Coldiretti, Agri-Gelaterie sempre più diffuse e innovative

Con i dati Covid in miglioramento, gli italiani si lasciano andare ai piaceri mancati nel tempo come quello di gustare un buon gelato, tanto che coppette e coni hanno segnato il record di consumi nel week-end.

E’ quanto nota Coldiretti Veneto, sottolineando che, tra le 39mila gelaterie nazionali che danno lavoro a 75mila addetti, spiccano le agri-gelaterie messe in piedi dalle aziende agricole per offrire un prodotto a km 0, da offrire in spazi verdi all’aperto.

Le agri-gelaterie sono presenti soprattutto nel bellunese ma anche in provincia di Verona.

Segni caratteristici: la presenza di una stalla che dà il latte e soprattutto di giovani che hanno sviluppato la diversificazione aziendale.  Vaschette e confezioni ai gusti tipici legati alla stagionalità possono arrivare direttamente a casa: è il caso del servizio dei ragazzi di Rio Storto che servono l’alta padovana con la loro apecar griffata “Picatabari”, promuovendo le “specialità della casa” che incontrano le attese dei diverse target di consumatori, tradizionale, esterofilo, naturalista, dietetico o vegano.

Si possono incontrare anche nelle piazze,  come ieri in occasione della Festa della Mamma a Camposampiero dove Coldiretti Veneto ha organizzato l’evento solidale #solodalcuore per raccogliere fondi a favore del Cuamm Medici con l’Africa per la costruzione di un reparto di maternità a Rumbek, in Sud Sudan.

L’ apecar con gli agri-gelati, in concorso anche per l’Oscar Green, il premio per l’innovazione in agricoltura, è di una realtà familiare agricola di Santa Giustina in Colle (Pd) “Rio Storto”, composta da otto neo imprenditori agricoli – zia e sette nipoti –  che gestiscono campi, animali e lo spaccio dove i clienti possono trovare anche una varietà di formaggi e ampia gamma di insaccati.

Negli ultimi anni – nota Coldiretti – si è registrato un vero e proprio boom delle agri-gelaterie artigianali che garantiscono la provenienza della materia prima dalla stalla alla coppetta con gusti che vanno dal latte di asina a quello di capra, fino alla bufala. E quest’anno è arrivato anche quello di latte di pecora. Una spinta che ha favorito la creatività nella scelta di ingredienti che valorizzano i primati di varietà e qualità della produzione agroalimentare nazionale, dal gusto di basilico fino al prosecco.

A pesare sul settore – precisa la Coldiretti – è stata sicuramente l’assenza nel 2020 di 57 milioni di turisti stranieri che sono tradizionalmente i più entusiasti consumatori del gelato Made in Italy. In controtendenza, il boom delle consegne a domicilio, che tuttavia non riesce certamente a compensare il forte calo del consumi al tavolo e da asporto.

Una situazione di difficoltà che si è ripercosso a cascata sull’intera filiera, poiché nelle gelaterie italiane vengono utilizzati 220 milioni di litri di latte, 64 milioni di chili di zuccheri, 21 milioni di chili di frutta fresca e 29 milioni di chili di altri prodotti durante l’anno, con un evidente impatto sulle imprese fornitrici impegnate a garantire ingredienti di qualità.

In questo contesto è importante l’annuncio delle riaperture al turismo nazionale e straniero dalla prossima settimana – conclude Coldiretti – per sostenere con la primavera il consumo di coni e coppette in una situazione in cui, con il cambiamento climatico, si sta peraltro verificando una sempre più marcata tendenza alla destagionalizzazione degli acquisti.