Lo chef inglese Charles Joshua Pearce vince il concorso promosso per celebrare la cucina italiana nel mondo con le ricette dell’Artusi e la pasta fresca di Surgital

In finale chef provenienti da Marocco, Cina, Inghilterra, Iran, Kosovo e Spagna

Si è svolta lunedì 12 maggio a Casa Artusi a Forlimpopoli (FC) la finale di “L’Artusi senza confini”, il concorso promosso da Surgital in collaborazione con Casa Artusi e Italian Gourmet, official media partner con il suo magazine Grande Cucina, rivolto a chef e pastry chef under 35 originari di Paesi esteri, che risiedono e lavorano in Italia. A tutti i candidati è stata richiesta l’ideazione e la realizzazione di un piatto originale a base di pasta fresca ispirato a una ricetta inserita ne “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene” di Pellegrino Artusi.

A contendersi la finale i primi sette chef classificati, provenienti da tutto il mondo, che si sono si cimentati in live cooking davanti agli occhi della giuria – presieduta dallo chef Luca Marchini, patron del ristorante L’Erba del Re di Modena, e composta da Andrea Gianotti, professore all’Università di Bologna e Coordinatore del Corso di Laurea in Scienze e cultura della gastronomia, Martina Liverani, autrice e giornalista gastronomica, Elena Bacchini e Andrea Bino, rispettivamente direttrice marketing e marketing manager di Surgital, Chiara Galbiati, direttrice generale di Casa Artusi, Fabio Lorenzoni, chef Surgital, e ⁠⁠Matteo Milandri, chef Casa Artusi – nella preparazione del loro piatto che ha avuto come protagonista una referenza di pasta Laboratorio Tortellini® di Surgital.

Luca Marchini, Elena Bacchini, Charles Joshua Pearce, Andrea Bino, Chiara Galbiati

La giuria ha decretato vincitore lo chef inglese Charles Joshua Pearce con il piatto Fusilloni, pane, agrumi ossidati, premiato per la capacità di prendere un’idea dell’Artusi e reinterpretarla in un’ottica di sostenibilità. Il risultato è una ricetta basata sul recupero del pane in cui vengono uniti prodotti della tradizione inglese e sapori italiani.  Nato nel 1992 a Greenwich, Londra, dopo diverse esperienze lavorative nel Regno Unito e un breve passaggio in Spagna, Pearce è approdato in Italia dove ha potuto affinare le sue tecniche orientandosi definitivamente verso la cucina gourmet, dapprima da Identità Golose Milano, poi presso lo stellato Ristorante Lino. Attualmente ricopre il ruolo di Executive chef al Nordelaia Resort & Restaurants.

Al secondo posto la chef marocchina Nour El Hayat Maaffer con Cappelletti, fondo di manzo, limone e asparagi, una ricetta che riporta alla mente i piatti di carne più tipici della tradizione italiana, come il brasato e l’ossobuco, che qui vengono impreziositi da note dolci e acidule, senza mai mettere in secondo piano le tecniche di cottura del Paese d’origine e un sapiente uso delle spezie. Originaria di Casablanca, Maaffer è arrivata in Italia da bambina dove, dopo gli studi all’istituto alberghiero, si è formata come cuoca completa, abile nella preparazioni di pesce ma anche di antipasti, dolci e salse. Particolarmente nota per la sua creatività in cucina, per cui ha ottenuto numerosi premi, è attualmente sous chef al Ceresio 7, accanto a Elio Sironi.

Terza classificata la pastry chef iraniana Mina Karimi con il piatto Intreccio Iraniano – Pich-o-Tāb-e Irāni, in cui la mano elegante e coraggiosa ha permesso di viaggiare con i sapori. Nel piatto infatti c’erano delle tagliatelle, ma al palato si rivelavano tutti i sapori affascinanti dell’Iran. Dopo aver lavorato a Dublino, Karimi rientra in Italia all’insegna del fine dining, passando dalle cucine di Heinz Beck, Claudio Sadler, Carlo Cracco e Roberto Conti. Successivamente è pastry chef del celebre ristorante nipponico Nobuya. La sua pasticceria, spesso vegetale e sempre fantasiosa, intriga tra ingredienti insoliti e abbinamenti audaci.

I primi tre classificati avranno l’opportunità di essere guest chef al ristorante di Casa Artusi durante la XXIX Festa Artusiana di giugno a Forlimpopoli, mentre il vincitore Charles Joshua Pearce parteciperà a un corso professionale one to one a tema pasta fresca e primi piatti presso il Congusto Institute, il primo campus gastronomico di Milano; tutti i finalisti saranno inoltre inseriti con i loro piatti in un ricettario esclusivo che sarà pubblicato e veicolato sui canali delle aziende promotrici, a conclusione del progetto.

“Sono molto soddisfatta dell’esito di questa iniziativa con Casa Artusi e del suo successo.afferma Elena Bacchini, Direttrice Marketing Surgital – Creare contaminazione tra le diverse culture di approccio al cibo portando in tavola interpretazioni di ricette che fondono tradizione e innovazione, ci fa davvero pensare quanto la cucina possa essere una lingua universale che unisce, oltrepassando ogni confine, così come noi di Surgital da tempo facciamo esportando la cultura italiana della pasta fresca nel mondo e di cui oggi questi giovani chef stranieri ci hanno restituito una visione contemporanea e ormai imprescindibile nella ristorazione moderna”.

“Surgitalaggiunge Andrea Bino, Marketing Manager Surgital è ormai riconosciuta portavoce del prodotto icona della cultura gastronomica italiana, la pasta, che  in questo contesto ha trovato una sua interpretazione oltre gli schemi della tradizione per regalarci una visione innovativa grazie alla creatività e alla passione di questi giovani cuochi emergenti cui non potevamo esimerci dal dare il nostro supporto, per celebrare la cucina come un patrimonio comune in continua evoluzione, dove passato e futuro si incontrano nel segno della qualità”.

“Siamo molto orgogliosi di essere parte di questo progetto accanto a Surgital e Casa Artusidichiara Francesco Briglia, Direttore Italian Gourmete questa prima edizione è andata al di là delle più rosee aspettative, sia per interesse e partecipazione, sia per il livello dei piatti realizzati dai finalisti, oggettivamente molto alto, come emergerà dal ricettario esclusivo che andremo a pubblicare a breve. L’Artusi senza Confini getta luce su uno straordinario patrimonio professionale e umano che merita di essere riconosciuto e valorizzato: ragazzi e ragazze stranieri che ogni giorno, nelle cucine dei nostri ristoranti, onorano la tradizione culinaria italiana interpretandone al meglio i piatti, ma anche capaci di rivisitarli e arricchirli con le influenze dei loro paesi di origine, in un processo virtuoso di reciproche contaminazioni“.