Tra i vincitori del prestigioso riconoscimento, anche l’editorialista di Repubblica. Tra gli altri premiati Paolo Giordano, Anna Zafesova, Siegmund Ginzberg, Thomas Mackinson e Sabrina Giannini
Il Premiolino, il più antico e autorevole riconoscimento italiano dedicato all’informazione, arrivato alla sua 65ª edizione, è stato assegnato a Luigi Manconi, editorialista de La Repubblica.
Insieme a lui lo hanno vinto Paolo Giordano (Corriere della Sera), Anna Zafesova (La Stampa), Siegmund Ginzberg (Il Foglio), Thomas Mackinson (Il Fatto Quotidiano) e Sabrina Giannini (Rai 3). La giuria del premio, sostenuto da Pirelli, ha selezionato «sei giornalisti-editorialisti che si sono contraddistinti per qualità narrativa, rigore professionale e impegno civile».
La giuria del Premiolino, ha deciso di onorare la memoria di Viktorija Rošyna, la giornalista ucraina barbaramente torturata e uccisa per i suoi reportage, con una menzione speciale.
Le vincitrici del Premio Pirelli per la Scuola 2025 sono Gianna Fregonara e Orsola Riva (Corriere della Sera). «In un tempo di poca memoria, crescente indifferenza e oscuri orizzonti – dice Chiara Beria di Argentine, presidente della giuria – arrivare alla 65esima edizione del Premiolino – basato sull’impegno volontario e appassionato di una giuria composta, come vollero i fondatori, da giornalisti già vincitori del premio e con il sostegno dal 2023 di Pirelli – è un traguardo assai prezioso. Quest’anno la giuria ha voluto prima di tutto denunciare il terribile prezzo pagato nel 2024. Un anno nero per la pace e per l’informazione: mai dal dopoguerra tanti giornalisti vittime sui fronti dei conflitti, soprattutto in Ucraina e a Gaza, hanno perso la vita per testimoniare indicibili atrocità. In particolare, la giuria rivolge un pensiero commosso alla memoria di Viktorija Rošyna, la giornalista della testata Ukraïns’ka Pravda, torturata e uccisa a Enerhodar».
Secondo la classifica sulla libertà di stampa di Reporters sans Frontières, «l’Italia sarebbe scesa dal 46simo al 49simo posto non solo per la morsa in alcune regioni delle organizzazioni criminali ma anche per lacci e lacciuoli politici. Senza contare poi il crescente diffondersi di fake news via social. In questo scenario la giuria ha voluto soprattutto premiare articoli, inchieste, reportage, approfondimenti che aiutino i cittadini-lettori a formarsi opinioni non precostituite o di parte». «Viviamo una stagione in cui è indispensabile investire ancor più che in passato sulla scuola, sulla formazione continua, sugli strumenti che consentano una sempre più profonda comprensione delle realtà in cambiamento. Il senso del Premio Pirelli dedicato all’informazione di qualità sui temi della scuola è proprio questo» dice Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo di Pirelli.
La cerimonia di premiazione si terrà a Milano, al piccola Teatro Grassi, il 29 settembre. Nel corso della serata saranno consegnati i premi ai vincitori, che includono un riconoscimento in denaro e la tradizionale pergamena di grande valore artistico ideata dall’artista Riccardo Manzi in occasione della prima edizione del Premio.
Fondato nel 1960 da un gruppo di grandi firme del giornalismo milanese – tra cui Luigi Barzini Jr, Enrico Emanuelli, Paolo Monelli, Indro Montanelli, Orio Vergani ed Enzo Biagi – il Premiolino è oggi uno dei più ambiti riconoscimenti per chi pratica l’informazione con integrità e spirito critico. La giuria 2025 è composta da: Chiara Beria di Argentine (presidente), Piero Colaprico (vicepresidente), Giulio Anselmi, Antonio Calabrò, Francesco Costa, Ferruccio de Bortoli, Mattia Feltri, Milena Gabanelli, Enrico Mentana, Donata Righetti, Beppe Severgnini, Gian Antonio Stella, Benedetta Tobagi, Carlo Verdelli.

Manconi impegno in Lotta Continua e critico di cinema, letteratura e musica
Tra il 1969 e il 1975 ha militato in Lotta Continua, inizialmente come redattore dell’omonimo settimanale. Nel 1973 la rivista Quaderni Piacentini pubblicò una «lettera di un compagno di Lotta Continua», a firma Marcello Manconi. Uno pseudonimo che, oltre alla responsabilità individuale di Manconi, richiamava la condivisione delle sue opinioni da parte di settori di Lotta Continua a proposito della legittimità di forme di «violenza rivoluzionaria»[5]. Quella posizione, negli anni successivi, venne radicalmente criticata dagli stessi autori in vari scritti e, in particolare, in La violenza e la politica, con prefazione e cura di Luigi Manconi, pubblicato da Savelli nel 1979. Negli stessi anni e fino al 1980 Manconi ha scritto sulla rivista Ombre rosse, diretta da Goffredo Fofi, come critico cinematografico e letterario, diventandone poi condirettore.
Nel 1994, da indipendente, Manconi fu eletto senatore nelle liste della Federazione dei Verdi, e nuovamente eletto nella successiva legislatura (1996-2001). Partecipò ai lavori di numerose commissioni sulle tematiche che, da sempre, connotano la sua militanza e le sue attività di ricerca: la giustizia e il garantismo, le libertà individuali e i diritti sociali, l’autonomia della persona e le “questioni di vita e di morte” (dalla libertà di cura e di ricerca al testamento biologico).
Dal novembre del 1996 al giugno del 1999 è stato portavoce nazionale dei Verdi, impostando il programma del movimento sulla combinazione tra tematiche ambientali e diritti civili. Dopo la sconfitta alle elezioni europee del 1999 Manconi diede immediatamente le dimissioni da portavoce nazionale e venne sostituito da Grazia Francescato.