Agire a livello europeo per tutelare la nostra produzione agroalimentare e per rafforzare filiere fondamentali per il territorio ma anche per la città, sia sotto il profilo economico che per la capacità di veicolare in tutto il mondo un nome, quello di Parma, che è sinonimo di eccellenza: Parma è infatti al primo posto tra le province italiane per impatto economico delle DOP e IGP e conferma, anno dopo anno il successo di un modello produttivo che punta sulla qualità di filiere e prodotti”.

Così il candidato sindaco della coalizione “Uniti vince Parma” Michele Guerra ha avviato la tavola rotonda “Agroalimentare d’eccellenza, da Parma all’Europa con l’europarlamentare Paolo De Castro, relatore presso il Parlamento Europeo della revisione del “Regolamento dei sistemi delle Identificazioni Geografiche dell’UE per i prodotti agricoli e alimentari”, un appuntamento al quale sono stati invitati i presidenti dei principali consorzi di tutela dei prodotti DOP e IGP della provincia di Parma, presenti anche i rappresentanti della associazioni agricole Coldiretti, Confagricoltura, Confederazione Italiana Agricoltori, il presidente della Provincia di Parma Andrea Massari, insieme a svariati sindaci e amministratori locali.

Per i consorzi hanno partecipato Nicola Bertinelli per il Parmigiano-Reggiano, Alessandro Utini per il Prosciutto di Parma, Umberto Boschi per il Salame di Felino, Fabrizio Aschieri per la Coppa di Parma, Maurizio Dodi per i Vini dei colli di Parma, Alberto Figna per Agugiaro & Figna Molini.

Quello della tutela delle Denominazioni di Origine Protetta e delle Indicazioni Geografiche è infatti un tema di livello europeo, di stretto interesse per chi dovrà guidare il Comune di Parma nei prossimi anni. “La nostra produzione agroalimentare è basata sulla qualità, ed oggi va difesa contro il rischio di una omologazione agricola – ha proseguito Guerra – Nella riforma del regolamento occorre salvaguardare e tutelare l’intero sistema produttivo dai rischi che possono generare l’omologazione alimentare, i sistemi di etichettatura fuorvianti come il Nutriscore, le fake news, i tentativi di imitazione sia sui mercati comunitari che su quelli terzi”.