All’attenzione della politica la questione climatica.

Il 1 ottobre 2022 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto incontrare al Quirinale gli studiosi che hanno materialmente scritto il manifesto (leggere qui sotto), oltre al premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, che ha aderito all’iniziativa fin dal suo lancio, e ai vertici di Repubblica e Green&Blue, le due testate del gruppo Gedi che hanno promosso la raccolta di firme tra gli italiani.

Durante l’incontro ha ricevuto anche una pennetta usb a forma di pianeta Terra con tutte le vostre firme per salvare il mondo. “Questa iniziativa – ha commentato Mattarella – ha il merito di aver messo insieme due avanguardie del nostro Paese: i giovani e gli scienziati, entrambe fondamentali, perché sanno vedere il futuro. Sappiamo che il clima è il nostro problema principale, e questa consapevolezza è ormai diffusa nella società, assai più che qualche anno fa. Eppure quello che sta accadendo nel mondo sembra aver fatto accantonare gli impegni presi dalla comunità internazionale con gli Accordi di Parigi o le Conferenze Onu sul clima”.

Poi la promessa del presidente della Repubblica alla comunità scientifica rappresentata, oltre che da Parisi, dai climatologi Antonello Pasini e Carlo Barbante, dall’ecologo forestale Riccardo Valentini e dall’economista Carlo Carraro: “Trasmetterò le vostre sollecitazioni di impegno sistemico sul clima al nuovo governo e seguirò con particolare attenzione quello che verrà fatto. Per affrontare l’emergenza del riscaldamento globale occorre una grande convergenza di volontà tra istituzioni, scienziati e cittadini, perché sono importanti anche i nostri comportamenti quotidiani”.

Una lettera aperta per chiedere di considerare la crisi climatica come un problema prioritario da affrontare SUBITO. Il Nobel Parisi ha dichiarato: «Votate chi si batte per l’ambiente». 

Ma i Sindaci  di Bergamo, di Bologna, di Firenze, di Milano, di Padova, di Roma, di Prato, di Parma e di Torino non convincono…..”perchè dimenticano il consumo del suolo” 

Per un grado di riscaldamento globale in più rispetto al presente, ad esempio, si avranno mediamente su scala globale un aumento del 100% della frequenza di ondate di calore….”. Pubblichiamo la lettera aperta alla politica italiana disponibile sul sito della Società Italia per la Scienza del Clima, che vede l’adesione della redazione di Gustoh24 che ne condivide i contenuti ed invita i lettori a firmare la petizione.

Per il Nobel Parisi «i prossimi anni saranno cruciali. Più si aspetta a prendere provvedimenti, più il riscaldamento continua e diventerà difficile tornare indietro. Si potrebbe arrivare a una situazione capace di innescare enormi incendi, per esempio nelle foreste artiche del Canada o della Siberia, o in quella pluviale dell’Amazzonia, e a quel punto le emissioni di CO2 sarebbero enormi, con conseguenze che i modelli matematici attuali non sono nemmeno in grado di prevedere. È come una diga che incomincia a perdere acqua: se i buchi li tappi quando sono piccoli bene, ma se aspetti di tappare i buchi quando sono grandi fai una fatica enorme e rischi anche che la diga ti caschi addosso».

Raccolte già,  oltre 200mila firme nel momento in cui scriviamo. L’associazione ambientalista Vas – Verdi Ambiente e Società con il suo Presidente nazionale, Stefano Zuppello, ha lanciato un invito a firmare l’appello e a votare a tutte le sezioni periferiche. All’Appello per il clima, fatta sua da Gustoh24, è arrivato il Sì del ministro alle Politiche agricole Stefano Patuanelli e si sono aggiunte quella di Marco Pedroni, presidente Coop Italia e Ancc-Coop, e di Maura Latini, amministratrice delegata Coop Italia: “Il tema del cambiamento climatico è di una tale urgenza che deve essere affrontato con misure importanti e immediate. E’ un’assoluta priorità”.

Anche i Fridays For Future italiani hanno sottoscritto l’Appello degli scienziati.

Aderiscono i sindaci delle smart city ma è subito polemica

Il Sindaco di Parma Michele Guerra con lo chef Fabio Romani

Appoggio e sostegno all’Appello lanciata dagli scienziati del Clima anche da parte di nove sindaci impegnati nelle loro rispettive città a centrare gli obiettivi della Agenda 2030 Onu. Ecco i loro nomi: Giorgio Gori (Bergamo), Matteo Lepore (Bologna), Dario Nardella (Firenze), Giuseppe Sala (Milano), Sergio Giordani (Padova), Roberto Gualtieri (Roma), Matteo Biffoni (Prato), Michele Guerra (Parma) e Stefano Lo Russo (Torino), tutti Sindaci che guidano comuni italiani selezionati dalla Commissione Europea per la missione “Climate-neutral and smart cities al 2030″.

A polemizzare con i nove Sindaci è Paolo Pileri del Politecnico di Milano: sul quotidiano il Manifesto scrive un articolo dal titolo: “Se i sindaci “smart” dimenticano il consumo del suolo“.  Nell’articolo Pileri dopo aver ricordato che le varie competenze sulla difesa del suolo è “tutto a capo dei sindaci” riporta il rapporto nazionale Ispra sul consumo di suolo dei Comuni amministrati da questi sindaci (l’unico, aggiungiamo noi, che ha meno colpe, è il Sindaco di Parma, Michele Guerra, appena insediato).

Gli incrementi di cementificazione secondo l’Ispra

Ma ecco gli incrementi di cementificazione tra il 2020 e il 2021 dei Comuni selezionati dalla Commissione Europea per la mission Climate neutral: Milano +18,68 ettari; Bergamo +4,76 ettari; Parma +11,2; Roma +95,05; Bologna +3; Firenze +3,25; Padova +2,56; Torino +3,08; Prato +5,02.

La petizione

 

La scienza del clima ci mostra da tempo che l’Italia, inserita nel contesto di un hot-spot climatico come il Mediterraneo, risente più di altre zone del mondo dei recenti cambiamenti climatici di origine antropica e dei loro effetti, non solo sul territorio e gli ecosistemi, ma anche sull’uomo e sulla società, relativamente al suo benessere, alla sua sicurezza, alla sua salute e alle sue attività produttive.

Il riscaldamento eccessivo, le fortissime perturbazioni al ciclo dell’acqua e altri fenomeni meteo-climatici vanno ad impattare su territori fragili e creano danni a vari livelli, influenzando fortemente e negativamente anche le attività economiche e la vita sociale. Stime assodate mostrano come nel futuro l’avanzare del cambiamento climatico ridurrà in modo sensibile lo sviluppo economico e causerà danni rilevanti a città, imprese, produzioni agricole, infrastrutture.

Per un grado di riscaldamento globale in più rispetto al presente, ad esempio, si avranno mediamente su scala globale un aumento del 100% della frequenza di ondate di calore e tra il 30 e il 40% di aumento della frequenza di inondazioni e siccità, con una conseguente diminuzione del benessere e del prodotto interno lordo. Nel Mediterraneo e in Italia, poi, la situazione potrebbe essere anche più critica, in quanto, ad esempio, si hanno già chiare evidenze di aumenti di ondate di calore e siccità, di ritiro dei ghiacciai alpini, di aumento delle ondate di calore marine e, in parte, di aumento degli eventi estremi di precipitazione.

In questo contesto, ci appare urgente porre questo problema in cima all’agenda politica. E oggi, l’avvicinamento alle prossime elezioni diventa l’occasione per farlo concretamente. Chiediamo dunque con forza ai partiti politici di considerare la lotta alla crisi climatica come la base necessaria per ottenere uno sviluppo equo e sostenibile negli anni a venire; questo dato di realtà risulta oggi imprescindibile, se vogliono davvero proporre una loro visione futura della società con delle possibilità di successo.

In particolare, nella situazione attuale appare urgente porre in essere azioni di adattamento che rendano noi e i nostri territori più resilienti a ondate di calore, siccità, eventi estremi di precipitazione, innalzamento del livello del mare e fenomeni bruschi di varia natura; azioni che non seguano una logica emergenziale ma di pianificazione e programmazione strutturale.

A causa dell’inerzia del clima, i fenomeni che vediamo oggi saranno inevitabili anche in futuro, e dunque dobbiamo gestirli con la messa in sicurezza dei territori e delle attività produttive, investendo con decisione e celerità le risorse peraltro disponibili del PNRR. Allo stesso tempo, dobbiamo anche fare in modo che la situazione non si aggravi ulteriormente e diventi di fatto ingestibile, come avverrebbe negli scenari climatici peggiori. Per questo dobbiamo spingere fortemente sulla riduzione delle nostre emissioni di gas serra, decarbonizzando e rendendo circolare la nostra economia, accelerando il percorso verso una vera transizione energetica ed ecologica.

Come scienziati del clima siamo pronti a fornire il nostro contributo per elaborare soluzioni e azioni concrete che siano scientificamente fondate, praticabili ed efficaci, ma chiediamo con forza alla politica di considerare la crisi climatica come un problema prioritario da affrontare, perché mina alla base tutto il nostro futuro.

Ci auguriamo dunque elaborazioni di programmi politici approfonditi su questi temi e una pronta azione del prossimo governo per la lotta alla crisi climatica e ai suoi impatti.

Primi firmatari

  • Carlo Barbante, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e Università Ca’ Foscari, Venezia

  • Carlo Carraro, Università Ca’ Foscari, Venezia
  • Antonio Navarra, Università di Bologna e Presidente della Fondazione Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC)
  • Antonello Pasini, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Roma
  • Riccardo Valentini, Università della Tuscia, Viterbo, e Presidente della Società Italiana per le Scienze del Clima

Con il contributo dei seguenti autori italiani dell’AR6-IPCC

  • Annalisa Cherchi, CNR, Bologna
  • Erika Coppola, International Centre for Theoretical Physics, Trieste
  • Susanna Corti, CNR, Bologna
  • Sandro Fuzzi, CNR, Bologna
  • Piero Lionello, Università del Salento, Lecce
  • Massimo Tavoni, Politecnico di Milano
  • Elena Verdolini, Università di Brescia

Altre firme della comunità scientifica

  • Roberto Barbiero, Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente, Trento
  • Leonardo Becchetti, Università di Tor Vergata, Roma
  • Alessandra Bònoli, Università di Bologna
  • Michele Brunetti, CNR, Bologna
  • Roberto Buizza, Scuola Univesitaria Superiore Sant’Anna, Pisa
  • Carlo Cacciamani, ItaliaMeteo
  • Stefano Caserini, Docente di Mitigazione dei cambiamenti climatici, Politecnico di Milano
  • Claudio Cassardo, Università di Torino
  • Marinella Davide, Università Ca’ Foscari, Venezia
  • Enrica De Cian, Università Ca’ Foscari e CMCC, Venezia
  • Maria Cristina Facchini, CNR, Bologna
  • Francesco Forastiere, CNR, Palermo, e Imperial College, Londra
  • Filippo Giorgi, International Centre for Theoretical Physics, Trieste
  • Silvio Gualdi, CMCC, Bologna
  • Fausto Guzzetti, CNR, Perugia, e Protezione civile, Roma
  • Vittorio Marletto, ARPAE Emilia-Romagna, Bologna
  • Simona Masina, CMCC, Bologna
  • Maurizio Maugeri, Università di Milano
  • Paola Mercogliano, CMCC, Caserta
  • Mario Marcello Miglietta, CNR, Lecce
  • Franco Molteni, consulente scientifico di ECMWF, Reading, UK, e ICTP, Trieste
  • Mario Motta, Politecnico di Milano
  • Elisa Palazzi, Università di Torino
  • Claudia Pasquero, Università di Milano Bicocca
  • Cinzia Perrino, CNR, Roma
  • Antonello Provenzale, CNR, Pisa
  • Gianluca Ruggieri, Università dell’Insubria, Varese
  • Gianmaria Sannino, ENEA, Roma
  • Stefano Tibaldi, CMCC, Bologna
  • Giorgio Vacchiano, Università di Milano
  • Francesca Ventura, Università di Bologna

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