Waiter serving in motion on duty in restaurant. The waiter carries dishes

Si è svolta al Tempio di Adriano l’assemblea Fipe – Confcommercio: “Ristorazione, agroalimentare e turismo: un patto per il Paese”.

Nel corso dell’appuntamento è stata firmata una “carta dei valori” della ristorazione italiana per rilanciare la filiera agroalimentare. Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha confermato che nel 2021 la crescita del Pil dell’Italia si attesterà al 6%, ma per recuperare nel 2022 i livelli prepandemici del 2019 che era già un anno debole per crescita rispetto al 2017.

Per i consumi bisognerà invece attendere il 2023 e ci sono due pericoli: “L’inflazione e l’aumento delle spese obbligate rischiano di ridurre i consumi nei prossimi mesi. Non c’è una formula magica, ma una buona ricetta per la crescita esiste ed è quella che riassumo con quattro ‘C’, come le vitamine per l’economia: collaborazione, competenze, cultura e coraggio”.

All’evento era presente anche il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, che ha ribadito l’importanza di “spendere bene, velocemente e in maniera efficace” i fondi del Pnrr e ha annunciato un importante evento: “Per la prima volta in Italia, ad Alba in Piemonte, si terrà il congresso mondiale organizzato dall’Onu, sezione turismo, per l’enoturismo e lo faremo precedere da un evento in ogni regione”.

A seguire, ha preso la parola Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio:La pandemia ha devastato la ristorazione e scosso la rete degli esercizi pubblici italiani. Le nostre imprese segnalano forti tensioni sui prezzi di acquisto delle materie prime e in taluni casi difficoltà di approvvigionamento, pertanto è necessario che il governo contrasti eventuali fenomeni speculativi. Nel 2020 a fronte di una crescita dei consumi alimentari domestici di circa 3 miliardi, i consumi fuori casa sono diminuiti di ben 30 miliardi”. Stoppani come Sangalli ha ribadito che “la fiammata inflazionistica e l’aumento delle spese obbligate per il rincaro dei prezzi dell’energia rischiano di ridurre fortemente i consumi delle famiglie, rallentando anche la crescita nel 2022”.

Poi ha sottolineato che solo la campagna vaccinale ha consentito di riguadagnare certe libertà: “Noi della ristorazione abbiamo sopportato pesanti limitazioni e chiusure, abbiamo già pagato e non possiamo richiudere neanche per un minuto. A forza di proteste senza regole si rischia di vanificare la lotta contro il virus”.

In merito a interventi a breve termine, Stoppani chiede la proroga della semplificazione delle pratiche di occupazione del suolo pubblico e le gratuità concesse per l’annualità 2021 e l’inclusione della ristorazione nel bonus ristrutturazioni: “Inoltre sarebbe importante un intervento di decontribuzione dei salari a tempo determinato o almeno fino alla fine della pandemia. E andrebbe messa mano al ‘decreto flussì per aumentare le quote di immigrazione e avere lavoratori indispensabili a far funzionare il settore, mentre il rinnovo del contratto nazionale di categoria, in scadenza il 31 dicembre, sarà un passaggio decisivo”.

In prospettiva, invece, Stoppani punta a “investimenti in innovazione e digitalizzazione”.
Quindi “è necessaria una strategia unitaria in grado di valorizzare l’intero Sistema Paese. Serve un soggetto che svolga una funzione di regia in grado di fare un vero lavoro di raccordo e integrazione di filiera, tra agricoltura, industria alimentare, distribuzione e ristorazione, anche per favorire il nostro export”.

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha appoggiato l’idea di “un’unica voce che rappresenti l’intero settore” e ha accolto l’invito di colleghi. “E’ giusto dire che serve un patto tra le filiere e non per le filiere. La crescita deve essere garantita tutti insieme. La Fipe e Confcommercio ci chiamano a fare una riflessione più alta e Confagricoltura non si sottrarrà a questo impegno. Voi rappresentate il terminale diffuso della filiera agroalimentare e io farò di tutto per lavorare insieme e far arrivare al successo il made in Italy”.