Buono, anche per il Pianeta. Il gelato confezionato italiano è sempre più sostenibile: lo dice Igi, Istituto del Gelato Italiano, a cui aderiscono le più importanti aziende gelatiere italiane, che al Food & Science Festival di Mantova per ha presentato il Rapporto di Sostenibilità 2020, estratto dal Report di Sostenibilità di Unione Italiana Food, di cui Igi fa parte. “La nuova stagione dei gelati: il gusto della sostenibilità”, questo il tema scelto da Igi per la quinta edizione del Festival.

“Il gelato confezionato è interprete di una tradizione italiana di eccellenza –ha commentato Michelangelo Giampietro, presidente Igi, medico dello sport e specialista in Scienza dell’Alimentazione– che ha intrapreso da tempo un percorso di innovazione e miglioramento a 360 gradi, costantemente aperto al confronto non solo con l’evolversi dei gusti, delle esigenze e delle abitudini di consumo, ma anche con i contributi che arrivano dalla ricerca scientifica e dalle nuove tecnologie allo scopo di garantire prodotti sempre più gustosi, sicuri, innovativi e accessibili a tutti”.

I dati del Rapporto presentato da Carlo Alberto Pratesi

Carlo Alberto Pratesi

I dati messi in evidenza nel Rapporto – presentato alla platea del Festival dal prof. Carlo Alberto Pratesi, Professore ordinario di marketing, innovazione e sostenibilità all’Università Roma Tre – testimoniano come la sostenibilità ambientale e sociale giochi un ruolo importante nel percorso di lungo periodo imboccato dal settore del gelato confezionato.
Il Rapporto di Sostenibilità 2020, infatti, è il secondo in ordine di tempo dopo quello pubblicato nel 2013 e i progressi nelle performance tra le due edizioni parlano chiaro sulla serietà dell’impegno dell’intero settore sia per rendere i prodotti “buoni” anche per il pianeta sia per indirizzare i consumatori vero scelte d’acquisto responsabili.

A ribadire ulteriormente la rilevanza della sostenibilità nell’economia delle aziende gelatiere italiane provvede l’oggettività dei numeri sull’impatto ambientale nel periodo 2013-2019.
Risultati come i 10.112.433 kg di anidride carbonica risparmiati all’ambiente, pari al ritiro dalla circolazione di 5.230 autovetture, i 7.103.742 kg di rifiuti recuperati e avviati al riciclo o alla valorizzazione energetica o ancora il 100% dell’energia rinnovabile da rete certificata con Garanzia di Originenon sono farina del sacco di uno storytelling “verde”, bensì i solidi mattoni con cui si può costruire una nuova stagione e un futuro accettabile per le prossime generazioni.

Origini e storia del gelato

Sono tanti gli alimenti che nel corso della loro storia hanno subito una trasformazione. In particolare, il gelato – o le prime forme di gelato – si sono veramente evolute, portando i primissimi tentativi di preparazioni fino alle numerose tipologie di gelato che abbiamo la possibilità oggi di trovare nei supermercati e nei punti vendita.

Non è facile attribuirgli una “paternità”

Alcuni la fanno risalire addirittura alla Bibbia. Altri, invece, la affidano agli antichi

Bisogna però aspettare il Cinquecento per assistere al trionfo di questo alimento. In particolare, è Firenze a rivendicare l’invenzione del gelato ‘moderno’, che per primo utilizza il latte, la panna e le uova. Golosa innovazione che si deve all’architetto Bernardo Buontalenti.

Ma la storia moderna di questo goloso alimento comincia ufficialmente quando l’italiano Filippo Lenzi, alla fine del XVIII secolo, aprì la prima gelateria in terra americana. Il gelato si diffuse a tal punto da stimolare una nuova invenzione: la sorbettiera a manovella, brevettata nel XIX secolo da William Le Young.

Il primo gelato industriale su stecco, il Mottarello al fiordilatte nasce in Italia nel 1948. Subito dopo, negli anni 50, arriva il primo cono con cialda industriale il mitico Cornetto.

Gli anni 70 e la diffusione del frezeer domestico battezzano invece il primo secchiello formato famiglia, il Barattolino. Fino ad arrivare al primo biscotto famoso diventato un gelato di successo, il bicolore Ringo.