Intervista a Nicola Bussoli Presidente dell’Associazione degli operatori turistici “A.Mare” di Casalbordino Lido (Chieti)

La ristorazione, il mondo dell’accoglienza e più in generale quello della cultura stanno pagando un prezzo molto alto alla pandemia.  Le restrizioni imposte ai viaggi, le limitazioni negli spostamenti, le misure di distanziamento sociale comportano minore qualità della vita per tutti e mettono in crisi l’intero modello di consumo e di servizi con particolari ripercussioni sulla filiera turistica.

Minore qualità della vita significa anche minor appeal turistico e per un territorio in cui il turismo rappresenta una voce importante della propria economia, molti sono gli interrogativi e le incertezze.

Casalbordino Lido, in uno dei tratti più significativi e ricchi di valori della Costa abruzzese,  da diversi anni opera l’Associazione A.Mare, che vede uniti nella promozione turistica e del territorio nel suo complesso diversi operatori.

Al Presidente e Patron dell’Hotel Solaris abbiamo rivolto alcune domande

Quando e con quali scopi e propositi è nata l’Associazione A.Mare a Casalbordino? Chi ne fa parte?

“L’Associazione A.MARE nasce  immediatamente dopo la crisi del 2008 sulle ceneri del precedente tentativo associativo del consorzio “Acqua Chiara”. A differenza di quest’ultimo A.MARE si è proposta, fin dall’inizio, di andare oltre la semplice promozione turistica nel tentativo consapevole di trasformarsi in un corpo sociale intermedio capace di stimolare e trasmettere le politiche culturali e socio-economiche attive sul territorio. La presenza, accanto agli albergatori, di ristoratori, balneatori, piccoli commercianti e titolari di bar testimonia la pluralità di voci e di interessi rappresentati al suo interno. Alla consueta attività promozionale l’associazione ha così affiancato un’azione costante di valorizzazione del patrimonio enogastronomico ed ambientale, ricercando stabilmente la collaborazione delle amministrazioni locali, della DMC ( Destination Managment Company) “Costiera dei Trabocchi” e di associazioni ambientaliste. Frutti maturi di tale lavoro si possono considerare: la partecipazione alla Barcolana triestina, l’organizzazione annuale di giornate dedicate alla salvaguardia ambientale ed alla mobilità sostenibile e le  Notti Nere  a sfondo enogastronomico ed ecologista. Non meno importanti risultano i convegni e le manifestazioni organizzate sulla lotta all’erosione costiera e l’azione di stimolo volta alla realizzazione della Pista ciclo-pedonale Via Verde”.  

 –  Complimenti per il progetto ambizioso e per i risultati già raggiunti. Unirsi e far vincere gli scopi comuni su quelli individuali per raggiungere obiettivi condivisi, non sarà stato facile. Così come non sarà stata impresa agevole far prevalere la cooperazione sulla competitività, avviare relazioni vantaggiose per le attività degli associati e operare scelte costruttive per il progresso dell’intero territorio. 

–   “In effetti non risulta per nulla facile far emergere una logica cooperativistica all’interno di una cultura, quale quella abruzzese, ancora parzialmente venata di tratti familistici. L’attenzione per l’interesse particolare, in contrapposizione non solo alla “cosa pubblica” ma alla stessa efficienza del mercato, informa ancora oggi i comportamenti, anche all’interno del mondo imprenditoriale e rappresenta un freno potente allo sviluppo, alla salvaguardia ed alla valorizzazione di questo nostro straordinario territorio. Non a caso una parte importante dell’attività associativa ha avuto come obiettivo la crescita di tale spirito cooperativistico, forzando, addirittura, la nascita di relazioni interne tra gli associati ed esterne con le realtà contigue. Tappa fondamentale di tale percorso è stata, sicuramente, l’adesione dell’associazione alla DMC “Costiera dei Trabocchi” ed alla rete consortile finanziata dalla Regione Abruzzo per mettere a sistema le diverse realtà turistiche locali.”

L’interesse del proprio “particulare” di guicciardiniana memoria, purtroppo, con qualche sparuta eccezione, non riguarda solo l’Abruzzo!

Questo tratto di mare lungo la Costa dei Trabocchi presenta peculiarità e risorse sicuramente  da preservare e valorizzare. La Pista Ciclo-Pedonale della Via Verde rappresenta una grande attrattiva turistica ed una risorsa per  dare vita ad una nuova forma di turismo eco-sostenibile. Quali sono le difficoltà e criticità ravvisate dalla Associazione da superare per disegnare una visione nuova anche di sviluppo economico in questo territorio?  

–  “Il turismo del XXI secolo è sempre più un turismo emozionale” legato alla capacità di individuare “percorsi esperienziali” totalizzanti. La presenza di “attrattori” capaci di caratterizzare e rendere esclusivi i “brand turistici” risulta, da questo punto di vista, fondamentale é la realizzazione della pista ciclo-pedonale più lunga d’Europa rappresenta un’opportunità unica.A.MARE ha creduto, fin dall’inizio, nella potenzialità di un progetto capace di aprire le porte della riserva di Punta Aderci al turismo internazionale, contribuendo attivamente alla sua realizzazione, al di là delle scelte politiche contingenti. Nell’unico comune della costa nel quale il vecchio tracciato ferroviario appariva indisponibile al passaggio della pista, l’adesione convinta dell’associazione alla scelta di un percorso alternativo, a ridosso dell’area “dunale”, si è rivelata determinante. Restano purtroppo le lentezze burocratiche, la cronica mancanza di fondi necessari per il completamento e l’assenza di qualunque politica di manutenzione, che rischia di rendere inutilizzabile la pista già prima della stessa inaugurazione. Né vanno dimenticati gli errori progettuali compiuti nella riconversione delle gallerie lungo il tracciato, nella scelta di alcune soluzioni costruttive e nella realizzazione delle casette di ristoro. E’ necessario un cambio di passo deciso, partendo dalla consapevolezza che la Via Verde, più che un semplice strumento turistico, rappresenta la spina dorsale di un intero territorio, l’unico motore capace di rivitalizzare e mettere a sistema la “Costa dei Trabocchi”, creando sinergie tra mondi socio-culturali fino ad oggi completamente separati ma destinati al contrario, nello sviluppo futuro del brand, all’integrazione nella complementarietà”.

– La pandemia è arrivata come un fulmine a ciel sereno a stravolgere le nostre vite e a rallentare un po’ tutto, proprio quando occorreva, invece, quel “cambio di passo”, auspicato da A.Mare, necessario per realizzare gli importanti progetti in campo che vedono gli operatori impegnati nell’affermazione di un turismo più qualificante e di grande respiro, internazionale, anche  in questo tratto della costa adriatica.

 –  “La pandemia rappresenta una vera e propria cesura storica di cui non è facile comprendere i caratteri ed immaginare gli sviluppi. Una frattura che sta determinando un prima ed un dopo in ogni aspetto culturale e socio-economico delle nostre società complesse ed il turismo è sicuramente l’attività che ha subito gli sconvolgimenti maggiori, visto l’azzeramento completo della mobilità individuale. Siamo in presenza di una contrazione senza precedenti delle relazioni umane, di un distanziamento all’interno della società e tra le diverse società che, oltre a modificare abitudini e modelli di comportamento sta determinando una rivoluzione nello stesso immaginario collettivo. Questo non significherà automaticamente la fine del turismo di massa degli ultimi cinquant’anni ma, sicuramente, determinerà la nascita di forme radicalmente nuove di mercato, sia locali sia internazionali. La crescita del “turismo di prossimità”, l’aumento impressionante, durante la scorsa estate, dei visitatori abruzzesi lungo la costa dei trabocchi rappresenta un elemento nuovo e rilevante che necessità, già oggi, della messa in campo di forme di offerta ancora più legate alla scoperta enogastronomica ed alle tradizioni culturali. Gli anni a venire saranno, ad un tempo, drammaticamente incerti e decisivi per la sopravvivenza dell’attività turistica locale e sarà necessario impegnarsi nella ricerca di nuovi e più efficaci approcci, non soltanto tecnologici, di mercato”.    

 –  Che cosa ne pensate dell’iniziativa lanciata ai ristoratori dal Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione con la piattaforma on-line “Vicini e Connessi” per sostenerli ed aiutarli ad uscire dalla crisi? Può rappresentare per voi uno strumento efficace per mantenere, nonostante tutto, un rapporto costante con i consumatori sfruttando la tecnologia? Può rappresentare un aiuto per gli imprenditori del settore?  La trasformazione digitale del business può essere una adeguata risposta per gestire l’emergenza, ma anche una svolta necessaria, comunque e a prescindere? La tecnologia, così come lo studio permanente e l’attenzione costante all’innovazione, possono venire in soccorso ora, ma essere indispensabili anche per il futuro?

“L’iniziativa “Vicini e Connessi”, inserita all’interno del più ampio progetto di Innovazione Tecnologica e Digitalizzazione, rappresenta non soltanto una risposta specifica alla crisi di mobilità generata dalla pandemia, ma anche un passo importante nella direzione, già indicata dall’Unione Europea, di rivoluzione digitale come elemento fondante della rinascita economica del continente. La creazione di piattaforme e servizi digitali gratuiti, capaci di moltiplicare domanda e offerta locali con l’aumento dei punti di contatto tra piccoli produttori, fornitori di servizi e consumatori finali, appare non solo una risposta efficace all’isolamento pandemico ma anche un primo, timido, tentativo di arginare lo strapotere delle multinazionali dell’”e-commerce” nei confronti delle attività  economiche di prossimità. Per la ristorazione significa, inoltre, la messa a sistema di strumenti digitali solo parzialmente utilizzati in passato, con un aumento esponenziale della visibilità e della fruizione di interi giacimenti enogastronomici grazie all’incremento ed alla diversificazione del “food-delivery”.  

Più che di semplice risposta alla crisi si può quindi parlare di strumenti di sviluppo di  nuovi settori economici e di riposizionamento di quelli tradizionali. Non va dimenticato, in ogni caso, che all’interno del nuovo “consumo emozionale” la dimensione digitale non potrà mai sostituire completamente la relazione diretta e dunque il superamento dell’emergenza, il ritorno all’autentico contatto in presenza sono destinati a rimanere obiettivi primari, da perseguire al di là di qualsiasi, pur benvenuta, innovazione”. 

Certamente! Noi tutti ci auguriamo di poter  tornare presto a godere della bellezza dell’incontro. Non vediamo l’ora di ricominciare a pensare alle vacanze! E’ forte il desiderio, il bisogno di poter tornare a programmare gite, viaggi e a godere del piacere di sedersi in tranquillità al tavolo di un ristorante per respirare l’atmosfera conviviale, per gustare le specialità del posto e apprezzare appieno le bellezze di un territorio così interessante.

–  Occorre guardare avanti con fiducia e sicuramente avete esperienza, competenze ed inventiva per progettare il futuro e saper cogliere le opportunità che anche i periodi di crisi possono includere.  Che cosa vi aspettate  dal Recovery Plan?

“Il Recovery Plan rappresenta una novità importante all’interno delle politiche comunitarie di contrasto alla pandemia ed alla conseguente crisi economica e certifica la fine di una politica di austerity incapace di far fronte alle crisi e generatrice di squilibri gravi e divergenti tra i paesi europei. E’ l’inizio di una nuova visione solidaristica dell’Europa e per l’Italia rappresenta l’unica opportunità, priva di appello, di far propria una politica di sviluppo emancipata dai rigidi vincoli finanziari del debito sovrano. Se non si può parlare di miracolo si deve comunque essere consapevoli dell’eccezionalità di uno strumento il cui ordine di grandezza supera di gran lunga le possibilità di ciascun paese europeo singolarmente preso. Il Recovery necessità però, per la piena realizzazione, dell’elaborazione di strategie di intervento coerenti con i modelli di sviluppo ecosostenibili proposti, oltre che di cornici istituzionali più snelle ed efficienti delle attuali. Le necessarie riforme amministrative e fiscali, di supporto ai prestiti erogati, rappresenterebbero, se realizzate, un risultato di per sé straordinario, capace di dare nuova vita all’agonizzante economia italiana, senza considerare l’importanza dello sviluppo infrastrutturale per il turismo nazionale ed abruzzese in particolare. Le chilometriche code estive di Tir e di auto sulla A14 sono l’emblema dei ritardi da recuperare. E’ una sfida al limite delle nostre possibilità, nella quale i dubbi e i rischi prevalgono ancora sulle certezze, ma è un percorso che non possiamo non intraprendere se vogliamo scommettere sul futuro dei nostri figli”.

Dune fiorite a Casalbordino

Gli Operatori dell’Associazione A.Mare sono molto consapevoli e pronti a rispondere alle nuove sfide. Ripensare il turismo anche alla luce della crescente sensibilità ecologica ed ambientale in stretta relazione col settore agroalimentare è uno dei punti centrali espressi con competenza e lungimiranza dal Presidente Bussoli così come centrale è a suo avviso lo sviluppo di un turismo “emozionale”  che sappia coniugare enogastronomia, sostenibilità, ambiente e approcciare l’argomento nel suo complesso.

La ristorazione e le strutture recettive possono svolgere anche qui un ruolo cruciale per non disperdere valori e saperi di questo territorio e trovare  nella cooperazione la chiave per varcare la soglia della crisi e insieme affrontare il futuro.

Nel congedarci dal Presidente Nicola Bussoli e nel ringraziarlo per l’ampia e accurata disamina degli argomenti affrontati, auguriamo a tutti gli operatori dell’Associazione A.Mare buon lavoro per una brillante ripartenza.

Foto a cura di Nicola Zinni

“Ambiente in Costituzione”, firma anche TU la petizione

La tutela dell’ambiente e della biodiversità va subito inserita nella Costituzione, prima della Cop26 e del G20: è la richiesta della petizione #SubitoAmbienteInCostituzione, lanciata su Change.org dalla Fondazione UniVerde (leggere su Gustoh24)