Le elezioni politiche del 25 settembre si avvicinano. l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile presenta alle forze politiche un decalogo di proposte da includere nei programmi elettorali al fine di portare l’Italia su un percorso di sviluppo sostenibile in linea con l’Agenda 2030 sottoscritta dalle Nazioni Unite

Dieci idee per un’Italia sostenibile. 

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Viviamo in un’epoca di sfide globali e di grandi cambiamenti, dall’emergenza climatica alla crisi pandemica, dalle tensioni geopolitiche innescate dall’invasione russa dell’Ucraina alle questioni di sicurezza e approvvigionamento energetico e alimentare, dall’innovazione tecnologica e digitale all’aumento delle disuguaglianze sociali e territoriali. D’altra parte, nei prossimi anni l’Italia disporrà di ingenti risorse finanziarie, aggiuntive rispetto a quelle del PNRR, derivanti dal bilancio nazionale e da quello europeo, le quali vanno orientate a trasformare il Paese e condurlo su un sentiero di sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale. 

Il 25 settembre 2022, quando l’Italia andrà alle urne, si celebrerà il settimo anniversario dell’approvazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: una coincidenza fortemente simbolica, che rappresenta un vero e proprio test per il futuro di tutte e tutti noi. Trascorsi 50 anni dalla prima conferenza mondiale di Stoccolma delle Nazioni Unite sull’ambiente umano, è stata inoltre approvata nel luglio 2022 dall’Assemblea generale dell’Onu una storica risoluzione relativa al diritto umano ad avere un ambiente pulito, vitale e sostenibile. La prossima legislatura sarà quindi cruciale per consentire all’Italia di conseguire i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, e mettere in pratica le misure attuative concordate con l’Unione europea nonché di centrare gli obiettivi definiti dall’Ue per la fine di questo decennio.

Una breve campagna elettorale estiva rischia di aumentare il già elevato tasso di astensionismo e di indurre le forze politiche a concentrare i propri messaggi su questioni di breve termine. Si tratta di due rischi da contrastare fortemente e la società civile italiana può e deve svolgere un ruolo forte di stimolo, come ha fatto e continua a fare, perché la campagna elettorale si concentri sulle questioni fondamentali per il futuro del Paese e dell’Unione europea.

Nel 2018, prima delle elezioni, l’ASviS propose un decalogo di azioni a tutte le forze politiche, molte delle quali aderirono all’iniziativa. Non si trattava di un “libro dei sogni”, tant’è vero che alcune di quelle proposte sono diventate realtà: l’inserimento in Costituzione della tutela dell’ambiente e del principio di giustizia intergenerazionale, posto alla base del concetto stesso di sviluppo sostenibile; la trasformazione del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) in Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (CIPESS), così da orientare a questo scopo gli investimenti pubblici, come previsto dalla Direttiva del Presidente del Consiglio di dicembre 2021; l’adozione dell’Agenda 2030 come architrave delle politiche dell’Unione europea. Tuttavia, nonostante questi passi avanti sul piano della governance, è necessario un ulteriore sforzo nelle politiche attuative, integrando quelle previste dal PNRR che, come già evidenziato dall’Alleanza, da solo non sarà sufficiente per attuare l’Agenda 2030.

Oggi, anche grazie al lavoro dell’ASviS, il concetto di sostenibilità è divenuto centrale nel dibattito pubblico, nelle strategie di molte imprese, nell’azione della società civile, nelle scelte quotidiane di tante persone. Ma, come dimostrato negli studi condotti da organizzazioni internazionali, da centri di ricerca e dall’ASviS stessa, l’Italia non è su un sentiero di sviluppo sostenibile e le diverse crisi degli ultimi anni hanno ulteriormente rallentato il percorso verso i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030.

Per cambiare tale situazione è necessario che le forze politiche che si candidano a guidare il Paese:

• dimostrino una chiara e convincente visione del futuro, saldamente ancorata agli obiettivi globali ed europei di sviluppo sostenibile;

• si impegnino a coinvolgere la società civile per rispondere alla domanda di un futuro sostenibile che emerge prepotentemente dalle giovani generazioni.

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L’ASviS chiede quindi ai partiti e ai movimenti che partecipano alla campagna elettorale di assumere pubblicamente l’impegno ad operare per conseguire l’Agenda 2030 attraverso dieci azioni, tutte di eguale importanza, selezionate tra le proposte contenute nel Rapporto ASviS 2022, considerando la scelta per la sostenibilità dello sviluppo non come un lusso, ma come la chiave fondamentale per cambiare il modello di sviluppo attuale e così uscire dalle tante crisi che stiamo vivendo.

1. Coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile

Garantire effettiva applicazione dei nuovi principi costituzionali legati allo sviluppo sostenibile e alle giovani e future generazioni 4, integrandone il pieno rispetto nelle leggi attuali e future, in particolare per quelle economiche e ambientali, nel rispetto del bene comune e degli interessi generali del Paese. Indirizzare gli investimenti pubblici coerentemente con il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, in linea con la Direttiva sul CIPESS della Presidenza del Consiglio e assicurare l’attuazione della nuova Strategia nazionale di sviluppo sostenibile, attraverso un forte coordinamento di Palazzo Chigi che garantisca la coerenza delle politiche. Garantire l’attuazione del PNRR così come concordato con l’Unione europea.

2. Disegnare il futuro partendo dal presente

Creare un Istituto pubblico di studi sul futuro , con il compito di analizzare gli scenari e individuare i rischi, come già avviene in altri Paesi, per evitare di arrivare impreparati, vulnerabili e fragili a futuri shock sistemici e per disegnare le politiche pubbliche in modo utile per le prossime generazioni.

3. Giustizia, trasparenza e responsabilità

Consolidare le riforme avviate per un sistema giudiziario equo, moderno ed efficiente. Promuovere una cultura della rendicontazione degli impatti sociali e ambientali per le pubbliche amministrazioni centrali e territoriali che, attraverso una valutazione ex ante ed ex post delle politiche, consenta di arrivare a un Bilancio di Sostenibilità del sistema Paese, declinato anche a livello regionale. Rendere obbligatoria la valutazione ambientale strategica (VAS) in tutti i provvedimenti legislativi. Accelerare l’adozione delle direttive europee sul reporting di sostenibilità, allargando la platea delle imprese interessate.

4. Parlamento sostenibile

Integrare lo sviluppo sostenibile nella ricomposizione delle Commissioni parlamentari e rinnovare la costituzione, in entrambi i rami del Parlamento, di un intergruppo per lo sviluppo sostenibile.

5. Rendere più sostenibili ed equi i territori

Articolare un sistema multilivello di strategie e di agende territoriali per lo sviluppo sostenibile, assicurare la piena operatività del CIPU (Comitato Interministeriale per le Politiche Urbane) e l’approvazione della legge sulla rigenerazione urbana già predisposta dal Senato, basata sull’arresto del consumo di suolo.

6. Impegnarsi per la giusta transizione ecologica

Assumere la centralità del processo di transizione ecologica giusta , che tenga conto delle conseguenze negli ambiti economici e sociali , coerentemente con il quadro internazionale, impegnandosi a rispettare l’obiettivo europeo di ridurre almeno del 55% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030; aggiornare rapidamente il PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima), considerando la necessità di eliminare i Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD); semplificare i processi autorizzativi per nuovi impianti di produzione di energie rinnovabili; approvare e attuare il PNACC (Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici) adottare a attuare un piano per il ripristino degli ecosistemi terrestri e marini e il contrasto al dissesto idrogeologico , tenendo conto della Relazione annuale sul Capitale Naturale ; spostare il carico fiscale dal lavoro allo spreco di risorse e all’inquinamento; promuovere l’adozione di modelli di produzione e consumo circolari, con misure che sostengano l’utilizzo di materie prime ed energie rinnovabili, la progettazione di beni già pensati per il riuso, la riparazione, il riutilizzo, il riciclo, minimizzando l’impiego di materie prime e impatti ambientali, e aumentando nei consumatori la consapevolezza dell’impatto delle loro scelte sotto il profilo ambientale e sociale .

7. Ridurre tutte le diseguaglianze

Attuare concretamente le priorità trasversali del PNRR e in particolare: 7a. garantire l’effettiva parità di genere nelle politiche e nell’allocazione delle risorse economiche e l’empowerment delle donne nei contesti d’impresa e nella pubblica amministrazione; 7b. valutare l’ impatto generazionale delle politiche, introducendo uno strumento di verifica sull’esperienza dello Youth Check attivo in Austria e Germania; creare un piano di lavoro per i giovani, inquadrato in un patto per l’occupazione giovanile , e potenziare l’offerta formativa per adeguarla alle nuove richieste del mercato del lavoro , come green jobs e ICT; prevedere maggiori forme di partecipazione giovanile nelle politiche pubbliche; 7c. eliminare le disuguaglianze territoriali valorizzando il ruolo del Sud come cerniera tra Europa e Mediterraneo rafforzandone la dotazione infrastrutturale sostenibile. Considerare la transizione digitale come un fattore abilitante per accelerare la risposta alle sfide sociali e ambientali del nostro tempo garantendo l’accesso universale ai servizi, basandosi sui principi della Bussola europea per il digitale al 2030: competenze digitali, infrastrutture digitali sicure e sostenibili, trasformazione digitale delle imprese, digitalizzazione dei servizi.

8. Non lasciare nessuno indietro

Contrastare la crescente povertà dei redditi , migliorando la gestione del Reddito di Cittadinanza. Riformare complessivamente l’esistente sistema di welfare , semplificando le procedure e l’accesso ai servizi e garantendo la copertura alle fasce della popolazione attualmente escluse, in linea con gli obiettivi espressi nel Pilastro europeo dei diritti sociali. Migliorare la qualità dell’istruzione a tutti i livelli e aumentarne l’inclusività. Definire i livelli minimi di offerta culturale a livello territoriale.

9. Approccio integrato alla salute

Inserire l’approccio ” One Health ” in tutte le politiche, ispirato al principio di una salute eco-sistemica integrata, che considera tutti i fattori che hanno un impatto diretto o indiretto sulla salute e sul benessere umano, ambientale e animale. Favorire l’integrazione delle scienze ambientali ed ecologiche con la medicina umana e ambientale. Rafforzare la capacità di prevenzione e resilienza del Paese di fronte alle crisi sanitarie, nel rispetto del valore universale della sanità pubblica , promuovendo la coerenza tra le politiche sociali e sanitarie, la medicina di comunità e la sanità del territorio. Sostenere la cooperazione internazionale a livello globale e la corretta utilizzazione delle strumentazioni tecnologiche disponibili per il monitoraggio epidemiologico, la prevenzione e l’intervento tempestivo ed efficace nelle crisi.

10. Garantire diritti e pace, rafforzare cooperazione e democrazia

Garantire la tutela dei diritti inalienabili e di cittadinanza con politiche di inclusione e integrazione sociale, sanzionando ogni tipo di discriminazione coerentemente con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Adottare politiche di lungo termine per affrontare la crescente denatalità e definire il ruolo dell’immigrazione nel futuro demografico italiano , in termini di criteri di ingresso, politiche di accoglienza e procedure per la concessione della cittadinanza, coerentemente con gli impegni europei. Impegnarsi per un effettivo multilateralismo come modalità di interlocuzione tra i Paesi orientato al rispetto del diritto internazionale, garantendo il raggiungimento della quota dello 0,7% del Reddito Nazionale Lordo (RNL) per l’ Aiuto Pubblico allo Sviluppo.

Per dare forza alle sue proposte Asvis ha lanciato una petizione che si può firmare a questo link.

APPELLO a UNIONE EUROPEA e EFSA

Ampliare le competenze dell’Efsa anche alla Qualità e alla Sostenibilità del Cibo

Al  Direttore Esecutivo di Efsa dr. Bernhard URL,  e per conoscenza ai Componenti del Management Board e al Chair del Comitato Scientifico di EFSA, dr. Simon John More  presso  EFSA – Via Carlo Magno 1A – 43126 Parma. Alla Commissione Ue

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