Degustazioni, talk e spettacoli hanno animato la tre giorni della manifestazione organizzata da VITICA-Consorzio Tutela Vini Caserta per la promozione delle Doc e delle Igt del territorio
Oltre seimila appassionati e addetti ai lavori hanno partecipato alla Reggia di Caserta alla quarta edizione di “Terra di Lavoro Wines”, realizzata dalla partnership tra Reggia di Caserta, guidata dal direttore Tiziana Maffei, e VITICA- Consorzio tutela vini Caserta. Tanti gli appuntamenti di una tre giorni serrata che ha visto più che raddoppiate le presenze rispetto al 2024.

Al centro del proscenio Aversa Asprinio DOC, Falerno del Massico DOC, Galluccio DOC, Roccamonfina IGT e Terre del Volturno IGT. Le denominazioni d’origine tutelate da VITICA, protagoniste delle degustazioni e dei racconti degli uomini del vino, veri custodi del territorio, hanno impreziosito una manifestazione ricca di momenti di riflessione e momenti di intrattenimento con le performance teatrali di OfficinaTeatro APS e la musica di Ivana Muscoso Trio e Stessy’s Mood .
«Da Tommaso De Simone, presidente di UnionCamere, abbiamo avuto l’impegno a sollecitare la determinazione del prezzo medio delle uve da vino da parte delle Camere di Commercio. Un tassello importante – ha osservato Cesare Avenia, presidente di VITICA – raggiunto dal nostro Consorzio di cui beneficerà tutto il mondo del vino. Un impegno di grande valore che contribuirà a risolvere una delle criticità sentita dai produttori di vino per risolvere i problemi derivatidalle pratiche commerciali sleali (PCS)”. “Segnalo anche l’impegno – ha aggiunto Avenia -,sul quale abbiamo trovato la disponibilità di Marco Cerreto, membro della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, a rivalutare la “cambiale agraria”, trasformandola in strumento di pagamento a titolo definitivo».
Tanti gli stimoli e le provocazioni di una manifestazione che, ha sottolineato Avenia, «ha raggiunto l’obiettivo di portare appassionati, esperti, giornalisti e aziende a confrontarsi sul presente e il futuro del mondo del vino». E proprio Marco Cerreto ha lanciato l’allarme sul rischio che le politiche comunitarie limitino, a esempio, la promozione del vino rosso e riducano i fondi destinati alla Politica Agricola Comune. Sulla stessa linea Nicola Caputo, assessore uscente all’Agricoltura della Regione Campania e già presidente di VITICA. Ricordato il lavoro svolto negli ultimi anni per valorizzare l’agricoltura come perno dello sviluppo regionale, Caputo ha insistito sulla necessità di evitare che la fusione dei fondi europei in un unico strumento penalizzi il settore e, in particolare, le aziende del Meridione d’Italia.
Il confronto si è sviluppato anche sui social, grazie al contest che chiedeva di indicare i ristoranti e le pizzerie la cui carta dei vini meglio rappresenta il patrimonio vitivinicolo di Terra di Lavoro. Migliaia le segnalazioni arrivate. Tra esse la giuria ha confermato il ristorante “Antica Hostaria Massa dal 1848”e la pizzeria “Sunrise” di Caserta e, fuori provincia, il ristorante “Locanda Radici” di Melizzano (BN). A loro il Premio Maria Felicia Brini, dedicato alla memoria della lungimirante imprenditrice vitivinicola, membro del consiglio di VITICA. A consegnare l’ambito riconoscimento, Fabrizio Fiorenza, marito di Maria Felicia Brini, e Cesare Avenia.
Terra di Lavoro Wine ha guardato al futuro grazie a quattro forum tematici, arricchiti da contributi tecnici importanti.

Sostenibilità e cambiamenti climatici sono stati il punto di partenza con gli interventi del professor Ettore Capri, Università Cattolica del Sacro Cuore, e della professoressa Simona Vingiani, Università degli Studi di Napoli Federico II, che ha approfondito il tema della zonazione pedologica come utile strumento in aiuto della produzione e del marketing territoriale. In questo forum, moderato dalla giornalista Antonella Amodio, sono state approfondite soluzioni innovative, dal packaging con Alessandro Marra di Slow Wine, all’energia sostenibile con Augusto Storti, Responsabile Clienti Top Business e Associazioni Dolomiti Energia, sino a tutte le opportunità offerte dalle tecnologie della informazione e della comunicazione (ICT) con Carmine Lausi per La Cucina Campana, startup di settore. L’obiettivo è trasformare l’esperienza tradizionale del vino in un percorso più immersivo, personalizzato, efficiente e misurabile, creando un legame duraturo tra il consumatore e il brand della cantina. Spazio dunque a marketing digitale, nuovo enoturismo con realtà aumentata e virtuale e tracciabilità del prodotto.
Il tasto dolente dell’evoluzione dei consumi è stato al centro del talk condotto dalla giornalista Floriana Schiano Moriello. Continuando sul filone della sostenibilità, puntando ai vini e territori sostenibili, ha aperto il talk l’architetto Maria Dei Svaldi: «La sostenibilità nel vino non è solo una somma di buone pratiche, ma un linguaggio comune tra chi produce e chi vive il territorio, inteso come comunità e turisti. Dunque la sostenibilità non solo come indicatore ambientale ma anche nella qualità delle relazioni e nella capacità di raccontarle in modo credibile». «Siamo passati dal quartino a pranzo – ha evidenziato Antonio Paparella del Dipartimento di Agraria della “Federico II” di Napoli – al calice del venerdì sera. Negli ultimi cinquanta anni, in Italia, il consumo di alcool è sceso del 60% per il cambiamento degli stili di vita. Occorre cogliere le opportunità offerte, in controtendenza, da spumanti e rosati, dai mercati emergenti di India e Brasile e dai prodotti no/low alcool, che comunque aprono a un nuovo mercato in quanto avvicinano alla nuova bevanda comunità che non consumano generalmente vino e magari astemi”. “Il futuro del vino – ha concluso Paparella – è nella costruzione di un linguaggio capace di rendere il vino accessibile e inclusivo nello stile di vita delle nuove generazioni». E proprio sul coinvolgimento dei giovani attraverso il visual storytelling si è soffermato Elvio Ancona, responsabile del Centro Studi “PR – Comunicare il Vino”.
Ancora il tema della contrazione del mercato interno e della ricerca dei nuovi mercati è stato al centro del terzo forum condotto da Cesare Avenia e Antonella Amodio, con gli interventi, tra gli altri, di Enrico Bonetti, dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, e di Tiziana Sarnari, Analista ISMEA. Di rilievo i dati forniti. Al nono posto tra le regioni italiane per impatto economico della DOP economy, è il food più che il vino a trainare il settore, con prevalenza di formaggi e pasta. Chiare le indicazioni per risalire la china: una comunicazione meno “datata”, basata sulla condivisione di esperienze e sulla sensazione di autenticità offerta dai vini a indicazione geografica, in particolare quelli tutelati da consorzi efficienti. Con Davide Gangi di Vinoway è stato affrontato il futuro e le sfide del mercato vitivinicolo con una riflessione sulle autoctonie.
Nel quarto talk, coordinato dal giornalista Luciano Pignataro, è toccato a Tommaso Luongo, delegato regionale Associazione Italiana Sommelier, il compito di indagare a fondo sulle tecniche di degustazione non convenzionali. Attenzione, infine, al caleidoscopico mondo della mixology, da sempre affine a quello del vino, individuato come alleato possibile per aprire un canale di comunicazione con le giovani generazioni grazie agli interventi di esperti del settore come Renato Pinfildi Pintildi e Michele Picone, accompagnati da Gianluca Vitiello, founder di Winestour VR.
«Chiudiamo questa quarta edizione di Terra di Lavoro Wines- ha concluso Cesare Avenia– soddisfatti per la riuscita della manifestazione ma, soprattutto, per la vivacità di questo comparto in provincia di Caserta. Raccogliamo indicazioni utili non solo per noi ma per l’intero mondo del vino italiano. Da domani si riparte, con l’obiettivo di fare di “Terra di Lavoro Wines” un evento che valorizzi la storia e la qualità dei vini delle nostre indicazioni geografiche».
Terra di Lavoro Wines è finanziato con SRG10 del Contratto di Sviluppo Rurale (CSR) Campania 2023-2027, tramite un bando approvato con il Decreto Dirigenziale n. 406 del 1° luglio 2024 e successive modificazioni e integrazioni e si pone come esperienza pilota, anche oltre le frontiere regionali, per la promozione della cultura e dell’economia del vino.
