Quando ci sono negati vacanze e viaggi, i libri restano i migliori alleati per far volare la mente e raggiungere mete ideali.

Per poter fare un viaggio straordinario con gli occhi, con la mente e con il cuore un libro che merita di essere proposto è senz’altro“L’ALTRO ABRUZZO”. (per acquistare il libro QUI)

Una pubblicazione preziosa, una raccolta di immagini che invita il lettore a scoprire un Abruzzo operoso, forte, bello e vero che Luciano D’Angelo, maestro della fotografia pescarese, ha realizzato insieme ad Alessandro Antonelli, suo giovane collaboratore e sapiente curatore dell’editing,

Un testo etnografico e antropologico, “quasi etno-archeologico” lo definisce lo stesso autore, che risponde all’esigenza di puntare l’obiettivo su una civiltà minacciata, di rivolgere uno sguardo profondo agli “eroi di un mondo semplice”, senza atteggiamento nostalgico o retorico, ma per ripartire da ciò che più conta, dalla sacralità della vita di cui i protagonisti sono testimoni.

Fra memoria e storia, mito e quotidianità Luciano D’Angelo ha saputo scrivere pagine epiche attraverso 21 ritratti d’autore, 21 persone e non personaggi, come sottolinea egli stesso.

Immagini di volti, di sguardi, di ambienti, di natura, di mani e attrezzi di lavori antichi che rischiano l’estinzione ci aprono un mondo vasto senza tempo, o che il tempo lo comprende tutto. Ci rimandano ad un modo di vivere, a legami identitari forti, ad occupazioni quotidiane a contatto simbiotico con la Natura.

Dalle cime degli Appennini alle distese azzurre dell’Adriatico, carbonari, boscaioli, pastori, tessitrici e restauratrici di libri antichi, serpari e ceramisti, pescatori e pescatrici, folgorati dalla luce emergono dal buio in una narrazione fotografica che ha chiari rimandi pittorici a grandi artisti come Rembrandt e Caravaggio. Come se appartenessero tutti ad una sola famiglia, D’Angelo sembra volerli proteggere riunendoli in una costellazione a cui dà un tocco di eternità elevandola a simbolo universale.

Con la forza dell’arte e la sapienza della tecnica, l’Autore mette in luce un mondo umile e prezioso, un patrimonio che è di tutti, non solo di noi abruzzesi; volti e sguardi “silenziosi”, e forse per questo più eloquenti e di rara forza evocativa.

Dice un famoso proverbio giapponese: “L’uomo in silenzio è più bello da ascoltare”!

E D’Angelo sa ascoltare e dare “voce” al silenzio di quell’Abruzzo più nascosto, sobrio e dignitoso; sa scoprire i suoi segreti, sa mettere a fuoco anche le rare qualità umane dei protagonisti del suo racconto e sollecita lo sguardo attento di chi sa andare nel profondo e si lascia rapire dalla forza dell’autenticità, della verità, della bellezza.

Un testo che ha richiesto grande studio, elaborazione accurata, anni di lavoro e di ricerca.

In cerca dell’ultimo tassello Luciano D’Angelo è arrivato fino a me.

Aveva letto il mio articolo sulla pescatrice di Casalbordino (CH) pubblicato nel 2007 sulla rivista abruzzese L’Indiscreto intitolato “La Sposa del Mare” (per via del suo abbraccio fedele al mare che dura da una vita) e voleva conoscerla. L’articolo è stato il primo di una lunga serie e “La sposa del mare” è diventato l’appellativo con cui è conosciuta, anche oltre l’ambito comunale e nazionale, e il titolo è stato ripreso da tutti gli altri che di lei si sono occupati e che di lei hanno parlato e scritto in seguito, Anna Maria Verzino, la prima donna pescatrice in Abruzzo e forse in Italia è diventata leggendaria e Luciano voleva che fosse lei il ventunesimo volto de “L’altro Abruzzo”da “immortalare”.

A me aveva sempre affascinato questa bella figura di donna che andava per mare e del mare conosceva tutti i segreti. Con lei trascorrevo ore al mattino presto in riva al mare mentre liberava i pesci dalle reti con gesti ampi e ritualiNe era nata una bella amicizia e un racconto e in seguito l’articolo di 14 anni fa!

Accompagnato da Lilli D’Agostino, su indicazione di una cara amica comune, Maria Concetta Di Risio, Luciano D’Angelo è entrato nella nostra casa portandoci in dono alcune sue prestigiose pubblicazioni, ci ha raccontato de “L’Altro Abruzzo” e manifestato il desiderio di incontrare “ la sposa del mare”. E’ stato subito “simpatia”, in senso greco, immediata l’amicizia anche con Lilli e da lì scambi di libri, condivisione di progetti e cene, partecipazione ad eventi, proficua ed ininterrota collaborazione. Naturalmente l’incontro con la pescatrice Anna Maria e il fotografo c’è stato e l’ultimo tassello è stato messo al suo posto!

Grande lo stupore, forte l’emozione quando, dopo qualche mese, ho potuto sfogliare lo straordinario libro di Luciano, finito di stampare e presentato a Pescara nel dicembre del 2018!

Immagini incisive e belle, di grande qualità estetica ed etica, tutte magnetiche e fra queste come una dea umile e forte emerge dal mare Anna Maria Verzino che diventa l’icona dell’intera raccolta. Con pathos, pietas e impegno era riuscito D’Angelo a tradurre in immagine potente quello che molti anni prima avevo colto e cercato di esprimere parlando della “sposa del mare” come figura epica, mitologica, leggendaria.

Per queste affinità ripropongo qui alcuni passi di quello scritto.

Da “La Sposa del Mare” anno 2007

Annamaria Verzino (foto di Luciano D’Angelo)

Nata sul mare Anna Maria Verzino, prima donna pescatrice in Abruzzo, figura quasi mitologica, alta, asciutta e fiera nell’aspetto, bionda e con gli occhi color del mare, sembra venire da lontano, dall’altra sponda dell’Adriatico o forse, chissà, discesa dalla stirpe normanna. Suo nonno, capostazione originario di Poggio Imperiale, arriva ai primi del ‘900 con la famiglia nel casello sul mare di Casalbordino (CH): uno dei posti più suggestivi della costa adriatica, dove il Regio Tratturo L’Aquila -Foggia lambisce il mare e il verde dei pini si colora d’azzurro…

… Il padre Donato entra a sua volta nelle ferrovie, nel ’34 si sposa, ma il richiamo del mare è troppo forte. Si licenzia. Con i soldi guadagnati e le 3.000 lire portate in dote dalla moglie compra una barca e comincia a fare il pescatore. Con lui nasce la tradizione della pesca anche in questo Lido e la figlia ne raccoglie il testimone. Come uscita dalle pagine di un romanzo Anna Maria ci racconta la sua singolare storia di vita:

“….Avevo 5 anni la prima volta che sono andata a pesca. Mio padre era pescatore e quando prima dell’alba usciva in barca, puntualmente mi svegliavo. Era ancora buio, ma lo pregavo di portarmi con sé. Piangevo di fronte al suo rifiuto, mia madre mi riportava a letto cercando inutilmente di consolarmi. Ogni mattina la stessa storia. Non volevo bambole, non volevo altri regali, non volevo fare altro che andare al mare, andare con lui sulla barca a pescare. Ricordo la grande gioia quando all’alba di un’estate si arrese. Mi portò con sé, forse pensando di scoraggiarmi: mi sarei spaventata al buio, in mezzo al mare; avrei smesso di fare capricci. Si illudeva! Io e il mare siamo una sola cosa: inseparabili…

 La stessa gioia si ripete intatta ancora oggi che di anni ne ho 71 – (oggi sono diventati 85, ma la gioia è rimasta intatta) – … “Ricordo quel giorno come il più bello della mia vita …”

…Immaginiamo padre e figlia solcare le onde e nutrirsi del profondo sentimento di libertà!…

”Quando sono in mare dimentico tutto… resto in compagnia del silenzio che segue il ritmo naturale dell’onda”.

Il “silenzio” l’infinito sovrumano silenzio, la profondissima quiete, evocano il leopardiano desiderio di tutti gli uomini di poter trovare pace e serenità!

Anna Maria diventa ufficialmente “pescatore” autonomo appena uscita la legge… Sottoposta alla prova di nuoto e di voga supera tutti gli esami di fronte agli esaminatori increduli e sorpresi della Capitaneria di Porto di Ortona (CH). La prima donna pescatrice della regione e forse dell’Italia!….

…Da vero capitano coraggioso la sposa del mare affronta pericoli … Senza sosta, ancora oggi con giovanile vigore ritira le reti ( ora con l’aiuto del fratello o del nipote), sistema la barca, vende il pesce e continua a parlare di mare, a raccontare il mare!

“Ho sempre saputo che la mia vita sarebbe stata legata strettamente al mare, non posso stare senza guardare e sentire il mare. Mia madre insisteva per farmi fare la sarta… ma io correvo a buttare e a ritirare le reti con mio padre. Seguivo ogni suo discorso, imparavo ogni suo motto: ”Lampi a ponente, mai senza niente”; “Schiuma a marina o è Levante o è Garbino”; “Quando è scirocco oggi tira e domani scrocca”.

“A 14 anni mio padre mi ha dato la sua barca a remi e prima che uscisse il sole mi ha mandato in mare da sola. Fu allora che mi diede l’investitura ufficiale e con queste parole suggellò il mio matrimonio: Tu ti sei sposata con il mare”…

…Anna Maria continua a dialogare col cielo e col mare e sa che tutto è legato, sa che l’uomo appartiene al cielo, al mare , alla terra, all’acqua e segue lo stesso destino.

Questa bella persona esprime l’epica saggezza del sentire in sé l’universo e la squisita, forte e gentile sensibilità femminile…

… Concretamente attenta ai dettagli minimi, ai colori, alle luci, ai repentini cambiamenti e umori del tempo e del mare… nelle sue parole, nei suoi gesti c’è il sapore antico della fierezza e della dignità di altri tempi.

All’alba, quando soffia il primo vento e il mare si increspa appena, Anna Maria riparte per la sua giornata di pesca e di libertà..

Oggi la pescatrice di Casalbordino ha più di 80 anni e la sua vita non è cambiata, va ancora in mare con Gloria la sua barca.

La “golosa” biografia di Alba Simigliani