PAT, il Mipaaf pubblica la ventiduesima revisione dell’elenco nazionale  (DM 25/02/2022)

La Sardegna ha -rispetto allo scorso anno- cinque prodotti agroalimentari tradizionali PAT in più in Gazzetta Ufficiale. Il ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli ha firmato il Decreto che aggiorna, come ogni anno, l’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali. Dal 1999 ad oggi sono stati censiti oltre 5000 prodotti provenienti da 20 regioni.  La Sardegna quest’anno totalizza ben 222 prodotti, che comprendono liquori, paste, pani e dolci, formaggi, carni, pesci, mieli …

Trigu Quarantinu

Vediamo quali sono le 5 new entry.

La pizzetta cagliaritana, innanzitutto, fatta da una doppia sfoglia sovrapposta con farcia di salsa di pomodoro e capperi; amatissima a Cagliari fa bella mostra di sé nei migliori bar cittadini per colazioni e aperitivi.

Poi su ciddini, antico e povero dolce di Quartu Sant’Elena (Ca), in cui il pane raffermo sostituiva le costose mandorle. Un prodotto prezioso, in linea con la sostenibilità e la lotta agli sprechi alimentari.

E ancora i druccis de scroccia, dallo spagnolo dulces de alcolza, con una glassatura di zucchero e amido; il progetto è stato curato dalla comunità di Quartucciu (Ca) con la collaborazione dell’agenzia Laore. Un dolce antico, poco noto, che è stato importante riconoscere a livello culturale.

Entra nel novero dei prodotti agroalimentari tradizionali anche la facussa di Carloforte e Calasetta, che i liguri, dopo essere stati a Tabarka (Tunisia) si portarono nell’Isola di San Pietro e Sant’Antioco dal nord Africa nel Settecento, quando una piccola comunità si stanziò in quella zona del Sulcis, scarsamente popolata.

L’Istanza di riconoscimento è stata promossa con determinazione dal Comune di Carloforte; la vicesindaca Elisabetta Di Bernardo lo considera un prodotto identitario, un gioiello da valorizzare. La facussa infatti è molto popolare tra i tabarchini, a tal punto da realizzare persino il sorbetto alla facussa. La facussa è un ortaggio della famiglia delle cucurbitacee, che d’estate gli abitanti di Carloforte e Calasetta coltivano negli orti, e consumano in insalata insieme a pomodori lattuga e tonno fresco e in un piatto tipico: la Cappunadda.

Elisabetta Di Bernando è felice di questo riconoscimento da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e della Regione Sardegna: «Siamo davvero contenti del risultato, abbiamo lavorato tanto e ci siamo riusciti, anche grazie alla collaborazione con l’agenzia Laore; aver inserito la facussa dà l’opportunità alla nostra comunità di farsi conoscere meglio anche dal punto di vista dell’agricoltura e gastronomia, due importanti risorse per il nostro territorio».

Infine è stato inserito il Grano duro Quarantino – Trigu Quarantinu; per ora l’unico produttore è Alessandro Mancosu di Agrobass di Guspini (SU), che ci racconta che assomiglia da vicino al grano marzuolo dello stivale. Grano antico, si può seminare anche a marzo, era chiamato anche grano di soccorso, proprio perché matura in pochi mesi. Alessandro lo macina a pietra, fa il pane in collaborazione con un panificio e produce la pasta. Insomma chiude la filiera, il sogno di questi tempi, viste le incertezze internazionali. È un grano che ha un alto contenuto di fibre e proteine e un glutine meno tenace, quindi risulta più digeribile.

Cosa sono i PAT? 

prodotti PAT, sono quei prodotti tipici italiani radicati al territorio di produzione, ma sono diversi da quelli Dop perchè non necessariamente tutta la filiera agroalimentare che li realizza è limitata a un luogo ristretto.

I PAT sono molto meno diffusi e di nicchia rispetto ai prodotti a marchio DOP e IGP, sono più simili alle De.Co (i prodotti di denominazione comunale) e rappresentano piccolissime realtà, le realtà dell’Italia da scoprire. E hanno un’anzianità: devono essere presenti nel luogo di appartenenza da almeno 25 anni.

L’ acronimo PAT sta per Prodotti Agroalimentari Tradizionaliprodotti tipici italiani che fanno riferimento al  Decreto Ministeriale 8 Settembre 1999 n. 350, particolarmente tradizionali e legati a un territorio e alla sua storia: dai metodi di realizzazione,  conservazione, stagionatura, creazione. Attività legate a un prodotto tipico che si sono sono consolidate e protratte nel tempo, secondo le regole tradizionali e per un periodo non inferiore a 25 anni. Di recente è stato aggiornato l’elenco ufficiale del Mipaaf, il ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali, che pubblica gli elenchi aggiornati dei prodotti tipici italiani Pat, ma anche Dop, Igp, Stg.