L’ Assemblea si è svolta lunedì 9 giugno con la relazione del Presidente dell’Upi, Gabriele Buia

In un Teatro Regio gremito di imprenditori e autorità è stato il direttore dell’Upi, Cesare Azzali, a dare il benvenuto agli ospiti con l’invito alla Corale Verdi di “inaugurare” musicalmente l’assemblea, aprendo con “Libiamo ne’ lieti calici“, il celebre episodio, in tempo di valzer, del primo atto de La Traviata di Giuseppe Verdi e al «Va, pensiero».

I cantanti lirici: Stela Dicusara, Erika Benetti, Federico Bonghi e Daniele Terenzi. Il direttore dell’Upi Cesare Azzali

Dopo la relazione del Presidente Gabriele Buia, è intervenuto il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin.

Il Ministro Gilberto Pichetto Fratin

Dopo è stato il  direttore della Gazzetta di Parma Claudio Rinaldi di intervistare il Presidente nazionale degli Industriali Emanuele Orsini.

Claudio Rinaldi e Emanuele Orsini
L’arrivo a Parma del Presidente Emanuele Orsini intervistato da Adrasto Ferraguti

Gabriele Buia (riconfermato nell’incarico di Presidente dell’Upi),  nel suo intervento ha toccato i temi caldi di questo periodo storico: dazi, energia, burocrazia, sviluppo e sostenibilità.

Il Presidente Upi, Gabriele Buia

Buia ha annunciato che l’Upi sta creando una fondazione per sostenere i giovani nell’inserimento lavorativo.

Era il 28 giugno 1945 quando 19 imprenditori costituirono l’Unione Parmense degli Industria e sociale che direttamente e indirettamente riguardassero l’attività degli associati e tutelarne gli interessi. con lo scopo di studiare e di risolvere i problemi economici

“Senza industria non c’è lavoro e senza lavoro non c’è libertà e dignità per le persone. E le persone sono importanti, a partire dai giovani. Quei giovani su cui l’Unione parmense degli industriali investe, dalle iniziative di formazione a Imprese Aperte“.

«Grazie alla coesione, sintonia e collaborazione di tutti i soggetti che interagiscono sul nostro territorio potremo affrontare le sfide in corso e quelle future». E l’Upi «continuerà ad essere una realtà aperta, un luogo di idee e proposte, di condivisione, non asettica ai bisogni sociali e concreti della città». E proprio in occasione dei suoi 80 anni di storia, l’Upi ha deciso di creare una Fondazione con l’obiettivo di sostenere i giovani più svantaggiati o con problematiche, forte della convinzione che come diceva Roosevelt, non c’è progresso reale in una società che lascia indietro i più deboli”.

In un’epoca di cambiamenti di portata storica, Buia ha rivolto un appello all’Europa a fare «scelte coraggiose» e ad evitare le «pulsioni ideologiche» che in passato hanno portato «a scelte penalizzanti».

C’è la necessità di riconnettersi alle esigenze e aspettative di imprese e cittadini e Buia ha ricordato le parole di Roberta Metsola, presidente del Parlamento Ue, nella sua recente visita a Parma e proprio all’Europa ha chiesto «politiche comuni e condivise sulle grandi questioni» come energia, economia, difesa «per non correre il rischio dell’ininfluenza». «Stare fermi non è un’opzione». A maggior ragione in un’epoca di «guerra dei dazi» trumpiani.

Crescita e criticità

Il contesto nazionale vede un Pil in crescita moderata (+0,6%) e un mercato del lavoro «in costante miglioramento », ha ricordato Buia, aggiungendo però le «criticità significative, tra cui investimenti stagnanti, debolezza del settore industriale e pressioni sul bilancio pubblico». Bisogna stimolare la domanda interna e usare in modo efficiente i fondi del Pnrr, spesi soltanto per un terzo. La produzione industriale cala da 26 mesi consecutivi (-3,5% nel 2024); «Industria 5.0 non sta funzionando, le condizioni per investire sono negative, la domanda è debole, il costo del credito ancora alto, l’incertezza dei mercati è molto elevata». Buia ha invocato «riforme strutturali efficaci» e «un forte piano di investimenti produttivi».

«Va continuata la strategia di diversificazione dell’export ». E serve «uno Stato “amico” delle imprese» e sensibile ai temi caldi. L’energia in primis: Buia ha ricordato che la bolletta dell’industria italiana «supera abbondantemente i 20 miliardi di euro all’anno e le imprese italiane continuano a subire uno “spread energetico” che supera il 35%», con punte dell’ 80% verso alcuni Paesi europei. «Dobbiamo arrivare all’indipendenza energetica»: per questo, sottolinea, bisogna «investire in fonti energetiche alternative e nella ricerca per la fusione nucleare».

Un problema cronico è l’eccesso di burocrazia, che costa alle imprese italiane oltre 50 miliardi di euro all’anno». Il Pnrr può essere «un’occasione, forte l’ultima» per sfuggire alla morsa della burocrazia (e di una giustizia lenta: oltre 500 giorni per una sentenza civile di primo grado scoraggiano gli investitori, ha notato Buia). Di fronte alla crisi degli alloggi in Italia, il presidente ha auspicato che si dia forma concreta al «Piano per l’abitare sostenibile dei lavoratori» proposto da Confindustria al Governo.

ll presidente di Confcommercio Parma, Vittorio Dall’Aglio, col Sindaco di Parma Michele Guerra

L’ Economia parmense

«Il 2024, nonostante il contesto generale, è stato per la nostra industria un anno complessivamente positivo», ha detto Buia: il Pil è al +0,6%, con segnali contrastanti dal manifatturiero: «Alcuni comparti hanno mantenuto una certa stabilità, altri hanno risentito di una diminuzione della domanda». L’export del Parmense nel 2024 è cresciuto del 2,3% a 10,7 miliardi di euro di cui 1,5 mld verso gli Stati Uniti. «Si tratta di un risultato dovuto alla particolare composizione e varietà del tessuto industriale locale unitamente alla innata propensione della nostra imprenditoria ad esportare».

Due fattori chiave per la competitività del territorio? Risorse umane e formazione ha sottolineato  Buia.

L’esigenza di formazione per i giovani ha portato l’Upi a puntare su orientamento scolastico, alternanza scuola-lavoro, apprendistato e Its Academy (attraverso Cisita Parma) e le «Farm». «Stiamo quindi investendo sui giovani  non solo a livello tecnologico e professionale, ma con una particolare attenzione, mi preme sottolinearlo, alle tematiche della sicurezza del lavoro che non si basa solo su strumenti ma soprattutto sulla consapevolezza delle persone». Il presidente ha rivendicato il valore in questo senso di Imprese Aperte (ideato con «Parma io ci sto!» e da quest’anno gestito dall’Upi) e il convegno, svoltosi recentemente su «Stati generali dell’innovazione», sugli sviluppi dell’AI. Le imprese del territorio collaborano in modo costruttivo con istituzioni scolastiche e Università di Parma. Buia si è complimentato col Comune di Parma per il riconoscimento di Capitale europea dei giovani 2027: «Ennesimo traguardo prestigioso che rafforza la “dimensione europea” del nostro capoluogo, unico in Italia, con presenze come quelle dell’Efsa, della Scuola per l’Europa e del Collegio Europeo».

Nel suo discorso Buia ha ringraziato le numerose istituzioni che collaborano con le imprese: da Parma io ci sto! alla Camera di commercio dell’Emilia, Comuni e Provincia, Ausl e Ospedale Maggiore. Tutti nello sforzo «di lavorare insieme per costruire una migliore qualità di vita».

Agli imprenditori di Parma di oggi e di domani – i giovani – il presidente Buia ha rivolto un ringraziamento e un messaggio fondamentale: «Insieme, e solo insieme, possiamo continuare a essere protagonisti del cambiamento, così come lo furono, con la loro visione, i soci fondatori dell’Unione». Lo diceva un imprenditore fiorentino del ‘300 e lo si può ribadire oggi: «Non possiamo fare impresa senza la passione, la conoscenza e la possibilità di poter fare. Sono i nostri punti di forza».

La relazione integrale del Presidente dell’Upi Gabriele Buia

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