Dopo lunghi mesi in cui la cosiddetta Legge sul bio” era rimasta ferma tra i banchi del Senato in attesa di valutazione, lo scorso gennaio era finalmente ‘passato al vaglio’ della Commissione Agricoltura di Palazzo Madama; ieri un nuovo passo verso l’approvazione definitiva. Con 195 voti a favore, uno contrario ed un astenuto, il Senato ha approvato il Disegno di legge n. 988 Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico”

Ora il testo torna alla Camera per la terza lettura, essendo state introdotte alcune modifiche rispetto a quello licenziato da Montecitorio in prima battuta, ma dovrebbe essere  – e il condizionale è d’obbligo – solo un passaggio formale.

La principale modifica introdotta è stato un articolo aggiuntivo, contenente una delega al governo per emanare entro 18 mesi uno o più decreti legislativi per “procedere a una revisione della normativa in materia di armonizzazione e razionalizzazione sui controlli per la produzione agricola e agroalimentare biologica”. Questi decreti legislativi dovranno “provvedere a migliorare le garanzie di terzietà dei soggetti autorizzati al controllo, eventualmente anche attraverso una ridefinizione delle deleghe al controllo concesse dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, e a rivedere l’impianto del sistema sanzionatorio connesso”.

L’unico punto che ha diviso l’Aula del Senato è stata l’equiparazione, prevista dal testo, dell’agricoltura biodinamica a quella biologica.

La senatrice a vita Elena Cattaneo ha presentato due emendamenti, poi bocciati, per espungere tale equiparazione. Cattaneo ha criticato la scelta definendo l’agricoltura biodinamica “una pratica esoterica e stregonesca” priva di basi scientifiche. Cattaneo, che ha poi votato contro il ddl, ha fatto un parallelo tra l’agricoltura biodinamica e Stamina. Anche Elena Fattori (Leu) ha espresso le stesse critiche, astenendosi nel voto finale. Contro l’agricoltura biodinamica anche Fdi, che ha però votato a favore del disegno di legge valutandone la positività nel suo insieme.

La legge sul biologico è uno strumento normativo fondamentale per supportare la transizione agroecologica e permettere di allineare l’Italia agli obiettivi ambiziosi del Green Deal europeo e delle strategie F2F e Biodiversità 2030, che puntano a triplicare la superficie coltivata a biologico e a ridurre del 50% l’uso di pesticidi e antibiotici e del 20% quello dei fertilizzanti entro il 2030.

Per quanto riguarda le novità introdotte, tra i provvedimenti più attesi dagli operatori del settore, la possibilità di registrare il marchio biologico “made in Italy”, di istituire distretti biologici che consentano di sviluppare l’agricoltura e l’economia dei territori rurali e di adottare un Piano nazionale per sostenere lo sviluppo del biologico italiano come metodo avanzato dell’approccio agroecologico.

Assobio esprime soddisfazione e ringrazia le forze politiche

L’Italia è leader in Europa per numero di operatori, aziende agricole e terreni coltivati e questo è un vantaggio che ora il nostro Paese potrà mantenere e incrementare.

Esprimiamo viva soddisfazione per l’approvazione definitiva del disegno di legge sul biologico – afferma Roberto Zanoni, presidente di AssoBio – e siamo soprattutto gratificati dal fatto che tutti i partiti abbiano mostrato grande compattezza votando favorevolmente in modo bipartisan. Questo significa che anche il mondo politico ha compreso l’importanza della proposta della Commissione Europea e il valore di un comparto che rappresenta uno dei fiori all’occhiello del settore agricolo italiano. Con il 15,8% dei terreni coltivati biologicamente, l’Italia si classifica prima nazione europea per esportazioni e seconda al mondo. I consumatori preferiscono i prodotti biologici perché ottenuti preservando la salute del suolo e dell’ambiente. Adesso dobbiamo lavorare per far crescere i consumi che in Italia sono ancora limitati se confrontati con quelli francesi o tedeschi, con una spesa pro capite di poco superiore a 60 €. A tal proposito, è importante investire in informazione e comunicazione, a partire dalle Scuole dell’obbligo, fino all’Università e al mondo della Ricerca”.

Il commento di Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura biodinamica

L’agricoltura biodinamica è un modello sostenibile e redditizio: se era già un dato di fatto, ora è anche riconosciuto per legge. Ai senatori che hanno approvato all’unanimità la legge sul biologico va il plauso di aver riconosciuto i meriti storici e produttivi anche del metodo biodinamico, un vero asset per supportare la transizione ecologica dell’Italia nel contesto Ue del Green Deal UE a condizione di istituire corsi di laurea e progetti di ricerca in biodinamica”. Così Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, ha commentato l’approvazione del disegno di legge 988 sull’agricoltura con metodo biologico, avvenuta all’unanimità al Senato.

È ora necessario dare il via, anche in Italia, -ha detto Triarico- a corsi di laurea e scuole di alta formazione in agricoltura biodinamica, nonché a programmi di ricerca scientifica, come già avviene nei principali paesi europei: il Paese potrà cogliere questa e altre opportunità di cambiamento strategico per rendere i sistemi agricoli e alimentari protagonisti di una transizione in senso più ‘verde’, biologico e sostenibile, anche in merito al lavoro degli agricoltori”.