“RIPARTIAMO!”, con questo titolo augurale, apparso sul video, si è conclusa dalle Sale d’arte di Palazzo Ducale di Parma la presentazione in live streaming del passato e del futuro di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020 + 21.

Dopo il saluto di benvenuto di Pasqualino Toscani, Colonnello Comandante Provinciale dei Carabinieri di Parma, sono intervenuti il Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, il Sindaco di Parma Federico Pizzarotti, Annalisa Sassi Presidente  dell’Unione Parmense degli Industriali, Paolo Alinovi di Parma, io ci sto!.

Pasqualino Toscani

In seguito, ad illustrare i progetti futuri e il passato, l’Assessore alla Cultura del Comune di Parma, Michele Guerra, Francesca Velani Coordinatrice dei progetti e delle strategie culturali di Parma 2020+21 e Amedeo Palazzi Responsabile della comunicazione di Parma 2020+21.

Possiamo ancora dire, come abbiamo scritto ieri, che Parma capitale Italiana della cultura c’è!. Tutti siamo stati colpiti da una pandemia che si è protratta troppo a lungo, è passato un anno intero e piangiamo 100mila vittime, ma questa situazione deve rappresentare un motivo in più per tornare a programmare il futuro. L’iniziativa di ieri e I contributi espressi sono serviti a delineare le linee di azione per il futuro. 

La Cultura è stata declinata in quattro progetti, definiti “asset” intangibili e trasversali, esaltati dal rapporto tra pubblico e privato: Cultura come cura, come democrazia, come sostenibilità, come impresa ma anche come solidarietà, come salute, come territorio, come turismo, come cibo che si fonde col territorio, con le perone e con le imprese.

L’assessore alla cultura Michele Guerra: non tutto è perduto

Non tutto è perduto. Parma capitale non è stata spazzata via dal Covid -ha detto l’assessore al Comune di Parma, Guerra- e oggi si riparte dagli asset strategici e dal lavoro fatto”.

In serata su Facebook proprio Guerra parlando dei “numeri” di Parma capitale 2021, sia per quel che riguarda l’anteprima 2019 che l’anno 2020 ha scritto: “sono numeri di un progetto colpito, ma vivo.

Sono numeri che stupiscono e trasmettono la tenacia e l’impegno di un metodo che non andrà disperso.

Sono numeri che parlano di partecipazione vera, concreta, inseguita nei fatti.

Sono numeri che mostrano un sistema di reti solido e fondato sulla fiducia.

Sono numeri fatti di nomi e cognomi, di donne e di uomini, di giovani e meno giovani che stanno dando la loro intelligenza, la loro energia e la loro passione a questo progetto.

Senza di loro non saremmo diventati e non saremmo ancora Capitale Italiana della Cultura.

A ciò che c’è dietro questi numeri, il nostro più grande. GRAZIE” firmato Michele Guerra.

Parma è così pronta a rimboccarsi le maniche e partire subito con l’ entusiasmo dei primi mesi del 2020.

L’emergenza accelera le scelte di sostenibilità

Parma è pronta a rimboccarsi le maniche e partire subito con l’ entusiasmo dei primi mesi del 2020.

La pandemia causata dal Covid-19 sta cambiando il nostro mondo, i nostri valori, le nostre scelte individuali e collettive e quando si parla di cultura non possiamo non pensare a cambiare l’attuale modello di sviluppo nella direzione indicata dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, in modo anche per affrontare meglio i danni economici che la crisi sta producendo.

Anche per Parma, da quest’anno e negli anni a venire, proprio mentre si è candidata a European Green Capital per il 2022, l’orientamento principale deve essere orientato a scelte che punti ai temi della transizione ecologica e alla lotta alle disuguaglianze con un occhio rivolto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Il “modello Parma” deve presentarsi con le carte in regola per affrontare le sfide del futuro.

E’ stata Annalisa Sassi, presidente dell’Unione parmense degli industriali, a ricordare come l’Upi abbia da subito creduto a Parma capitale della cultura sottolieancdo la messa in campo dell’imprenditorialità creative driven, “un percorso che intende rafforzare il dialogo tra industria e settore culturale creativo”.

Di promozione di un territorio “largo” ha parlato Stefano Bonaccini, ricordando che “nonostante le limitazioni imposte dal Covid, il corollario delle iniziative che erano state messe in campo da Parma, insieme a Reggio Emilia e Piacenza, rimangono un’esperienza da continuare, una modalità di promozione di un territorio che resterà come patrimonio per l’Emilia Occidentale”.

Il Sindaco di Parma Federico Pizzarotti ha sottolineato come “la cultura sta cercando di non fermarsi e si sono aperte, nell’emergenza, nuove linee, anche un nuovo modello di azioni in ambito culturale. Nonostante il senso di interrotto per quello che abbiamo vissuto, vogliamo ancora avere un’esperienza all’altezza delle nostre aspettative”.  E al termine ha lanciato un appello, “speriamo di poter superare presto l’onda peggiore di questa situazione e grazie alle vaccinazioni, complice la bella stagione, vi aspettiamo a Parma anche per il buon cibo.

Francesca Velani responsabile dei progetti e delle strategie culturali di Parma 2020+21, dopo aver parlato del progetto sul volontariato e della defiscalizzazione, ha redicontato, con la massima precisione, il lavoro svolto: tra convegni, rassegne e laboratori sono stati 664 gli eventi in venti mesi, di cui 563 in presenza.

E’ intervenuto anche Paolo Alinovi di Parma, io ci sto!, una associazione che vede protagonisti i cittadini e le imprese, sottolineando “la fattiva collaborazione tra pubblico e privato per il rilancio delle eccellenze del territorio parmense“.

Parma Capitale Italiana della Cultura c’e’

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