L’Unione italiana vini: «Pubblicato il nuovo documento di lavoro della Commissione Ue del piano Beca con aspetti addirittura peggiorativi rispetto al precedente»
A minacciare la buona tenuta economica del settore del vino non sono solo i dazi paventati da Trump, ma anche le nuove regole europee proposte in un documento di lavoro che fa parte del piano Beating Cancer. A lanciare l’allarme sono l’Unione italiana vini (Uiv), la Coldiretti e Filiera Italia.
«È stato pubblicato in questi giorni -sottolinea l’Uiv in una nota- il nuovo documento di lavoro della Commissione Ue del piano Beca, lo stesso che tre anni fa proponeva forti limitazioni al commercio oltre all’introduzione di etichette allarmistiche e altro. Proposte le cui linee più oltranziste furono bocciata dall’Europarlamento. Questo nuovo testo presenta alcuni aspetti addirittura peggiorativi rispetto a quello che ha trovato opposizione politica».
Cosa dice il documento Ue
Nel documento l’esecutivo Ue spiega che la quota minima di accisa per il vino e le bevande fermentate oggi è pari a zero e che è necessaria una valutazione approfondita della Direttiva sulle aliquote dell’imposta sull’alcool per valutare una revisione di queste regole. Nel documento si afferma anche che la revisione delle norme che regolano l’acquisto transfrontaliero di prodotti alcolici e in particolare delle accise è in corso.
La posizione dell’Unione italiana vini
«Speravamo che la nuova Commissione incentrasse il suo lavoro su misure volte a rafforzare la competitività delle imprese, non a inasprire la tassazione e a creare nuove distorsioni nel mercato unico. La sensazione – afferma l’Unione italiana vini – è che nell’Ue la mano destra non sappia cosa faccia quella sinistra: è il caso degli health warning, riproposto nel documento quando lo stesso Commissario alla Salute Varhelyi, in audizione in Parlamento europeo, aveva detto che non era una priorità per la nuova Commissione. Ci appelliamo agli Stati membri e in particolare agli europarlamentari italiani per bloccare in sede di Consiglio e del Parlamento Ue un documento redatto senza alcuna consultazione pubblica con gli stakeholder. Sarebbe un esordio shock della nuova legislatura per un settore che vale per il Vecchio Continente oltre 100 miliardi di euro e milioni di posti di lavoro».
Coldiretti e Filiera Italia sono pronte a mobilitarsi per difendere i 240mila viticoltori italiani e gli oltre 1,3 milioni di lavoratori coinvolti nella filiera del vino
In una lettera inviata alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e ai commissari Raffaele Fitto, Cristophe Hansen e Olivér Várhelyi, le due organizzazioni hanno ribadito il loro fermo rifiuto a quella che definiscono una misura ideologica e dannosa per il Made in Italy.
“Non accetteremo mai un’Europa che penalizza il vino”
Il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha criticato la proposta, sottolineando come l’Unione Europea continui a rimandare decisioni cruciali come l’obbligo dell’etichetta d’origine su tutti gli alimenti, mentre promuove iniziative punitive per un settore che andrebbe invece valorizzato. “Non accetteremo mai una forma di etichettatura che penalizzi il vino, un prodotto che l’Unione Europea dovrebbe promuovere”, ha dichiarato Prandini.
Il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, ha rincarato la dose, denunciando il carattere non scientifico della proposta e paragonandola al Nutriscore, il sistema di etichettatura che avvantaggia alimenti ultraprocessati a scapito delle eccellenze italiane. “Non è questa l’Europa che vogliamo né quella che vogliono le imprese agricole e i consumatori italiani”, ha affermato.
Nella lettera inviata a Bruxelles, Coldiretti e Filiera Italia hanno evidenziato come il vino non sia solo una bevanda alcolica, ma un elemento centrale della cultura e della tradizione italiana. “Il vino è prima di tutto un prodotto agricolo, frutto della terra e del lavoro di milioni di agricoltori”, ha dichiarato Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia. “È cultura, tradizione e identità, parte integrante della nostra storia e del nostro territorio. L’uscita improvvisa della Commissione lascia pensare che le promesse di tutela del settore agricolo non siano seguite dai fatti”.
Coldiretti e Filiera Italia chiedono con forza alla Commissione Europea di eliminare dal proprio documento di lavoro ogni riferimento all’introduzione di etichette sanitarie allarmistiche e all’ipotesi di nuove tassazioni sul vino. “Colpire il settore vitivinicolo con misure ingiustificate significa danneggiare un comparto strategico del Made in Italy, che vale quasi 14 miliardi di euro”, si legge nella lettera.
La mobilitazione delle due organizzazioni punta a scongiurare un provvedimento che, se approvato, rischierebbe di penalizzare una delle eccellenze italiane più riconosciute a livello globale.