Coop: il diritto al boicottaggio spetta ai consumatori, non alle imprese

Dopo la scelta  di Coop Alleanza 3.0, che  toglie dai suoi supermercati alcuni prodotti israeliani il 27 giugno arriva lo STOP della Coop nazionale. Pubblichiamo le due posizioni e un articolo di Mario Capanna.

Coop Alleanza 3.0, la più grande del sistema, che ha punti vendita in otto regioni: “Non possiamo rimanere indifferenti davanti alle violenze in corso nella Striscia di Gaza”  

COOP NAZIONALE – “Boicottare prodotti in ragione della loro provenienza è un diritto dei consumatori in base alle proprie opinioni e sensibilità, non spetta alle imprese. Israele non fa eccezioni alla policy di Coop nazionale come ribadito nella riunione della Presidenza di Ancc (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori). E anche in tempi di guerra Coop sostiene la centralità del dialogo e dell’aiuto rivolgendo un appello al Governo italiano perché ci si adoperi con il massimo impegno a riaprire i corridoi umanitari verso la striscia di Gaza; condizione indispensabile per avviare una imponente raccolta di cibo e altri aiuti su cui le cooperative di consumatori dichiarano sin da ora la loro completa disponibilità rivolgendosi anche a tutta la moderna distribuzione per una mobilitazione collettiva”.

Nessuno può rimanere insensibile di fronte all’ulteriore recrudescenza del conflitto in corso nella Striscia di Gaza che ha assunto una dimensione di gravità inaudita pur in un moltiplicarsi spaventoso di altri scenari di guerra. Coop è senza esitazione a fianco di tutte quelle forze, sia istituzionali che legate al mondo dell’associazionismo, unite nel chiedere una fine delle ostilità e l’apertura di trattative per arrivare a una necessaria ricostruzione. Al tempo stesso condanna il blocco degli aiuti umanitari proclamato dal Governo israeliano a più riprese. In più occasioni sia a livello nazionale che di territorio Coop ha attivato campagne di sostegno a fianco delle popolazioni colpite nei vari scenari internazionali, indirizzando aiuti consistenti fin quanto è stato possibile anche al popolo palestinese.

Ma questa posizione non comporta l’attivazione di azioni di boicottaggio di prodotti in ragione della loro provenienza perché questa scelta spetta ai soci e ai consumatori che rappresentano valori, opinioni e sensibilità inevitabilmente diverse e tutte ugualmente rispettabili. Israele non fa eccezione alla policy di Coop nazionale come è stato ribadito nella riunione della Presidenza di Ancc, l’associazione nazionale che rappresenta 72 cooperative di consumatori in Italia. La stessa Presidenza che si è tenuta in data odierna ha riconfermato la linea da seguire anche in tempi di guerra ovvero quella del dialogo e dell’aiuto rivolto in particolare a chi, in questo momento, più di altri vive una situazione di fragilità e sofferenza, sostenendo anche l’azione di quelle organizzazioni no profit che ancora operano in quei contesti.

Rivolgiamo un appello urgente al Governo italiano perché ci si adoperi con il massimo impegno a riaprire i corridoi umanitari verso la striscia di Gaza – afferma Ernesto Dalle Rive Presidente Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) – È questa la condizione indispensabile per avviare una imponente raccolta di cibo e altri aiuti su cui le cooperative di consumatori dichiarano sin da ora la loro completa disponibilità, confidando anche in una analoga mobilitazione di tutta la moderna distribuzione”. Roma, 27 giugno 2025

La scelta di Coop Alleanza 3.0, la più grande del sistema, che ha punti vendita in otto regioni: “Non possiamo rimanere indifferenti davanti alle violenze in corso nella Striscia di Gaza”

Appello al Governo per riaprire i corridoi umanitari a Gaza

Coop Alleanza 3.0, la più grande tra le cooperative di consumatori del sistema Coop, toglie dai suoi supermercati alcuni prodotti israeliani e vende la Gaza Cola, i cui ricavati servono a raccogliere fondi per la popolazione palestinese. “Non si può rimanere indifferenti – spiegano dalla cooperativa – davanti alle violenze in corso nella Striscia di Gaza” e al blocco degli aiuti umanitari. Dagli scaffali scompaiono arachidi, tahina prodotta in Israele e gli articoli Sodastream.

La decisione è stata presa dopo il rapporto presentato al cda della commissione etica e l’intervento di alcuni soci attivisti lo scorso 21 giugno. Da un paio di settimane la Coop Alleanza 3.0 – che ha supermercati in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia e Basilicata – ha aderito alla campagna Coop 4 Refugees e ha messo in vendita la Gaza Cola, progetto palestinese nato a Londra nel 2023.

Ora a questo si è aggiunta la scelta simbolica di togliere alcuni prodotti israeliani: “La Cooperativa non può rimanere indifferente – sottolineano da Coop Alleanza 3.0 – davanti alle violenze in corso nella Striscia di Gaza ed è da sempre e senza esitazione al fianco di tutte le forze (enti, istituzioni e associazioni) unite nel chiedere l’immediata cessazione delle operazioni militari. Ed altrettanto ferma è la condanna verso il blocco degli aiuti umanitari destinati alle popolazioni civili della Striscia proclamato dal Governo israeliano”.

Appello al Governo per riaprire i corridoi umanitari

Coop riafferma la propria linea d’azione anche in contesti di guerra: “Dialogo e aiuto” sono i pilastri di riferimento. Da qui l’appello rivolto al Governo italiano affinché si adoperi con il massimo impegno per riaprire i corridoi umanitari verso la Striscia di Gaza. Una condizione che Coop considera indispensabile per l’avvio di una massiccia raccolta di cibo e beni di prima necessità, con la disponibilità piena delle cooperative di consumatori a sostenere l’iniziativa. In tal senso, Coop invita alla mobilitazione l’intera distribuzione moderna, chiedendo un impegno collettivo per l’assistenza alle popolazioni colpite.

LE COOP E GAZA di Mario Capanna

Sappiamo molto bene che la nostra libertà è incompleta senza la libertà dei palestinesi. (N. Mandela)

Aveva felicemente sorpreso la decisione di alcuni supermercati Coop di cessare la vendita di prodotti provenienti da Israele, come gesto di solidarietà concreta con il martoriato popolo palestinese e di condanna, tramite un contrasto attivo, della disumana carneficina perpetrata dallo Stato sionista. Ma poi è intervenuta Coop Italia…, la casa madre.

La scelta derivava da una petizione, firmata da migliaia di soci Coop, dove si sottolineava che “non si può rimanere indifferenti davanti alle violenze in corso nella Striscia si Gaza”. Così furono rimossi dagli scaffali arachidi, salsa Tahina (derivata da semi di sesamo) e i prodotti di SodaStream, importante azienda israeliana di gasatori per rendere frizzante l’acqua naturale. In cambio fu messa in commercio la Gaza Cola, bevanda prodotta da un imprenditore palestinese rifugiato a Londra.

Tutto bene per qualche giorno, poi il famoso… contrordine compagni… E’ accaduto che Coop Italia ha emesso un comunicato ufficiale, affermando che “non spetta alle imprese boicottare Israele”, e il boicottaggio “è una scelta che spetta ai soci e ai consumatori, che rappresentano valori, opinioni e sensibilità inevitabilmente diverse e tutte ugualmente rispettabili”.

Eccolo qui, redivivo, Ponzio Pilato. “Opinioni tutte ugualmente rispettabili”: anche quelle che condividono il massacro di palestinesi, e ovviamente non fanno nulla per impedirlo? Ma, per dio, che roba è questa!?

Coop si era meritata stima per la sua attenzione alle finalità sociali dell’impresa e per la sua sensibilità ai diritti dei popoli oppressi: sperperarla così è semplicemente suicida in termini culturali e politici.

A riprova: Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico, aveva dichiarato subito che la scelta delle Coop era “antisemitismo mascherato”. Gli era venuto di rincalzo Walter Meghnagi, presidente della comunità ebraica di Milano, definendo la decisione delle Coop come “un’azione dal sapore inequivocabilmente antisemita”.

Ecco la solita, insopportabile, falsa tiritera: criticare in modo fattivo la politica dei governi israeliani – quello attuale soprattutto – che hanno il record mondiale di violazioni delle risoluzioni dell’Onu, e dunque sono letteralmente fuorilegge, equivarrebbe all’odio contro gli ebrei in quanto tali. Ma quando mai!

Fanno finta, tutti costoro, di non capire le parole di Edith Bruck, straordinaria ebrea sopravvissuta ai campi di sterminio, che ha affermato giustamente: “Netanyahu sta distruggendo Israele. (…) Le sue scelte hanno suscitato uno tsunami di antisemitismo”.

Per fermare il risorgente antisemitismo, che è un’aberrazione in sé, bisogna togliere di mezzo la sua causa principale, costituita dalla politica omicida di Israele.

Valga l’esempio del Sudafrica. In quel Paese l’apartheid crollò in seguito soprattutto alla vastissima azione di contrasto, boicottaggio e isolamento da parte della società civile sul piano internazionale contro il governo razzista dei bianchi.

Oggi i palestinesi stanno registrando una solidarietà planetaria da parte dei popoli, cui corrisponde la solitudine planetaria di Israele determinata dalle genti di ogni continente.

Non fosse per l’appoggio ignominioso delle cancellerie di Usa e Ue, il regime assassino israeliano di apartheid crollerebbe come quello sudafricano.

E come lì fu liberato, dopo 27 anni di carcere, Nelson Mandela, così Israele sarebbe indotto a liberare Marwan Barghuthi, il leader palestinese capace di galvanizzare il suo popolo e di guidarlo verso la pace.

Cari dirigenti di Coop Italia, essere coerenti spesso costa, lo so bene. Ma questa è una ragione in più per andare avanti, non indietro. Il vostro allineamento a Confindustria è stupefacente.

Spero che rivediate la vostra decisione, almeno lasciando libere le singole Coop di decidere autonomamente. Mario Capanna 5 luglio 2025