Si è conclusa la XIX edizione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione svoltosi a Villa Miani a Roma. Eccovi le ultimissime notizie sul summit promosso da Coldiretti.

Etichette a colori, bocciate l’85% delle Dop e Igp made in Italy

Dall’olio extravergine d’oliva al Parmigiano Reggiano, dal Prosciutto di Parma al Gorgonzola fino al salame di Varzi sono solo alcuni dei prodotti di qualità del Made in Italy a tavola bocciati senza appello dall’etichetta a colori che sta avanzando in Europa, dal Nutriscore francese a quella a semaforo inglese.

La  Coldiretti durante il Forum romano ha allestito la prima tavola delle eccellenze agroalimentari italiane che potrebbero sparire dalle tavole mondiali se dovessero affermarsi le nuove etichette a colori che escludono paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole, per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.

Si tratta di etichette a colori che, è stato sottolineato al Forum Coldiretti, si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia, senza tenere conto delle porzioni. L’equilibrio nutrizionale non va ricercato nel singolo prodotto ma nell’equilibrio tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e per questo non sono accettabili etichette semplicistiche che allarmano o scoraggiano il consumo di uno specifico prodotto.

L’etichetta nutrizionale a colori boccia peraltro ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp) che la stessa Ue dovrebbe invece tutelare e valorizzare soprattutto nel tempo del Covid. Si tratta di prodotti, soprattutto formaggi e salumi, che sono il frutto del lavoro di generazioni la cui ricetta non può essere cambiata.

Anche Gustoh24 continuerà a sostenere questa battaglia contro il Nutriscore che ha visto in questo ultimo periodo allargarsi il fronte dei Paesi contrari nella Ue con perplessità che stanno crescendo in Spagna, dove il Senato con una mozione della commissione salute e consumo ha chiesto al Governo di bloccare l’adozione del Nutriscore, che provocherebbe “incertezza negli operatori del settore agroalimentare e confusione nel consumatore”, soprattutto per l’opposizione dei produttori di olio di oliva, e in Francia dove sotto la pressione di produttori di formaggio il ministro dell’Agricoltura ha dichiarato che “è necessaria una revisione della metodologia su cui si basa il sistema, perché determina classificazioni che non sono necessariamente conformi alle abitudini alimentari”.

L’Italia si sta muovendo con intelligenza per rafforzare ulteriormente una coalizione a supporto di un sistema armonizzato, che sia diverso dal Nutriscore e che vada a rivedere alcuni dei principi e idee alla base del sistema francese, supportata anche formalmente al momento da Repubblica Ceca, Romania, Cipro, Grecia e Ungheria. “Ora la battaglia si sposta in Europaconclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – per evitare un grave danno per il sistema agroalimentare italiano, proprio in un momento in cui potrebbe essere l’elemento di traino di un piano strategico di internazionalizzazione per far crescere la presenza del Made in Italy sui mercati stranieri”.

Paolo De Castro a “Mi manda Rai3”

Nutriscore algoritmo valido solo per prodotti dello stesso settore. Ma il consumatore alla vista di un bollino rosso si scoraggia! 
‼️Noi con #etichettanutrizionale🇪🇺 vogliamo informare non condizionare
🎬Il  commento di Paolo De Castro a MimandaRai3

Fs e Coldiretti insieme per rafforzare filiera agroalimentare

Ettore Prandini, e Luigi Ferraris

Rafforzare il ruolo della ferrovia come infrastruttura logistica strumentale e funzionale allo sviluppo sostenibile della filiera agroalimentare, programmi innovativi sull’uso di sostanze ecologiche da bioeconomia circolare lungo i binari, rigenerazione del patrimonio immobiliare per mercati contadini di Campagna Amica, utilizzo di terreni prossimi alle ferrovie e alle strade per impianti di produzione di energie rinnovabili al posto di terreni agricoli.

Sono alcuni degli obiettivi previsti nell’ambito di un accordo presentato da Coldiretti e Gruppo FS Italiane al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Villa Miani a Roma. L’intesa, sottoscritta dal presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, e da Luigi Ferraris, Amministratore Delegato del Gruppo FS Italiane, prevede una serie di progetti a tutto campo, nell’ottica di un modello di sviluppo collaborativo e sostenibile.

Tra le ipotesi allo studio c’è quella di ospitare negli edifici dismessi o nelle piccole e medie stazioni farmers market ma anche fiere ed eventi e quella di verificare anche con altri partner, della possibilità di utilizzare spazi o terreni oggi al servizio delle infrastrutture di trasporto per la produzione di energia green e fotovoltaica, evitando così di sottrarre risorse utili al settore agricolo nazionale. Un’ulteriore tema è la definizione di programmi innovativi sull’utilizzo di sostanze da chimica verde nei terreni di reciproca competenza, come le aree prossime ai binari.

L’obiettivo è di mantenere efficienti i 17mila chilometri della rete ferroviaria in modo ecologico e sicuro attraverso lo studio e il test di prodotti totalmente green, biodegradabili nel suolo che non generino residui nel terreno o nelle piante trattate. L’intesa prevede inoltre lo studio di possibili soluzioni logistiche integrate per le filiere agro alimentari, soprattutto verso la Germania, di soluzioni infrastrutturali al servizio della logistica agroalimentare nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e possibili accordi di fornitura di prodotti agroalimentari per le aziende.

#Nofakefood: una campagna contro l’agropirateria

Tappa al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione per la campagna nazionale #noFakeFood promossa da Alfonso Pecoraro Scanio, paladino dell’identità territoriale che ha condotto, tra l’altro, la battaglia per ottenere il riconoscimento della pizza napoletana come patrimonio dell’Unesco.

La campagna, che prosegue in tutta Italia, ha visto numerose adesioni durante il forum di Roma, come dimostrano anche alcune foto qui sotto. Tutti si sono trovati d’accordo sulla necessità di contrastare adeguatamente l’agropirateria, un fenomeno sempre più diffuso e misconosciuto. E’ stato anche spiegato che dopo il traffico di droga l’agropirateria è il core-business delle mafie. Proprio per questo motivo la battaglia #noFakeFood continuerà per la difesa e la promozione dei prodotti made in Italy.

Giorgio Calabrese e Alfonso Pecoraro Scanio
Nicola Bertinelli e Alfonso Pecoraro Scanio
Alfonso Pecoraro Scanio e Giuseppe Ruocco, già direttore generale del ministero della salute

Le altre notizie dal Forum internazionale di Coldiretti

Dal primo Rapporto Coldiretti/Censis sulle abitudini alimentari degli italiani nel post Covid emerge che nei prossimi mesi ci saranno almeno 4,8 milioni di italiani a rischio povertà alimentare. (Leggere qui su Gustoh24)-

La black list dei cibi più pericolosi che arrivano sulle tavole degli italiani

In Italia è scattato quasi un allarme alimentare al giorno con ben 297 notifiche inviate all’Unione Europea durante il 2020, delle quali solo 56 (19%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale, mentre 160 provenivano da altri Stati dell’Unione Europea (54%) e 81 da Paesi extracomunitari (27%). E’ quanto emerge dal dossier Coldiretti su “La black list dei cibi più pericolosi” presentato dalla Coldiretti al  Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’alimentazione sulla base delle rilevazioni dell’ultimo rapporto del Sistema di allerta rapido europeo (RASFF), che registra gli allarmi per rischi alimentari verificati a causa di residui chimici, micotossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti nell’Unione Europea nel 2020.

In Italia oltre otto allarmi alimentari su dieci sono dunque scattati a causa di cibi pericolosi provenienti dall’estero (81%).

Dai semi di sesamo dell’India di moda per le insalatone salutiste alla carne di pollo low cost dalla Polonia, dalla frutta e verdura turca al pepe nero brasiliano salgono sul podio della “black list” dei prodotti alimentari più pericolosi per la salute rilevati nella Ue, nella quale rientrano anche le arachidi da Usa e Argentina, i pistacchi turchi ed iraniani e le ostriche francesi, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Rassf. In generale in testa alla classifica dei Paesi dai quali giungono i cibi più contaminati ci sono l’India, responsabile del 12% degli allarmi alimentari scattati in Europa, la Turchia con il 10% e la Polonia (10%) ma preoccupazioni – continua la Coldiretti – arrivano anche dalla Francia (6%), dall’Olanda (6%) e dalla Cina (6%).

Un’emergenza quindi che non riguarda solo i Paesi in via di sviluppo ma che, per effetto della globalizzazione degli scambi e della competizione al ribasso sui prezzi, si estende anche a quelli più ricchi. I pericoli maggiori – continua la Coldiretti – sono venuti dai semi di sesamo dell’India, molto di moda nelle insalate salutistiche, a causa della presenza di ossido di etilene, e dalla carne di pollo polacca con la salmonella, ma sul podio del rischio c’è anche la frutta e verdura importata dalla Turchia per la presenza di residui di pesticidi. Nella black list alimentare – precisa la Coldiretti – ci sono poi il pepe nero brasiliano a rischio salmonella, i fichi secchi dalla Turchia per l’elevato contenuto in aflatossine cancerogene come pure le arachidi da Usa e Argentina, i pistacchi turchi ed iraniani mentre le ostriche francesi sono state individuate contaminazioni da norovirus responsabili di gastroenteriti.

Non si tratta peraltro di quantità trascurabili con l’Italia che ha importato 7 milioni di euro di semi di sesamo dall’India nel 2020 per un totale di quasi 5 milioni di chili mentre dalla Polonia sono arrivati ben 14 milioni di chili di carne di pollo per un importo di oltre 20 milioni di euro e l’importazione di frutta e verdura dalla Turchia ha raggiunto addirittura 416 milioni di euro, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat.

Non sorprende dunque che l’87% degli italiani voglia il divieto di ingresso nei mercati nazionali dei prodotti provenienti da paesi privi di regole sociali, di sicurezza e sanitarie analoghe a quelle italiane e della Ue, secondo l’analisi Coldiretti/Censis. Secondo la stragrande maggioranza dei cittadini è inutile imporre alle imprese italiane leggi sempre più severe se poi si consente ad imprese spregiudicate o a interi settori produttivi di altri paesi senza legislazioni analoghe di invadere il mercato italiano con prezzi stracciati, magari sfruttando il ricorso a lavoro semischiavistico o minorile o, anche, a produzioni senza rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale.

Occorre garantire che le importazioni di prodotti da paesi terzi rispettino gli stessi standard sociali, sanitari e ambientali delle produzioni italiane ed europeeafferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza che l’Ue assicuri il principio di reciprocità nei rapporti commerciali.

 I CIBI PIU’ PERICOLOSI                         PAESE                      MOTIVAZIONE

·                     semi di sesamo (296 casi)                        India                           Ossido di etilene

·                     carne di pollo (273)                                    Polonia                     Salmonella

·                     frutta e verdura (190)                                 Turchia                      Pesticidi

·                     pepe nero (61)                                            Brasile                       Salmonella

·                     fichi secchi (58)                                          Turchia                      Aflatossine

·                     arachidi (49)                                                Usa                            Aflatossine

·                     Pistacchi (39)                                              Turchia                      Aflatossine

·                     Ostriche (33)                                               Francia                      Norovirus

·                     Pistacchi (29)                                              Iran                            Aflatossine

·                     Arachidi (29)                                               Argentina                  Aflatossine

Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Rapporto Rassf 2021