Si inizia a lavorare sul Regolamento delle indicazioni geografiche della UE per prodotti agricoli, vini e bevande alcoliche dopo che, in data 31 marzo 2022, la Commissione europea ha trasmesso le annunciate osservazioni al Piano strategico della Politica agricola 2023-2027, notificato dall’Italia il 31 dicembre 2021.

Il Mipaaf informa con una nota che “prende in questo modo avvio la fase finale del processo di redazione dei Piani strategici, che dovranno essere approvati entro il 2022, al fine di consentire l’avvio nei tempi previsti del nuovo periodo di programmazione. Nei prossimi giorni sarà convocato il Tavolo di partenariato della PAC, allo scopo di riprendere la discussione sui punti ancora aperti.
In vista di tale incontro, programmato per il 19 aprile 2022, saranno trasmessi a tutti i rappresentanti del Partenariato istituzionale ed economico-sociale i documenti di lavoro necessari per rispondere puntualmente alle osservazioni mosse dalla Commissione europea”.

A questo proposito, il Ministro Patuanelli evidenzia l’esigenza di giungere al più presto ad un accordo sul riparto dei fondi dedicati allo sviluppo rurale, in quanto le osservazioni della Commissione sono direttamente o indirettamente riconducibili alla carenza di informazioni sull’allocazione finanziaria degli strumenti del secondo Pilastro della PAC.

Una grande occasione per rafforzare l’agricoltura di qualità europea e italiana”, commenta l’europarlamentare Paolo De Castro designato relatore sulle nuove regole per Dop e Igp, che pure aveva sollevato dubbi su alcuni aspetti della relazione.

Ecco il testo della proposta approvata dalla Commissione Europea

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in merito alla proposta di regolamento presentata dalla Commissione europea sulle indicazioni geografiche della UE ecco le  prese di posizione di Origin Italia e della FederDoc.

oriGIn Italia “Una riforma che non migliora il sistema”

Charles Deparis e Cesare Baldrighi

OriGIn EU si rammarica della complessità delle procedure che potrebbero derivare dalla proposta legislativa, dato che la semplificazione del sistema è una delle sue principali priorità. Pur rimanendo responsabile del processo decisionale sulle registrazioni, le modifiche e le cancellazioni delle IG, la CE propone di effettuare la gestione del sistema in collaborazione con l’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO), senza spiegare i poteri e le responsabilità conferitegli. Questo potrebbe portare a ulteriori ritardi nel processo e alla perdita di centralità della Commissione europea. 

Infine, oriGIn EU sottolinea che la proposta manca di una visione chiara sul futuro delle IG. La Commissione europea chiede di poter esercitare diversi poteri delegati, che scavalcherebbero i due co-legislatori dell’UE, il Parlamento europeo, e il Consiglio, per decidere, in una fase successiva, su questioni strategiche come la sostenibilità. 

“Alla luce di questo, oriGIn EU intende collaborare con i membri del Parlamento europeo e gli Stati membri, così come con la Commissione europea, per un miglioramento della proposta legislativa, che è cruciale per il futuro del settore. Abbiamo bisogno di un sistema europeo ambizioso per le Indicazione Geografiche affinché i produttori possano continuare ad operare per lo sviluppo sostenibile delle zone rurali in tutta l’UE”, ha dichiarato il presidente di oriGIn EU, Charles Deparis. 

Ci aspettavamo qualcosa di molto diverso per la Riforma delle Indicazioni Geografiche. La Commissione non ha colto in pieno la volontà degli operatori del sistema DOP IGP che in pochi anni hanno contribuito a creare un sistema alimentare di qualità riconosciuto in tutto il mondo che vale oltre 75 miliardi. Dobbiamo lavorare coesi a livello nazionale e europeo per cambiare radicalmente alcuni aspetti legislativi di questa proposta che non va nella direzione giusta. Abbiamo fiducia nei parlamentari europei ed in particolare del On. Paolo De Castro che conosce bene il nostro settore, ma abbiamo bisogno anche di tutto il supporto delle Regioni e del Ministero delle politiche agricole” ha commentato il presidente di oriGIn ItaliaCesare Baldrighi

Federdoc “la riforma manca di chiarezza”

Federdoc ritiene che la riforma IG proposta dalla Commissione sia poco ambiziosa e manchi di chiarezza. Tale proposta è stata annunciata come una semplificazione, ma in realtà l’unica semplificazione presente è quella a beneficio della Commissione Europea e non per i produttori.

La proposta al contrario moltiplica gli interlocutori istituzionali per i produttori di IG poiché, oltre alla Commissione europea, in futuro coinvolgerà anche l’EUIPO. Riteniamo molto pericoloso che la Commissione Europea non precisi come dovrebbe funzionare il nuovo sistema delle IG, e che si limiti a prevedere ampi poteri delegati per la definizione di gran parte della riforma, in tal modo privando il Parlamento Europeo e gli Stati Membri di qualsiasi potere per incidere sulla modifica degli atti delegati della Commissione.

“La Commissione Europea vuole semplicemente una delega in bianco per decidere il futuro della politica delle IG, senza il contributo dei due co- legislatori, il che non è democraticamente accettabile” – commenta Riccardo Ricci Curbastro“Il rischio è l’indebolimento del legame tra le IG e la politica di sviluppo rurale, in quanto se approvate come tali le regole contenute nella riforma possono mettere a repentaglio un sistema che dagli anni 70 ha dimostrato di essere strumentale per la valorizzazione delle denominazioni vinicole e lo sviluppo di molte regioni e territori europei” – aggiunge Riccardo Ricci Curbastro.

Inoltre, la delega ad EUIPO del riconoscimento delle Indicazioni Geografiche comporterebbe la gestione secondo criteri privatistici di quello che in realtà è un patrimonio collettivo, con inevitabili ricadute negative per il nostro settore, che vedrebbe minata la tutela delle nostre eccellenze per soddisfare la semplificazione degli uffici della Commissione. ll caso Prosek ha dimostrato che c’è necessità di una maggiore tutela per le IG e tale tutela non può essere efficacemente gestita da un soggetto non istituzionale, quale l’EUIPO.

Le attuali regole delle IG sono soddisfacenti, in quanto permettono già ai produttori di vino IG di garantire la sostenibilità, di proteggere le IG, i domini internet e le merci in transito.

Nella proposta della Commissione non c’è chiarezza su come proteggerle ulteriormente, anzi alcune delle disposizioni incluse nella proposta sembrano minare quanto concordato dai co-legislatori nella riforma della PAC, entrata in vigore il 7 dicembre 2021. Federdoc resta un interlocutore delle istituzioni e nei prossimi mesi lavorerà per migliorare il sistema ed evitare lo svilimento della politica delle IG.

De Castro relatore sulle nuove regole per Dop e Igp

La Commissione europea vuole delegare parte del processo di autorizzazione delle Dop e Igp all’Ufficio europeo dei brevetti: Italia e 14 Paesi Ue sono contro. (leggere su Gustoh24)

Dop-Igp, Italia e 14 Paesi Ue contro valutazioni esterne