunitaria) per i prossimi 7 anni”. Proprio per questo “è il momento di lasciare da parte le individualità e lavorare come “sistema paese” in particolare sull’agroalimentare”.

La tavola rotonda coordinata da Paolo De Castro

L’europarlamentare Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione Agricoltura, ha moderato gli interventi dicendo: “Il New Green Deal e la strategia Farm to Fork lanciata dalla Commissione Ue, devono puntare al rafforzamento delle politiche di qualità. E questo è un obiettivo confermato dalla riforma della Politica agricola comune che entrerà in vigore da gennaio 2023. La Commissione presenterà entro l’anno due Regolamenti, sulla promozione e sulle IG. Ci auguriamo che questi facciano leva sulle filiere certificate italiane che sono alla base delle nostre eccellenze agroalimentari.

Qualivita: Ig asset strategico per valorizzare filiere

L’intervento di Mauro Rosati

La crescita economica delle aziende mondiali è oggi legata alle risorse intangibili e questo vale in buona parte anche per le filiere agroalimentari che hanno un ingente ‘capitale intellettuale’ ancora da valorizzare. L’Italia, attraverso il proprio sistema DOP IGP, ha le più importanti risorse intangibili di settore a livello globale e, di conseguenza, il potenziale per valorizzare le PMI agroalimentari, per accedere al credito e per realizzare progetti internazionali che consentano di crescere e di esportare su tutti i mercati. Questa, in sintesi, la nuova visione di sviluppo presentata da Qualivita.

Gli interventi del presidente Cesare Mazzetti e del direttore Mauro Rosati

È ormai chiaroha affermato Mauro Rosati, DG Fondazione Qualivitache serve patrimonializzare e finanziare la crescita delle PMI agroalimentari italiane per aumentare il potenziale di offerta all’estero dove è forte la richiesta di qualità made in Italy. L’Italia ha una opportunità in più con le Indicazioni Geografiche che, se ben gestite, rappresentano asset intangibili capaci di dare alle imprese valori di mercato molto più elevati di quelli attuali. Fare una fotografia del ‘capitale intellettuale’ generato nelle filiere dai prodotti DOP IGP, può servire ad attrarre finanza e partnership di alto livello utili per accelerare la crescita. Nella fase attuale in cui le risorse intangibili sono il grande serbatoio di valore delle economie globalizzate, l’alimentare italiano con il suo know how, le certificazioni, gli usi tradizionali di produzione, può accrescere la propria dimensione e trovare un posizionamento internazionale più forte, oggi appannaggio solo delle grandi multinazionali”.

Nel corso del convegno sono emersi dati interessanti riguardanti la crescita dei prodotti registrati col marchio Ig, di Indicazione geografica.
Le Ig (indicazioni geografiche) italiane sono cresciute da 695 a 876 (+181) dal 2010 al 2021, più di ogni altro Paese d’Europa.  
Sono 3.358 le Ig dell’Unione Europea  aumentate di 757 dal 2010 al 2021 – che fanno registrare un fatturato di 75 miliardi l’anno.
L’Italia mantiene il primato per numero di denominazioni e nel solo 2020 ha visto la registrazione di 14 prodotti (12 di cibo e due vini), facendo segnare numeri importanti: 180.000 operatori coinvolti e 285 consorzi di tutela riconosciuti. E con un valore di produzione delle Ig che dal 2003 al 2020 è salito da 5 a 17 miliardi di euro. 
Cifre importanti anche per il valore all’export Dop e Igp che si attesta sui 9,5 miliardi (3,8 miliardi nel settore alimentare e 5,6 miliardi per quello vitivinicolo).

Marchio Ig: primo il Veneto, seguito da Emilia Romagna e Lombardia

Il 100% delle province italianeha detto Rosatiha un ritorno economico da Dop e Igp. Non c’è un singolo Comune o azienda che non faccia parte di una filiera che conduca alle Ig“. Tra le Regioni che hanno il maggior impatto delle Dop e Igp sul proprio Pil al primo posto c’è il Veneto con 3,9 milioni che precede di poco lEmilia-Romagna (3,5 milioni). Seguono Lombardia 2,1 milioni e Piemonte con 1,3 milioni.

“La sfida di oggi è valorizzare e aiutare le filiere nella sostenibilità affiancandosi alle indicazioni geografiche – ha detto Cesare Mazzetti, presidente Fondazione Qualivita – Dop e Igp sono l’elemento di maggior appeal verso i consumatori perché vogliono avere un riferimento molto preciso sulla provenienza dei prodotti che finiscono sulle loro tavole. Il nostro compito è tenere alta l’attenzione su tutto questo processo. E avere consorzi che già organizzano la loro filiera e che ci consentono di lavorare in modo più diretto, è fondamentale”. 

Come emerge dalle indagini di Brand Finance Gift 2019 e S&P 500, le risorse intangibili delle imprese hanno ormai assunto un ruolo preponderante nell’economia mondiale rappresentando il 90% degli asset e minimizzando il valore di quelli tangibili: in questo scenario, le IG italiane come Parmigiano Reggiano DOP, Grana Padano DOP, Prosciutto di Parma DOP, Gorgonzola DOP hanno il potenziale per essere, nell’agroalimentare, quello che Apple e Microsoft rappresentano a livello globale nell’immaginario comune. Un potenziale che fonda le sue basi su elementi inerenti la proprietà intellettuale, il capitale organizzativo, le risorse umane e il capitale relazionale sviluppato negli anni dalle DOP IGP italiane attraverso una corretta gestione dei Consorzi di tutela e delle imprese consorziate. Ecco così che il valore di mercato delle PMI agroalimentari italiane è generato in buona parte da risorse intangibili ‘di origine’ che ogni Indicazione Geografica porta con sé e che, se ben sviluppato, può essere un traino per ogni singola impresa della filiera.

Il ruolo delle banche e la Gdo 

Giampiero Maioli, AD di Crédit Agricole Italia e Francesco Pugliese, Ad Conad hanno parlato del ruolo della Gdo e delle banche in rapporto alle Dop e Igp.

La finanza è consapevole che oggi è chiamata a essere attore contributivo dell’agroalimentare, settore così importante per il nostro Paese – afferma Giampiero Maioli, AD di Crédit Agricole Italia – e, a livello internazionale, sta mettendo in maniera sempre più forte i criteri ESG e di sostenibilità al centro della quotazione delle realtà agroalimentari, affinché la valutazione di un’impresa prenda in considerazione asset intangibili come la governance, la tracciabilità dei prodotti, la digitalizzazione”.

Pugliese Conad: No al Nutriscore, lanceremo una Campagna di informazione

Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad ha sottolineato che “Conad con le sue scelte ha valorizzato le produzioni Dop e Igp che hanno quote di mercato molto maggiori nei nostri punti vendita rispetto a quella del 15% di Conad in generale”. Pugliese ha detto, tra l’altro, che Conad è contraria a tutte le semplificazioni, inclusa l’etichetta nutrizionale Nutriscore, e che eventualmente per il futuro Conad è pronta a lanciare una campagna di informazione per i consumatori su questo sistema di etichettatura se esso entrerà in vigore”.

Su questo tema il ministro Patuanelli è stato chiaro: “il concetto di pagella del cibo è sbagliato. Noi puntiamo sull’etichettatura a batteria (il Nurtinform Battery) che dice al consumatore in modo scientifico ciò che si acquista”.

NutrInform Battery, lo schema di decreto notificato alla Commissione Ue

“I dati raccontano bene qual è la ricchezza agroalimentare del nostro Paese, costruita e cresciuta in questi anni nei territori d’Italia – ha commentato infine il Ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli – con il paniere delle eccellenze DOP IGP che esprime un valore frutto di conoscenze, competenze e organizzazione dei sistemi produttivi. E questo ci dice anche che la dimensione aziendale non rappresenta un problema laddove le filiere funzionano e i Consorzi riescono a governare e tutelare sistemi di produzione agroalimentare di qualità”.