79 organizzazioni europee della società civile, del mondo produttivo e sindacale chiedono maggiore trasparenza sui dati relativi all’uso dei pesticidi

Ridurre del 50% l’utilizzo di pesticidi entro il 2030. Un obiettivo ambizioso che potrà essere raggiunto solo con adeguati ed affidabili strumenti di monitoraggio e statistica. Strumenti che, al momento, non appaiono adeguati. A lanciare l’allarme -scrive su “il Manifesto” il 3 marzo 2022 Manlio Masucci- sono 79 organizzazioni europee della società civile, del mondo produttivo e sindacale che chiedono maggiore efficienza e trasparenza sui processi di acquisizione e divulgazione dei dati relativi all’uso dei pesticidi. Secondo Client Earth, l’organizzazione che ha redatto la lettera aperta, la forte proposta legislativa della Commissione europea per aggiornare gli strumenti di controllo a disposizione dell’Ue, rischia di essere indebolita dagli emendamenti proposti dal Consiglio degli Stati membri.

«Oltre alla necessità di analizzare le tendenze, dati precisi e pubblici sull’uso dei pesticidi – si legge – sono anche indispensabili per permettere un’analisi più realistica dell’esposizione dei lavoratori agricoli e dei residenti nelle zone rurali, così come l’esposizione della fauna selvatica e degli ecosistemi. Tali dati sono anche fondamentali per il monitoraggio dell’acqua, in particolare per i fornitori di acqua potabile… Ridurre la pressione dei pesticidi sulla natura in Europa non è solo urgente per la biodiversità; è anche di grande importanza per milioni di cittadini».
La questione del monitoraggio e delle statistiche sull’utilizzo dei fitofarmaci in agricoltura appare essere di capitale importanza come dimostrano alcuni studi.

Francia: primo consumatore di pesticidi in Europa

E’ il caso della Francia, paese considerato come primo consumatore di pesticidi in Europa. Livelli quantificabili di glifosato nelle urine sono stati rilevati nel 99,8% della popolazione francese. Questo studio, pubblicato in gennaio dall’Università di Mayotte e l’Inserm di Marsiglia, comprende 6848 partecipanti reclutati tra il 2018 e il 2020.

«I risultati – concludono i ricercatori – mostrano una contaminazione generale della popolazione francese con glifosato, e contribuisce ulteriormente alla descrizione di una contaminazione diffusa nei paesi industrializzati».

Lo studio conferma le preoccupazioni espresse dalla Campagne Nationale Exploratoire des Pesticides che, nel luglio del 2020, ha rintracciato 75 sostanze nell’aria, di cui 32 giudicate prioritarie per la loro tossicità. Queste includevano glifosato (erbicida), folpel (fungicida) e lindano, un insetticida vietato dal 1998. Lo studio ha analizzato circa 100.000 campioni prelevati da 50 siti in tutta la Francia.

La questione riguarda anche l’Italia

Il recente bio-monitoraggio sul polline condotto dall’Associazione Apicoltori della val di Sole con la collaborazione della Libera Università di Bolzano ha rintracciato, nei campioni analizzati, 15 diversi insetticidi, 43 fungicidi e alcuni erbicidi.
A livello scientifico, gli studi che mettono in correlazione sostanze contenute negli agro-farmaci in commercio e il cancro sono in aumento.

Nel novembre del 2021, lo studio Comparative Toxicogenomics of Glyphosate and Roundup Herbicides, pubblicato su Toxicological Science, ha confermato le connessioni fra il Round Up, l’erbicida di Monsanto a base di glifosato, e la cancerogenesi.

Il ruolo dell’Efsa sui pesticidi

Il gruppo di esperti scientifici dell’EFSA sui prodotti fitosanitari e i loro residui (PPR) fornisce consulenza scientifica su questioni che non possono essere risolte nel contesto della revisione paritetica delle sostanze attive, delle richieste di autorizzazione di LMR o disamine di LMR o quando occorrano linee guida su questioni più generiche, di solito in campi quali tossicologia, ecotossicologia, destino e comportamento e per lo sviluppo di prassi di valutazione del rischio. (leggere tutto qui).

La vignetta che Vauro ha donato a Vas per la Campagna “No ai veleni nel Piatto”

Codacons chiede una svolta contro l’utilizzo dei pesticidi 

Per l’associazione dei consumatori CodaconsAlmeno due sono gli argomenti fondamentali che devono essere affrontati: il settore agricolo e l’inquinamento atmosferico (10% delle emissioni di gas serra sono prodotte da questo settore) e l’utilizzo intensivo di pesticidi potenzialmente molto pericolosi per la salute umana. 
Sul banco degli imputati sale il solito noto, il glifosato, ingrediente attivo di moltissimi pesticidi, che solo negli Stati Uniti conta oltre 30mila cause legali portate avanti da molti agricoltori che hanno sviluppato malattie e condizioni croniche all’indomani dell’utilizzo prolungato di questa sostanza.
Ricordiamo -scrive Codacons- che nel 2017 la Commissione europea ha concesso un’approvazione quinquennale per l’utilizzo del glifosato, che scadrà il 15 dicembre 2022. 
L’Efsa, l’agenzia europea per la sicurezza del cibo, dovrà emettere il suo verdetto su un possibile rinnovo basandosi anche sul dossier scientifico presentato dal Glyphosate renewal group (Grg), un’alleanza di aziende (tra cui la stessa Bayer), che mira a mantenere il glifosato sul mercato.
Codacons: “Nel mentre la politica continua a discutere molte persone si ammalano, muoiono e chi riesce intenta cause contro chi utilizza in via estensiva tali sostanze – afferma il Presidente Nazionale del Codacons, Marco Donzelli – la situazione è seria e necessità di essere affrontata con rapidità e decisione. Il Ministero della Salute deve intervenire in via cautelare, tutelando in primo luogo la salute umana, mettendo al bando tutte le sostanze che si ritiene possano, anche solo potenzialmente, provocare malattie o condizioni croniche a chi vi viene in contatto. Sollecitiamo il Ministero a farsi carico di questa vicenda ed intervenire“. Comunicato emesso mercoledì 3 Marzo 2022.